Un piccolo scrigno di bellezza e creatività, in cui scoprire una nuova dimensione per l’arte, tra gli specchi del cielo e dell’arte. Nell’affollato atlante dei luoghi dell’arte contemporanea, tra super gallerie da migliaia di metri quadrati e musei multipiano, Mirad’Or, il nuovo padiglione affacciato sulla sponda del lago di Iseo dedicato alla cultura, rappresenta una piacevole pausa a dimensione umana. Promossa dal Comune di Pisogne e progettata da Mauro Piantelli di De8_Architetti, la suggestiva costruzione sorge nel luogo dove erano edificati il porto medievale e l’antico lavatoio. E a giocare con gli svelamenti percettivi di questo luogo sospeso sarà un artista che proprio a partire dal delicato e instabile equilibrio visivo ha sviluppato la sua ormai lunga ricerca: Daniel Buren, invitato ad aprire il ciclo di Mirad’Or da Massimo Minini, tra i galleristi italiani più influenti e promotore della programmazione inaugurale.
«Siamo orgogliosi di poter presentare Mirad’Or, un nuovo spazio a Pisogne. Un contenitore d’arte, un’opera architettonica, un luogo per tutti. Mirad’Or è uno spazio gratuito, un luogo in cui chiunque possa ammirare le opere esposte, circondato dalla grandiosa bellezza della natura. Ci auguriamo che Mirad’Or diventi una tappa irrinunciabile per chi visita il Lago d’Iseo, scoprendo Pisogne, la sua storia, l’arte di Romanino, le tradizioni, e la ricchezza del suo territorio», ha dichiarato Federico Laini, sindaco di Pisogne. Qui, in questa terra di storia, tradizione e saper fare, Mirad’Or porterà i linguaggi del contemporaneo, con progetti e mostre in intimo dialogo con il paesaggio circostante. Tanto all’interno che all’esterno, direttamente sull’acqua, aprendo inedite possibilità per gli artisti, che potranno lavorare in situ, entrando in relazione diretta con lo spazio e con il tempo, con il paesaggio e i suoi ritmi.
«Mirad’Or è un’installazione site-specific: si inserisce nella particolare conformazione orografica del lago che, per via della costruzione della linea ferroviaria proprio a ridosso del bordo, ha nel tempo creato uno scarto tra livello urbano e quello idrografico, una distanza che la palafitta intende annullare in una sorta di continuum tra terra e acqua, tra cielo e litorale lacustre», hanno spiegato gli organizzatori. «Per Gadamer l’essenza dell’esperienza temporale dell’arte sta nell’imparare a indugiare. Mirad’Or è proprio questo, uno spazio pubblico dove la possibilità d’indugiare è amplificata. È un piccolo padiglione pensato per l’arte contemporanea, ma anche un belvedere che inquadra, e quindi svela, il paesaggio. Una sorta di “nuvola” bianca appoggiata sul lago che protegge e al tempo stesso svela i resti dell’antico lavatoio, che riflette la luce dell’acqua e del cielo, quella luce così unica del lago d’Iseo, la luce perfetta per indugiare, “forse la contropartita a noi adeguata di ciò che si chiama eternità”», ha raccontato Piantelli.
Pioniere dell’arte ambientale e pubblica, con le sue iconiche installazioni composte da drappi bicolori, Buren porterà a Mirad’Or quattro sue grandi opere che, suddivise in dittici, saranno installate all’interno dello spazio. I quattro grandi lavori luminosi saranno visibili di giorno e di notte, fruibili solo dall’esterno e, per una migliore percezione, preferibilmente da lontano, anche a grandi distanze, come dalla riva opposta del Lago. I teli in fibra luminosa esposti al Mirad’Or mettono in dialogo lo storico motivo a righe verticali di 8,7 cm, cifra stilistica dell’artista sin dagli anni Sessanta, con le nuove potenzialità della tecnologia e della fibra ottica, che permettono all’opera di diventare essa stessa fonte di luce per lo spazio circostante.
L’intervento dell’artista francese prosegue idealmente il calendario degli interventi realizzati, negli ultimi anni, nella stessa area, dal Floating Piers del 2016 di Christo, l’installazione fluttuante sulle acque del lago, al percorso di Mimmo Paladino diffuso per i luoghi più affascinanti di Brescia.
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