Marcello Maloberti: un’intervista che è tutta una martellata

di - 31 Gennaio 2025

Maloberti vive in una dimensione così eternamente eterea, così dannatamente poetica, da riuscire a trasmetterla in ogni minima situazione. Ci incontriamo al PAC, mentre aggiusta – insoddisfatto e maniacale – il suono di METAL PANIC. Andiamo a berci un caffè al LùBar, luogo in cui l’artista praticamente vive da settimane. Maloberti ordina un bicchiere di champagne… un tardo pomeriggio di dicembre si trasforma in una situazione felliniana, altalenante tra il sogno, il poetico e l’ironico. Maloberti comprende pienamente che cosa sia la ricerca forsennata dell’estetica: una bellezza primigenia, originaria, che non è derivata ma è l’ossatura, la struttura vera e propria, dell’approccio alla conoscenza dell’arte. Lui riesce a vivere nell’estetica e a sopportare il peso insostenibile di conoscere una verità così profonda da sembrare indicibile e spaventosa.

Marcello Maloberti, Metal Panic

La mostra negli spazi del PAC, METAL PANIC, curata da Diego Sileo, sembra trasmettere questa spontaneità disarmante. Tutto è al posto giusto, tutto è necessario. Ogni opera che si trova all’interno degli spazi di Via Palestro lascia un segno indelebile nella memoria dello spettatore che la attraversa. Per chi, come me, è sempre rimasto incantato dalla potenza espressiva della parola, non può che rimanere affascinato di fronte alla pura espressione della poesia. Maloberti assume le istanze proprie di qualunque artista per trasformarle attraverso il suo grande stile: una dolcezza infinita, una delicatezza pedante. Sicuramente, un omaggio a Milano: convulsa, nevrotica, ricca di stimoli, portata alla dispersione; un vortice eterno di commistioni, un perenne movimento sotterraneo e in superficie. A Milano, tutto è amplificato.

Marcello Maloberti
METAL PANIC, 2024
Installation view
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano
Courtesy l’artista,
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano e Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola

Marcello Maloberti e la parola

L’apertura: il CIELO. Un’opera che lascia senza parole per la sua immediatezza. Come se fosse qualcosa che sta per crollare inevitabilmente sotto il peso della forza di gravità o, forse, sotto il peso della parola – come nella famosa scena di The Young Pope di Sorrentino in cui il Cardinale Caltanissetta (interpretato da Toni Bertorelli) finge di sostenere con la propria mano il peso di Dio. Dunque, in un certo modo, dio e parola sono accomunati dall’imponderabile peso dell’esistenza.

Marcello Maloberti
METAL PANIC, 2024
Installation view
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano
Courtesy l’artista,
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano e Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola

La parola…un sasso che l’artista lancia e che colpisce direttamente il cuore di chiunque legga. Appunto, martellate. Precedentemente raccolte nel volume MARTELLATE (SCRITTI FIGHI 1990 – 2019), in un certo senso, racchiudono integralmente la riflessione di Maloberti sul senso e sull’essenza della parola. Forza inarrestabile, urgente, ma anche presagio della precarietà dell’esistenza. Nella mostra al PAC un aspetto, un dettaglio, diventa massiccio, in un contrasto costante tra pesante e leggero.  Scritte o neon arrivano immediatamente senza il bisogno di altro oltre che la loro presenza. Musicalità che sembrano lontane.
Nella lettura personale del pensiero, sembrano gridare all’infinita bellezza dell’esistente.
Nella lettura ad alta voce, si fanno eco ancestrale di una memoria intimamente collettiva.

Martellate

Potrà sembrare didascalico, ma trovo che Maloberti sia tutto fuorché didascalico: non si può essere dogmatici quando si rappresentano le cose per come sono; non si può essere miopi quando emerge la necessità della realtà. Il dogma è buio, la parola è luce che si irradia senza sosta da un tubo di neon leggero come un macigno accecante e incandescente che sembra troppo per la nostra vista.

In aggiunta, la sua biografia si fa intimità perturbante. FAMIGLIA REALE o FAMIGLIA METAFISICA sono dolcissimi ritratti familiari, accrescono quella malinconia lontana del ricordo. Accresce il suo eco se pensiamo ad alcune martellate dedicate alla madre – MADRE DI CHE PAROLA PIANGI, TI HO MANCATA IN SOGNO MADRE, PER BUTTARE I TUOI ABITI MADRE NON HO MANI.

Pasolini, Carmelo Bene, Kafka, Mazzucconi, Hélio Oiticica, Sironi, Tondelli, De Chirico. Una riflessione profondamente colta in cui riferimenti difformi si accostano diventando una coerenza distesa. Ed è esattamente la concezione, che Aldo Marroni ha sistematizzato, del Grande Stile. L’autore riprende diversi riferimenti – da Nietzsche a Bataille – per descrivere l’atteggiamento di “Dominare il caos che si è, costringere il proprio caos a diventare forma: a diventare logico, semplice, univoco, matematica, legge: è questa, qui, la grande ambizione”. Operazione Complessa, ma immediata; manovra fisica, ma incredibilmente profonda ed esistenziale. L’obiettivo: salvare la realtà, attraverso la parola. In un certo modo, salvare l’esperienza condivisa, salvare la collettività. La parola può essere definita un pretesto per riflettere sullo stato delle cose, sulle mutazioni che investono anche il linguaggio. Ordine naturale (come in Wittgenstein), mentre il resto è caos costante, una fiumana di stimoli e pensieri.

Marcello Maloberti
METAL PANIC, 2024
Installation view
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano
Courtesy l’artista,
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano e Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola
Marcello Maloberti
METAL PANIC, 2024
Installation view
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano
Courtesy l’artista,
PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea Milano e Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola

Memoria e poesia

Maloberti riesce ad evocare un altro aspetto della quotidianità che sembra essersi perduto: la ritualità. Che è spirituale, sacrale, poetica, lirica… intima e personale. Nella mostra – cantiere (testimoniata dalla costante attenzione e precisione di Maloberti), o mostra – work in progress, forse, si riesce davvero a riscoprire questa ritualità. Un’epifania, una dichiarazione di poetica. Dunque, che SIA LODATA L’INCONSAPEVBOLE BELLEZZA. Un monito, una forma che sembra ricalcare quella impercettibile della lacrima – CHI MI PROTEGGE DAI TUOI OCCHI. In Brodskij, giusto per esemplificare, la lacrima è intesa come quella specifica condizione della retina, incapace di trattenere la bellezza che ha osservato (in Fondamenta degli incurabili, Adephi, 1991). Una poesia così intensa, della e dalla bellezza pura che Maloberti comunica, che sembra sussurrare… per favore, non farmi piangere. In questa intervista abbiamo ripercorso con l’artista questo progetto attraverso alcune sue celebri MARTELLATE, in attesa di poter osservare il secondo capitolo del progetto del PAC. Maloberti presenta, negli spazi della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, TU SEI LA MEMORIA DELLA MIA NOTTE: una prosecuzione concettuale della sua riflessione sulla memoria, intesa come pratica poetica collettiva, in un dialogo serrato con Liliana Segre.

Alcune confezionate ad hoc per le domande, altre meticolosamente selezionate e riprese dall’artista, in un brevissimo percorso narrativo che sembra, tuttavia, esprimere e toccare i punti fondamentali della pratica punk dell’artista.

Cos’è il METAL PANIC?
MEZZO SOGNO MEZZA CONDANNA

Che cos’è il Genius Loci?
SPORCARSI CON LA REALTÀ

Che cos’è la realtà?
IL REALE È SEMPRE DI TRAVERSO

Cos’è il CIELO?
IL CIELO È IL RESTO DEL MARE

Perché il peso della Parola?
OGNI MIA PAROLA È UN ALLARME

Perché la Parola?
USCIRE DALLA PAROLA È POESIA

Cos’è, ancora, la Parola?
LA PAROLA È IL SOGNO DELLA VOCE

Dove si trova il caos?
DOPO LA NOTTE DOVE PIANGONO LE AQUILE

DI TROPPO MONDO MUORI
AI CADUTI D’AMORE

Cos’è la precarietà dell’esistenza?
CARNE O CUORE

Perché le MARTELLATE?
BALBETTARE È ORO

Cosa sono le MARTELLATE?
SCRITTI FIGHI

Perché la bellezza?
CERCHIAMO LA BELLEZZA PERCHÉ È MADRE

Quale è la tua urgenza?
L’ARTE È IN UN MOMENTO CHE DEVE DIRE E NON MOSTRARE

Perché il sacro?
IL SACRO È L’INCIAMPO

Perché FAMIGLIA METAFISICA?
IL MIO NOME HA LA VOCE DI MIA MADRE

Perché il vuoto?
IL VUOTO È L’AMORE DI DIO

Perché dio?
DIO AIUTAMI A FARMI VITA

Perché il sogno?
IL SOGNO HA SEMPRE FAME

Perché la notte?
SENZA SAPERLO LA NOTTE IMMAGINAVA IL GIORNO

Quale è lo stato del mondo?
LA PIOGGIA HA PERSO IL SUO RUMORE

Come salvare il mondo?
LA GENTILEZZA È PUNK

E, comunque, MARCELLO MALOBERTI È UN FIGO.
AMEN

Articoli recenti

  • Arte contemporanea

Una storica residenza nel cuore di L’Avana diventa centro d’arte contemporanea

A Cuba, l’arte contemporanea trova casa in una storica architettura coloniale: nel cuore della capitale L’Avana, apre le porte Línea,…

28 Febbraio 2025 17:15
  • Progetti e iniziative

Allo Studio Giga di Roma, un ciclo di mostre dedicato all’arte emergente

Allo Studio GIGA di Roma, N0 Art Group presenta un ciclo di quattro mostre bipersonali per approfondire la ricerca emergente…

28 Febbraio 2025 16:30
  • Mostre

Cos’è il catasterismo? Ode collettiva al cielo e alle stelle in uno spazio emergente di Venezia

SPUMA Space for the Arts, sull’isola della Giudecca, ospita fino al 30 marzo 2025 “Katasterismós”, personale di g.olmo stuppia che…

28 Febbraio 2025 14:30
  • Mercato

All’asta una delle più importanti collezioni di Old Masters mai apparse sul mercato

Dalle vedute veneziane di Francesco Guardi alle nature morte di Luis Meléndez. Sotheby's mette in vendita la collezione Saunders, stima…

28 Febbraio 2025 14:03
  • Attualità

Trump Gaza è il video che ci porta dritto nella tana del potere delle immagini

Il video pubblicato sul profilo ufficiale di Donald Tramp, in cui il Presidente degli Stati Uniti brinda con Elon Musk…

28 Febbraio 2025 10:30
  • Arte contemporanea

Sostegno alle gallerie, difficoltà dei no-profit, fragilità e competizione: i temi del Forum Italics 2025 a Napoli

Svoltasi al Museo Madre di Napoli, la terza edizione del Forum promosso da Italics ha raccolto voci, opinioni, criticità e…

28 Febbraio 2025 9:30