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Massimiliano Alioto vs Maurizio Cattelan. E arriva la diffida
Arte contemporanea
Che l’arte sia fatta anche di spunti e di imitazioni non è una novità. E se lo stesso Picasso ammise che «i buoni artisti copiano, i grandi artisti rubano», ci troviamo di fronte a una pratica cristallizzata. È freschissima la notizia della diffida datata 6 marzo e inviata a Maurizio Cattelan e alla Marian Goodman Gallery. «La riproduzione non autorizzata e/o l’elaborazione dell’opera Il genio sono io di Massimiliano Alioto», scrive l’avvocato Gloria Gatti, «infrange l’art.18 sul Diritto d’autore, nonché l’art.12 della Convenzione di Berna. In considerazione di quanto riportato, con la presente Massimiliano Alioto vi invita a interrompere lo sfruttamento non autorizzato della sua opera; a inviargli o a distruggere tutte le copie non distribuite della stessa, fornendone le adeguate testimonianze; a comunicargli tutte le informazioni relative ai guadagni della vendita e ai margini operativi». Segue poi una deadline, il 30 marzo, entro la quale – in caso di inadempimento – Alioto avvierà le procedure legali (riapertura dei tribunali permettendo).
Ma andiamo con ordine. Il 16 gennaio 2020, alla fiera di San Francisco, la Marian Goodman Gallery espone Yes! di Maurizio Cattelan, una delle cinquecento copie di una curiosa abat-jour dalle fattezze umane. E non un umano a caso, perché a troneggiare sull’avvitamento della lampadina è proprio il faccione in porcellana dell’artista, con il sorriso beffardo di chi sa che tutto può, tutto è concesso. E forse è anche vero così, fino a prova contraria. Ma la prova contraria, in certi casi, esiste.
L’idea dell’artista che illumina il mondo non è di certo un unicum: si tratta di una metafora piuttosto diffusa, di una luce che è emblema di conoscenza, che risveglia gli intelletti liberandoli dall’antico torpore. Stavolta, però, non si tratta di una figura retorica. In Yes! il volto di Cattelan si accende davvero e incarna la provocazione che scuote – o, meglio, illumina – il sistema dell’arte. Ma se non fosse così? Se la sua non fosse una trovata inedita?
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Arriviamo quindi al motivo della diffida. È il 2017 quando l’artista Massimiliano Alioto disegna e pubblica sulla sua pagina Instagram Il genio sono io, ritratto in matita del celebre Vito Acconci, il cui volto si avvita sulla base come fosse una lampadina. Cambia la tecnica, cambia il soggetto raffigurato ma è difficile non cogliere l’analogia con l’opera presentata quasi tre anni dopo alla fiera FOG di San Francisco. Firmata Cattelan, però, e in ben cinquecento copie da 750 euro l’una.
Chissà se Massimiliano Alioto aveva previsto già tutto questo quando, lo scorso dicembre, rappresentò il volto di Cattelan sormontato da una banana rovesciata, a suggerire un paio di corna. Non ci resta che attendere il 30 marzo per scoprire gli sviluppi.
Sarà un impresa per il giudice capire che è il più scemo dei due.
L’uomo non ha fatto altro che coprire la natura in primis e ovviamente anche se stesso. Io sostengo: I COPY, therefore I AM.