In via de’ Castagnoli, a Bologna, aprono le porte due nuovi spazi, l’uno espositivo, Nebbam Gallery, l’altro dedicato al design, Nebbam Store, inaugurati lo scorso 10 marzo. Entrambi sono la prosecuzione di Africa Design, fondato nel 1998 da Laurence Djionne, franco-senegalese, ma bolognese di adozione.
L’idea di aprire i due nuovi spazi è nata dalla collaborazione tra Laurence e la sorella Clarisse, che vive in Senegal e dal profondo desiderio di far conoscere non più solo i gioielli e gli accessori esposti nello storico negozio Africa Design, ma anche oggetti caratteristici, tradizionali, di arredamento e opere d’arte derivanti dalla cultura africana. Significativa è la scelta del nome Nebbam, che indica la parte migliore del latte, la crema, a significare l’intenso impegno profuso dalle due sorelle franco-senegalesi, al fine di scegliere, ricercare, curare la selezione delle diverse proposte da sottoporre all’attenzione del pubblico.
L’autenticità vibrante che emana dalle diverse creazioni, conduce verso la scoperta degli artisti e designer impegnati nella realizzazione di oggetti pregiati e originali, ove i materiali e le lavorazioni divengono portavoce di una cultura strettamente etnica e iconica, in cui tradizione e modernità si intersecano creando una fruttuosa osmosi. Tra i designer presenti, si menziona il senegalese Papa Mamdou N’Doye, esperto nella xilografia e nell’incisione del legno, che adorna attraverso raffinate decorazioni, anche di natura geometrica.
Balla Niang è il giovane senegalese che lavora l’ebano, mentre Hamed Ouattara del Burkina Faso è il designer specializzato nella realizzazione di oggetti con materiale di recupero, come legno, ferro, cuoio. L’attenzione verso il riutilizzo dei materiali di scarto è una realtà consolidata nel continente africano, a causa della poca attenzione mostrata verso di esso da parte dell’Occidente, ma che ha permesso agli artisti africani di elaborare un nuovo linguaggio espressivo e originale.
Presenti, inoltre, oggetti utilizzati durante i rituali, come ad esempio i copricapi “Juju”, appartenuti all’etnia Bamileke e indossati da danzatori, realizzati con piume di uccelli dipinte e sostenute da un apposito supporto di rafia e una cintura di cuoio, grazie alla quale le piume sono disposte in maniera scenografica. Da menzionare, inoltre, le sculture in bronzo essenziali e stilizzate, provenienti dal Mali, che ritraggono uomini in marcia, le scale “Dogon”, anch’esse provenienti dal Mali, che venivano usate per raggiungere i granai delle case, le maschere di animali e i piccoli bronzi a forma di leopardo, simbolo del re, di cui ne rappresentava la forza e la velocità. Ciò che colpisce sono le linee primitiviste di tali sculture, che hanno, con i propri tratti peculiari, influenzato le Avanguardie europee.
Spostandosi all’interno della Nabbam Gallery, è possibile ammirare, fino al 10 maggio 2022, le opere dell’artista senegalese Camara Gueye, per la prima volta in Italia con la mostra dal titolo “Takkousane Dakar – Un après-midi à Dakar”, a cura di Carmen Lorenzetti. A seguito della fine degli studi, conseguiti con menzione d’onore presso l’École Nationale de Beaux-Arts di Dakar, Gueye ha dedicato tutta la sua vita all’arte, divenendo uno dei principali pittori della scena artistica senegalese e dell’Africa occidentale. Dalle sue opere emerge la fierezza del popolo africano ritratto in scene quotidiane, di vita vissuta, i cui personaggi sono circondati dagli oggetti che ne caratterizzano la quotidianità.
Le figure dalla statura eretta sono immerse in un fondo blu vibrante, che conferisce ai dipinti un’atmosfera metafisica e fa risaltare i colori dei protagonisti in primo piano. Nel dipinto Yaw ak man (you and me) (2022), sono ritratti un uomo e una donna in un momento di grande intimità emotiva. Si percepisce, dalla posizione delle mani della protagonista, l’emozione che sta vivendo in seguito al gesto rivolto nei suoi riguardi, ovvero il dono di un fiore.
Ma se dalle tele emerge una palpabile descrizione delle emozioni vissute nell’interiorità, nelle stesse è presente un ritratto del popolo africano con i suoi colori, con i suoi abiti, profondamente evocativi di una realtà semplice e allo stesso tempo concreta. In La pêche métaphysique (2021), i frutti derivanti dalla pesca sono posti in primo piano e vengono ritratti in tutta la loro molteplicità e varietà. Sebbene l’atmosfera metafisica e senza tempo caratterizzi i vari dipinti, i protagonisti si discostano dall’idea di manichini, risultando vivi in tutta la propria umanità.
All’interno della galleria è presente la “dark room”, denominata così dalla presenza di pareti scure, grazie alle quali le opere esposte al suo interno spiccano maggiormente. È proprio ciò che accade osservando le tre opere realizzate in tecnica mista dal titolo Tête, ivi presenti. Sono ritratti di volti dai lineamenti caratteristici dell’Africa, dallo sguardo fiero e diretto, posti in primo piano rispetto allo sfondo su cui riportati elementi della natura e della vita. Le opere risultano del tutto iconiche e lo spettatore non può far a meno di non notare tali peculiarità, che caratterizzano l’opera dell’artista e dei suoi lavori.
Grazie agli oggetti e alle opere presenti all’interno di Nebbam Gallery e Nebbam Store, è possibile vivere e conoscere l’anima africana e la sua essenza, apprendendone il modo di essere, di percepire il reale e la capacità di farsene portavoce. Ciò consente e favorisce lo scambio tra diverse culture, promuovendo, in tal modo, la nascita di originali forme espressive e nuovi modi di comunicare.
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