Meret Oppenheim. Reflection of an Era è il titolo della mostra dedicata alla celebre artista surrealista Meret Oppeheim. Organizzata dal Museo Picasso di Málaga sarebbe stata inaugurata lo scorso ottobre ma è stata poi cancellata a causa della crisi sanitaria. Il nuovo progetto della mostra, fruibile online, offre una visione articolata ed assolutamente inedita della carriera dell’artista.
Meret Oppenheim (1913-1985) è stata una pittrice, scultrice e fotografa del movimento surrealista, rivestendo un ruolo di primo piano nel mondo dell’arte europea del XX secolo. Il suo originale e personalissimo lavoro ebbe un impatto non solo tra le avanguardie degli anni Trenta, ma anche sulla scena artistica dell’ultimo terzo del secolo. «Era una di quelle artiste il cui lavoro è stato valorizzato in un contesto globale di inferiorità femminile, quindi ha dovuto aspettare forse troppo a lungo per ottenere il riconoscimento internazionale che meritava» si legge eloquentemente sul sito online della mostra. Con la sua arte, Meret, ha superato i limiti degli stereotipi di genere mostrandosi come un vero e proprio esempio ed incoraggiamento per le generazioni successive di artiste e artisti.
La mostra si svolge specularmente al percorso di vita dell’artista tedesca, suddividendo il percorso in cinque fasi che enfatizzano la versatilità tecnica, la libertà di stile e di pensiero che lo caratterizzarono. Attraverso una selezione di opere, poesie, estratti video, fotografie e scritti finora inediti, in Meret Oppenheim. Reflection of an Era vengono indagati aspetti della vita dell’artista e del suo lavoro che testimoniano una vasta concezione creativa che spazia dal mondo della moda, al teatro, ai temi carnascialeschi, passando dal cinema alla poesia.
La prima sezione della mostra è dedicata all’infanzia dell’artista. Meret Oppenheim trascorse i suoi primi anni tra Germania e Svizzera con l’amata nonna Lisa Wenger, famosa autrice e illustratrice di libri per bambini, che la incoraggiò ad iniziare a disegnare e praticare l’arte. Attraverso suo zio, niente meno che lo scrittore Hermann Hesse, si avvicinò alla letteratura e all’arte arte. Tra gli amici di Hesse vi erano infatti Hugo Ball ed Emmy Hennings, pionieri del Dada. Influenzata da suo padre, Erich Oppenheim, psichiatra, e dalle letture sulle teorie dell’inconscio elaborate in quegli anni da Carl Gustav Jung, Meret iniziò a scrivere, disegnare e illustrare i propri sogni.
1932-1937 Surrealismo a Parigi
Arrivata a Parigi nel 1932 a soli diciotto anni, l’artista riuscì ben presto a farsi un nome come membro del gruppo surrealista, entrando in contatto con artisti come Hans Arp ed Alberto Giacometti, nonché con il fondatore della corrente André Breton. Diventa inoltre musa e modella degli artisti surrealisti posando per Man Ray o la fotografa Dora Maar. Nonostante il suo rapido riconoscimento artistico la sua indipendenza, la sua personalità e la sua difesa della libertà creativa, la portarono a lasciare Parigi e il gruppo, tornando in Svizzera nel 1937.
Negli anni Quaranta Meret, colpita da una lunga e profonda crisi, attraversò un lungo declino creativo. Nonostante continui a produrre opere in modo irregolare lavora su diversi linguaggi e stili artistici abbracciando la neonata corrente d’astrazione. Per diciassette anni produsse pochissimo ei suoi contatti con il mondo dell’arte furono scarsi.
Quando Meret apparve sulla scena artistica bernese era direttore della Kunsthalle l’artista Arnold Rüdlinger, con cui la giovane entra più volte in contatto. Meret si circonda dunque di una cerchia di artisti legati al famoso Café du Commerce. Un certo atteggiamento maschile domina tra questi artisti che lo componevano. Nonostante l’ammirazione nutrita nei confronti della giovane Meret, il gruppo tese a non prendere molto sul serio il suo lavoro.
Meret viene ora coinvolta nei dibattiti femministi, in voga negli anni Settanta, rifiutando categoricamente “l’arte delle donne” e posizionandosi a favore di una concezione artistica, molto lontana dalla questione della segregazione di genere. La sua attività creativa e la sua fama in quegli anni furono notevoli, partecipando a numerose mostre nel corso del decennio, dopo l’importante retrospettiva che, organizzata da Pontus Hultén, la Moderna Musset di Stoccolma gli dedicò. Nel 1982 ha ricevuto il Gran Premio della Città di Berlino e ha partecipato a Documenta 7 a Kassel. È stato presente a varie mostre internazionali negli anni Ottanta e ha affiancato il suo lavoro alla pubblicazione di scritti e poesie. Fino alla sua morte improvvisa nel 1985, Meret era pienamente attiva.
Una mostra imperdibile che offre spunti nuovi su questioni di genere ed arte ancora dibattute, vi consigliamo vivamente di vederla.
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