La mostra diffusa intitolata Mario Nigro. Opere 1947-1992 e promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta da Palazzo Reale, Museo del Novecento e Eight Art Project in collaborazione con l’Archivio Mario Nigro è visitabile dal 14 luglio nelle sedi di Palazzo Reale fino al 17 settembre e del Museo del Novecento fino al 5 novembre 2023. Il percorso espositivo, curato da Antonella Soldaini e Elena Tettamanti, racconta i diversi momenti del linguaggio artistico di Nigro, uno dei maggiori esponenti della scena artistica italiana del ‘900. La narrazione si snoda attorno allo studio scientifico, atmosferico e personale di elementi astratti, ponendoci davanti ad un linguaggio artistico spiccatamente sperimentale: dai primi quadri fino alle opere esposte alle Biennali di Venezia del 1964, 1968, 1978, 1982, 1986 e della X Quadriennale di Roma del 1973.
Il percorso espositivo si snoda attraverso i principali edifici culturali della città di Milano, dando così una visione ampia e dinamica della vita e del percorso creativo di Mario Nigro, artista di origine livornese che ha vissuto e lavorato per moltissimi anni nella città meneghina. Il progetto della mostra diffusa, spiegano le curatrici, nasce con la volontà di ricordare l’attentato di stampo terroristico-mafioso del 27 luglio 1993 che distrusse gli spazi del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea contenente vari lavori che dovevano essere esposti in una mostra antologica dedicata proprio all’artista scomparso solamente un anno prima: la mostra Mario Nigro. Opere 1947-1992 e gli eventi legati ad essa nascono proprio dalla riflessione su questo tragico evento che colpì la città di Milano, come monito di ricostruzione e affermazione consapevole il primato della cultura sulle ceneri della criminalità.
A Palazzo Reale si sviluppa un percorso itinerante attraverso otto sale del piano nobile che ripercorrono l’attività artistica di Nigro con dipinti e lavori tridimensionali realizzati a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta: si tratta di opere che utilizzano un linguaggio sperimentale di gusto astratto-geometrico e che nascondono un intero mondo di studio concettuale, assimilando in egual modo da arte e matematica della musica. Dalle prime opere emerge uno studio approfondito sui concetti di ritmo, forme e spazio, elementi che fanno da ponte tra la formazione di stampo scientifico e attività artistica. Con il ciclo Tempo totale si sviluppa l’attività pittorica che va dal 1966 al 1979 dove la linea diventa protagonista del linguaggio. A partire dagli anni Sessanta, Mario Nigro inizia ad avvicinarsi alla creazione di opere tridimensionali nella quale il rapporto tra arte, architettura e ambiente si fa sempre più intenso e a stretto contatto. Sarà la fine degli anni Settanta a portare Nigro verso la sintesi estrema delle forme, dove il soggetto della linea (già studiato nei decenni precedenti) viene affrontato in una nuova maniera del tutto metafisica: la linea, qui, divide in due la tela monocromatica restituendo una visione intima e riflessiva. L’assoluta centralità della linea prosegue nelle nuove ricerche dei “terremoti” e degli “orizzonti”, dove il tracciato non tocca le estremità della tela ma si interrompe prima ad enfatizzare un forte senso di solitudine. Dal 1987 fino al 1992, anno della sua scomparsa, si assiste ad un infittirsi dei cicli pittorici e a nuove riflessioni sul colore da un punto di vista sempre più introspettivo e personale: di questi anni sono i cicli “ritratti”, “dipinti satanici”, “strutture”.
Il percorso espositivo continua nello Spazio Archivi del Museo del Novecento, dove è presente una vasta selezione di lavori su carta, appunti, bozzetti, cataloghi, lettere, testi dell’artista relativi al ciclo Spazio totale, fotografie di Aurelio Amendola, Nataly Maier, Maria Mulas e Ugo Mulas. Qui l’attenzione viene spostata sulla vasta selezione di opere su carta, la quale mostra come il dialogo costante con un materiale così apparentemente semplice sia la vera fucina delle idee e delle intuizioni d’arte di Nigro.
L’impostazione dell’intero percorso segue una successione temporale, in grado di restituire al pubblico una visione analitica sui vari e numerosi passaggi stilistici e formali utilizzati dall’artista nel corso degli anni.
Mario Nigro. Opere 1947-1992 è una mostra simbolo per la città di Milano, in grado di restituire al pubblico la visione approfondita di una grande personalità che ha reso viva culturalmente la stessa città. Tra le fitte linee e reticolati fino alla ricerca dell’essenzialità degli elementi, l’ecletticità di Mario Nigro trasporta lo spettatore in un mondo intimo fatto di forme e colori ricordando l’importanza e il primato dell’arte in occasione del trentennale della strage di Via Palestro.
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