Victory is Not an Option, 2019, by Maurizo Cattelan. Photo: Tom Lindboe. Courtesy of Blenheim Art Foundation
Sulle colline dell’Oxfordshire, si concentra una grossa quantità di senso dello humour, ma non è di marca inglese. Combinando nuove commissioni a lavori cult, Maurizio Cattelan invade il sito UNESCO di Blenheim Palace con una mostra dal titolo “Victory Is Not an Option”. Trecento anni di storia sono un terreno fertile per l’irriverente artista. La casa natale – nonché dimora – del primo ministro britannico Sir Winston Churchill viene invasa dal contemporaneo, ma non è la prima volta. Si tratta della sesta mostra organizzata dalla Blenheim Art Foundation, fondata nel 2014 da Edward Spencer-Churchill.
Sono tredici i lavori sparsi tra le principali sale del palazzo e del suo giardino. Le opere, che si insediano in opulenze barocche del XVIII secolo, non sono scevre da riferimenti alle attuali vicende politiche britanniche. A partire dal magniloquente tappeto di ingresso alla residenza, marcato dal ripetuto pattern della bandiera del Regno Unito, il riferimento al momento pre-Brexit è palese.
Passeggiando all’interno della residenza, potreste imbattervi in “Him” (2001), nient’altro che Adolf Hitler inginocchiato di fronte all’organo del palazzo, oppure in “La Nona Ora” (1999), la figura di Papa Giovanni Paolo II colpita da un meteorite e caduta sul tappeto della residenza. Nella Red Drawing Room si trova sospeso “Novecento”(1997), un cavallo tassidermico, mentre “Daddy, Daddy” (2019), un Pinocchio Disney, galleggia privo di vita nella fontana del palazzo. Potreste necessitare del bagno, e perché non usare “America”(2016), il water d’oro (funzionante) da 5 milioni di dollari? Perché è stato trafugato. È accaduto non molte ore dopo l’apertura della mostra. Nonostante ciò, tra porcellane e ritratti di famiglia, vi aspetta ancora una certa quantità di satira, fino al 27 Ottobre 2019.
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