Ă venerdĂŹ e finalmente possiamo dedicarci alla nostra passione: le maratone visive, nel senso piĂš ampio e nobile del termine, quello che comprende lo sconfinamento dellâimmaginazione. PerchĂŠ, ad accompagnarci nei prossimi giorni, fino al 16 maggio, saranno una serie di film dedicati a Joseph Beuys, in occasione del centenario della nascita del grande maestro dellâarte contemporanea, disponibili gratuitamente in streaming sulla piattaforma online di Artecinema. Ideato e curato da Laura Trisorio, il festival dedicato ai film e ai documentari dâarte e dâartista ha spento le 25 candeline nellâottobre 2020, con una edizione ibrida tra la presenza in sala e la fruizione web, potenziando il sito con un bellâassortimento di titoli gratuiti e a pagamento, visibili durante i giorni della manifestazione. E ordinatamente archiviati come nellâon demand di una Netflix o di un Prime Video, ritorna sul web una nuova sequenza di titoli sfogliabili, tutti riferiti allo sciamano dellâarte, nato a Krefeld, il 12 maggio 1921, e morto a DĂźsseldorf, il 23 gennaio 1986, capace di influenzare, attraverso le sue opere e con la sua vita, generazioni di artisti e di far discutere intere classi di critica estetica. In collaborazione con il Goethe-Institut di Napoli, il Comune di Anacapri e la Reggia di Caserta, e con il matronato del Museo Madre, Artecinema presenta dunque una rassegna di documentari che ripercorrono la sua opera.
Beuys, Andres Veiel, Germania, 2017, 107â, tedesco, inglese, sottotitoli in italiano
Attraverso inedite fonti audio e video e materiali dâarchivio, il film ricostruisce la vita di Joseph Beuys tra arte, insegnamento e politica restituendo il clima di dibattiti, resistenza e utopia in cui operò il carismatico artista tedesco che fu scultore, performer, sciamano, teorico, artista rivoluzionario e provocatorio.
Beuys and Beuys, Peter Schiering, Germania, 2006, 35â, tedesco, inglese, sottotitoli in inglese
âLa rivoluzione siamo noiâ è unâaffermazione che Joseph Beuys ha ripetuto tutta la sua vita. Il regista Peter Schiering si interroga sullâereditĂ lasciata agli artisti contemporanei da Beuys, colui che ha messo in discussione il concetto stesso di arte, che ha portato nei musei materiali come il grasso e il feltro. Rivediamo lâartista a New York, Berlino e Darmstadt, dove spiega opere dâarte ad una lepre morta o trascorre diversi giorni in una gabbia con un coyote. Lo ascoltiamo mentre spiega il suo concetto di arte difendendo la causa di unâutopia sociale universale.
Joseph Beuys: I Like America and America Likes Me, Helmut Wietz, Germania, 1974, 35â, senza dialoghi
Dal 23 al 25 maggio 1974 alla galleria di RenĂŠ Block a New York, una cinepresa riprende Joseph Beuys chiuso per tre giorni in una gabbia con un coyote. Avviluppato in una coperta di feltro, simbolo dellâuomo occidentale malato, lâartista viene preso al suo arrivo allâaeroporto di New York da unâambulanza che, attraversando la cittĂ a sirene spiegate, lo conduce alla galleria Block. Venerato dagli indiani dâAmerica come un Dio, il coyote simboleggia la parte selvaggia del continente nord-americano: il fine della performance dellâartista tedesco è quello  di dimostrare che due forze antagoniste â il coyote e lâuomo â possono vivere in armonia.
Joseph Beuys, Transformer, John DiLeva-Halpern, Stati Uniti, 1988, 60â, inglese, sottotitoli in italiano
In occasione della grande retrospettiva di Joseph Beuys al Guggenheim Museum di New York, John Halpern riprende lâartista mentre lavora allâallestimento della mostra. Questo documentario è lâunica testimonianza video dellâesposizione piĂš importante nella vita di Beuys dove vediamo le sue installazioni piĂš emblematiche, dalla metĂ degli anni â50 fino alla Pompa del miele del 1977, descritte dallâartista stesso.
La rivoluzione siamo noi, llaria Freccia, Italia, 2020, 83â, italiano
Tra il 1967 e il 1977 lâarte italiana vive un momento di gloria sulla scena artistica internazionale e diventa espressione del cambiamento sociale e politico. Galleristi e critici italiani aprono le porte agli artisti internazionali piĂš audaci, come Joseph Beuys, Herman Nitsch o Marina AbramoviÄ, che trovano in Italia la possibilitĂ di sperimentare liberamente linguaggi visionari e innovativi. Il film descrive il periodo in cui lâItalia è stata il centro dellâavanguardia internazionale.
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