Maman: il ragno monumentale di Louise Bourgeois tornerà alla Tate Modern

di - 12 Dicembre 2024

A maggio 2025, la Tate Modern di Londra compirà 25 anni e per festeggiare l’occasione sarà celebrato un ritorno significativo: Maman, la gigantesca scultura in bronzo di Louise Bourgeois, sarà esposta nella Turbine Hall. Nel 2000, fu proprio l’iconica opera rappresentante un ragno a inaugurare l’apertura del museo d’arte moderna e contemporanea, ospitato in una ex centrale elettrica di Bankside.

La mitica artista francese realizzò l’opera monumentale, la più grande della serie ispirata agli aracnidi, con i suoi più di nove metri di altezza e 10 di larghezza, nel 1999, nell’ambito di quella che sarebbe stata la prima di una lunga serie di commissioni per gli spazi della Turbine Hall. All’epoca lo sponsor era Unilever, poi è stata la volta di Hyundai ma i progetti realizzati per il grande open space di 155 metri della Tate Modern sono sempre stati accomunati da una ambizione coerente: incidere nell’arte contemporanea. È stato il caso, tra gli altri, di Kara Walker, che presentò una fontana di 13 metri perfettamente funzionante, e di Doris Salcedo, che aprì la sua crepa di 167 metri nel pavimento, mentre di Olafur Eliasson è rimasto memorabile il misterioso sole post apocalittico di The weather project.

In quella prima occasione, Bourgeois presentò una installazione di tre torri in acciaio, intitolata I Do, I Undo, I Redo, “Faccio, disfo, rifaccio”, tre azioni che fanno riferimento ai processi di sviluppo emotivo in relazione alla maternità, un tema centrale nell’opera dell’artista. Le tre torri erano dominate, appunto, dal ragno Maman, installato sulla balconata affacciata sulla Turbine Hall. L’opera originale venne realizzata in acciaio inossidabile, a cui seguirono sei edizioni fuse in bronzo ed esposte in vari Paesi in tutto il mondo, dalla Russia, davanti all’Ermitage di San Pietroburgo, al Canada, di fronte al Museo delle Belle Arti di Ottawa. Nel 2008, fu esposta anche in Italia, nel cortile del Museo di Capodimonte di Napoli.

«La Tate Modern ha avuto un impatto incredibile in soli 25 anni. Ha fatto esplodere il canone della storia dell’arte, trasformato il rapporto del pubblico con l’arte contemporanea e riscritto le regole di ciò che un museo d’arte può essere. Il weekend del nostro compleanno sarà una meravigliosa opportunità per vedere cosa sappiamo fare meglio e avere un assaggio di dove andremo dopo, e tutto gratuitamente», ha dichiarato Karin Hindsbo, direttrice della Tate Modern.

Tate Modern, Londra

Maman sarà il punto di partenza per esplorare un nuovo percorso di 25 opere chiave installate attorno alla Tate Modern. Tra queste, altri classici molto amati che tornano in esposizione, come i murales Seagram di Mark Rothko, attualmente alla Tate St Ives, ed Eine Kleine Nachtmusik di Dorothea Tanning, di ritorno dalla grande mostra sul Surrealismo al Centre Pompidou di Parigi (qui la nostra recensione). Dal 9 al 12 maggio, inoltre, il percorso sarà scandito da proiezioni, interventi dal vivo e performance, tra cui un’installazione immersiva di Nalini Malani e una serie di letture dei tarocchi dal vivo come parte di un lavoro di Meschac Gaba.

«Volevamo celebrare il nostro 25mo anniversario con una capsule collection di 25 opere chiave, che condurranno i visitatori in giro per l’intero edificio in un viaggio, dai vecchi preferiti alle nuove scoperte», ha affermato Catherine Wood, Direttrice del programma della Tate Modern. «La selezione mostra come l’arte, e la Tate Modern stessa, abbia sempre spinto i confini e sfidato le norme, consentendoci in definitiva di vedere il mondo con occhi nuovi».

Saranno inoltre inaugurate due nuove mostre gratuite. A Year in Art: 2050 esplorerà come gli artisti immaginano il mondo ancora di là da venire, dalla scultura futurista di Umberto Boccioni a un’animazione generata al computer di Ayoung Kim ambientata in una versione futuristica di Seul. Gathering Ground presenterà invece una serie di opere accomunate da un profondo legame con la terra e la comunità, di autori entrati recentemente nella collezione della Tate, tra cui Outi Pieski, Carolina Caycedo ed Edgar Calel, nonché un’installazione partecipativa di Abbas Zahedi appositamente commissionata.

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