Nel cuore di Stoccolma, al 14 di Gärdesgatan, la cosiddetta “Città diplomatica”, c’è un edificio con tante finestre colorate: è l’Istituto Italiano di Cultura, la cui facciata è stata trasformata da Mariangela Levita in una partitura armonica di azzurro, rosso, giallo, nero e verde e anche bianco, che li contiene tutti. TUTTO.Leonardo, progetto a cura di Adriana Rispoli, è un manifesto alla bellezza sottile e totalizzante della luce e dei suoi derivati, cioè i colori, che creano forme e danno ritmo alla nostra vita.
Ed è anche un omaggio a due geni senza tempo che, alla luce e ai colori, hanno dedicato la loro esistenza: Leonardo da Vinci e Gio Ponti. 500 anni dalla morte del primo e 40 dalla scomparsa del secondo ma sembrano ugualmente nostri contemporanei. E a testimoniarlo ci sono le loro opere e le loro idee, così eccezionali ma anche profondamente vicine alla dimensione dell’umano.
La stessa storia dell’Italienska Kulturinstitutet, sembra un inno all’universalità dei saperi. Negli anni ’30, il governo svedese donò a quello italiano un appezzamento di terra nel quartiere Gärdet per la realizzazione di una sede per ospitare varie iniziative di scambio culturale.
La struttura, essenziale e pulita, venne progettata da Gio Ponti, la sua prima commissione estera. Inaugurato il 24 novembre 1958, L’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, che vide anche gli interventi di Pier Luigi Nervi per il soffitto dell’auditorium e di Ferruccio Rossetti per l’ampliamento dell’atrio, rappresenta perfettamente la concezione umanista dell’architettura, intesa come insieme organico di forma e funzionalità, dalle pareti esterne agli arredi, rimasti immutati – e immutabili – fin dagli anni ’60. Già da alcuni anni, poi, è stata sede di vari progetti dedicati all’arte contemporanea, come nel caso dell’installazione di Bianco-Valente oppure degli appuntamenti di Shoegaze, a cura di Vasco Forconi.
Continuando sulla scia della poliedricità, Mariangela Levita ricorda la creatività totale di Leonardo e Gio Ponti, sintetizzando la loro eredità in un progetto poetico ed evocativo ma anche di impatto nella percezione dell’ambiente, ridisegnando la facciata con una teoria di finestre di vari colori: «il bianco metteremo per la luce senza la quale nissun colore veder si può, ed il giallo per la terra, il verde per l’acqua, l’azzurro per l’aria, ed il rosso per il fuoco, ed il nero per le tenebre», scriveva Leonardo. Ovvero, sintetizzando a distanza di qualche secolo, «Tutto al mondo dev’essere coloratissimo», nelle parole di Ponti.
«TUTTO.Leonardo è una composizione ritmica declinata al dialogo dei colori nell’insieme, ogni singola finestra funge da filtro monocromo sullo spazio circostante e, organicamente ad esso, è attivata, a secondo dell’ora, dalla luce naturale o da quella artificiale rispecchiando la vita quotidiana del palazzo in un rapporto osmotico tra il dentro e il fuori», spiega Rispoli.
Oltre all’intervento un po’ “scultoreo” e un po’ “pittorico” sulla facciata dell’Istituto Italiano di Stoccolma, Levita ha immaginato un’opera video, proiettata nell’auditorium di Nervi e diffusa attraverso i canali web e social, che interpreta gli enunciati leonardeschi sulla pittura, la musica e la poesia. Bello da vedere ma anche da sentire e da “far girare”, perché Levita, in collaborazione con compositore di musica techno Domenico Crisci, ha concepito in edizione limitata un disco in vinile con doppia traccia ispirata al tamburo meccanico di Leonardo, che sarà presentato nel prossimo febbraio, durante la Stockholm Design Week. Preparate le puntine!
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