80 artisti provenienti da 23 nazioni, oltre 20 padiglioni tematici diffusi su tutto il territorio, 21 siti storici coinvolti: sono alcuni dei numeri – ancora in progress – della prima edizione della Biennale d’Arte di Malta, che si terrà tra marzo e maggio 2024. Organizzata da MUŻA – Museo d’Arte della Comunità Nazionale di Malta, per conto di Heritage Malta e Arts Council Malta, la Biennale maltese è diretta dalla curatrice italiana Sofia Baldi Pighi. Il team curatoriale è completato dal vicedirettore artistico e architetto Nigel Baldacchino insieme alle curatrici Elisa Carollo, art advisor e già nel gruppo curatoriale ed editoriale della Fondazione Quadriennale di Roma, ed Emma Mattei, giornalista maltese di arte e cultura, direttrice del programma del Kinemastik International Short Film Festival.
Il titolo scelto per la Biennale di Malta è baħar abjad imsaġar taż-żebbuġ, gli ulivi del Mar Bianco, un concetto riferibile all’ambivalenza geografica e culturale dell’area mediterranea, tra centralità e marginalità. Quattro i temi che saranno affrontati dalla manifestazione: il Matri-archivio, che esplorerà la questione dell’archivio nel contesto della creatività, della memoria e della comunità femminile artistica e performativa della regione mediterranea; il postcolonialismo, un argomento sempre rilevante per l’area; il Mediterraneo stesso; la Pirateria, anche nella sua accezione contemporanea. Ogni tema verrà ampliato e raggruppato in una serie di siti, correlati alle vicende storiche e al patrimonio maltesi.
In preparazione anche un programma di attività aperte al pubblico, tra talk, workshop e conferenze, su tutto il periodo della manifestazione. Particolare attenzione sarà data a specifiche micro-comunità che spesso sono escluse dalle tradizionali esperienze museali. Il programma andrà oltre l’aspetto espositivo, per comprendere laboratori interattivi, performance, masterclass interdisciplinari, iniziative comunitarie, «Nel tentativo di colmare il divario tra arte contemporanea e un pubblico non settoriale, favorendo un approccio inclusivo e intergenerazionale», spiegano dall’organizzazione.
Tra gli artisti già confermati, anche la cubana Tania Bruguera, il messicano Andrea Ferrero, il francese Jean-Marie Appriou, l’austriaca Barbra Kapusta. E poi Dew Kim della Corea del Sud, Edson Chagas dell’Angola, Amy Bravo dagli Stati Uniti, Anna Anderegg dalla Svizzera, il collettivo Post Disaster e Agnes Questionmark dall’Italia. Tra gli artisti maltesi, invece, Austin Camilleri, Norbert Attard, Trevor Borg, Romeo Roxman Gatt, Nina Gerada e Martina Georgina. Austria, Cina, Francia, Germania, Italia, Palestina, Polonia, Serbia, Spagna, Turchia, Ucraina e la stessa Malta, saranno poi i Paesi scelti per presentare un proprio padiglione. Varie anche le istituzioni internazionali coinvolte, in particolare l’Università Orientale di Napoli, lo IULM di Milano e l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Tra i siti storici e archeologici nei quali saranno presentati i vari progetti, anche il Palazzo del Gran Maestro, che si trova a La Valletta ed è attualmente la sede del Presidente della Repubblica di Malta, il Palazzo dell’Inquisitore, nel centro di Birgu, sede dell’Inquisizione Maltese dal 1574 al 1798, il nuovo sito di Valletta Sotterranea, composto dai cunicoli usati dai Cavalieri di Malta, e il Parco Archeologico di Ġgantija nell’isola di Gozo, dove sono custoditi i templi più antichi al mondo. «Questi siti, simboli della storia maltese e della civiltà mediterranea, non sono semplici luoghi nei quali presentare gli interventi», ha spiegato Sofia Baldi Pighi. «Nessun ambiente urbano, per non parlare di un patrimonio culturale ricco di storia, è mai neutrale e silenzioso. Dunque gli artisti che esporranno in questi luoghi, vi costruiranno anche un rapporto profondo. Per immaginare la prima edizione di una Biennale in una terra così antica, è necessario lavorare in dialogo con la sua storia».
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