«Siamo felici di riavere a Napoli una testimonianza della grande artista internazionale Marina Abramovic», annunciava un raggiante Luigi De Magistris, commentando, a fine maggio, la notizia di una mostra della grande artista a Castel dell’Ovo. Già, peccato che Marina Abramovic alla mostra di Napoli non ci sarà. A precisare l’equivoco, la stessa artista, in un post pubblicato sulla sua pagina ufficiale su Facebook: «Vorrei chiarire che non ho mai assunto, nei confronti dell’organizzazione, l’impegno di essere fisicamente presente alla mostra, che includerà tre video realizzati nel 2009 in omaggio a Santa Teresa D’Avila».
La mostra in questione aprirà a settembre, nelle sale di Castel dell’Ovo, dove verrà esposta una nuova tappa di “Estasi”, progetto espositivo proposto da VanitasClub e curato da Casa Tesori, già alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Al centro della mostra itinerante, i video tratti da The Kitchen. Homage to Saint Therese, performance svoltasi nel 2009 nell’ex convento di La Laboral a Gijón, in Spagna, nella quale Abramovic si relaziona con una delle figure più sentite ma anche controverse della storia del cattolicesimo, Santa Teresa d’Avila.
La notizia suscitò subito una certa eco, anche per via dei ricorsi storici, visto che proprio nella città partenopea, nel 1974, una ancora giovanissima e non troppo conosciuta Marina Abramovic presentò Rhytmh 0, una delle sue performance più discusse e stranianti. Al 2004 risale invece l’ultimo progetto partenopeo, quando l’artista presentò Cleaning the Mirror, un’altra sua celebre performance, questa volta negli spazi della Galleria di Lia Rumma. Molti, quindi, speravano in un suo ritorno in città, che magari potesse dare anche l’occasione ad Abramovic di sviluppare un nuovo progetto.
«Ho avuto modo di capire che a causa di tale notizia stampa, non sottoposta alla mia attenzione prima di essere divulgata, molte persone purtroppo hanno avuto l’impressione che sarei venuta a Napoli per l’occasione. Pur essendo estranea alla suddetta imprecisione, ho sentito il bisogno di dissipare personalmente l’equivoco creatosi con il pubblico, con il quale, nei miei 50 anni di carriera, ho costruito un rapporto basato su assoluta trasparenza e completezza», ha chiarito l’artista nel messaggio. Insomma, l’artista sarà assente. E in effetti, trattandosi di una mostra composta esclusivamente da opere video, senza alcun intervento performativo o laboratoriale in programma, non si vede il motivo per il quale Abramovic avrebbe dovuto essere presente.
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