La galleria NM>Contemporary ha riaperto la collettiva âObjets toniquesâ (fino al 6 settembre) realizzata in collaborazione con la residenza per artisti Port Tonic Art Center a Les Issambres, Saint Tropez. La mostra, inaugurata a marzo negli spazi della galleria, in rue de la Turbie, a Monaco, presenta una selezione di lavori realizzati da Davide DâElia (1973, Cava dei Tirreni, Salerno), Valerio Nicolai (1988, Gorizia), Leonardo Petrucci (1986, Grosseto) e Ramiro Quesada Pons (1987, Argentina), durante la loro residenza allâArt Tonic Art Center nellâestate 2019, un ex cantiere navale convertito in residenza per artisti dagli appassionati dâarte Xavier Magnan e Paolo Scarani.
«NM ambisce a portare lâarte giovane italiana fuori dai confini dâorigine ed Ăš particolarmente attratta dallâinvisibile e lâineffabile. Essa prende il nome dallâunitĂ di misura del microcosmo, il nanometro. La sigla NM corrisponde infatti a un miliardesimo di metro e si utilizza anche per definire le lunghezze dâonda dei colori delle regioni del visibile, da 400 a 700 nm circa, al di sotto dei quali troviamo gli infrarossi e al di sopra gli ultravioletti, ovvero tutto il mondo a noi invisibile».
«Nel 2018 in occasione del Monaco Yacht Show , abbiamo partecipato allâevento di artmonte-carlo âContemporary art on private boatsâ ospitato presso le barche di MBS Riva e ho avuto il piacere dâincontrare uno dei proprietari e fondatori del Port Tonic Art Center che sono andata a visitare poco tempo dopo. Port Tonic Art Center Ăš un ex cantiere navale convertito in residenza artistica nel golfo di Saint-Tropez ma lontano dai bagordi. Un luogo spartano, dagli spazi industriali semi-abbandonati sul mare con qualche casa intorno che richiede un certo spirito di adattamento.
Lâarchitettura particolarissima sovrasta una banchina che si allunga nel mare verso lâorizzonte con la scritta Closer than it appears, opera site specific di Stefano Serretta, in residenza qui nel 2017. Agli artisti che vengono da ogni parte del mondo si chiede prima ancora dâiniziare a produrre, di vivere il luogo e possibilmente lasciare a casa gli strumenti soliti di lavoro. Lâesperienza potrebbe suggerire nuove soluzioni estetiche e tecniche. Mi sono innamorata dellâidea e ho proposto a Leonardo Petrucci e Davide DâElia di presentare la loro candidatura. La ricerca di entrambi presentava affinitĂ con il mondo naturale e il recupero dei materiali.
Durante la residenza ho avuto modo di vedere i lavori di altri due artisti, Valerio Nicolai e lâargentino Ramiro Quesada Pons, e da qui lâidea di dare continuitĂ alla ricerca nata o sviluppatasi a Les Issambres con una mostra presso il nostro spazio a Monaco».
«Questa residenza, ma in generale le residenze, possono essere una vera sfida per gli artisti mettendo in gioco molteplici aspetti legati al carattere, alle esigenze fisiche e mentali, alla capacitĂ dâadattamento ai coinquilini e allâambiente circostante.
Le opere che ne risultano possono essere un salto in avanti nella crescita o nellâevoluzione della ricerca e spesso sono alle origini di progetti chiave. Non credo vi sia un limite di etĂ o dâimportanza del singolo partecipante, se il luogo fa breccia nellâartista e provoca una reazione, qualunque essa sia. In questo caso, il mare in primis, la luce accecante e chiarissima tipica della Costa Azzurra, la roccia basaltica, le notti nere stellate ma anche quelle buie e piovose sulla banchina hanno permeato in maniera evidente i lavori eseguiti con risultati anche inaspettati. Riproducendo un vissuto in qualche modo precursore dellâisolamento e dellâintrospezione cui siamo stati chiamati volenti o nolenti in questi mesi di confino».
«La mostra dei lavori eseguiti in residenza sâintitola âObjets toniquesâ, Oggetti Tonici, caricandosi della denominazione del luogo proprio a sottolineare la forte impronta di esso sulle opere. Ciascun artista ha il proprio stile e la propria ricerca ma Ăš accomunato agli altri da quella convivenza sulla banchina, col âpocoâ intorno e lâorizzonte del mare a perdita dâocchio».
«La vita e lâattivitĂ lavorativa hanno ripreso lentamente e con prudenza. Durante il lockdown abbiamo cercato di fornire qualche pillola dâarte sui social senza invadere troppo la privacy e nel rispetto della situazione drammatica.
Lâattitudine oggi Ăš di poter continuare a sostenere i progetti previsti, con uno slittamento di date legato al protocollo sanitario. Nellâattesa lavoriamo sul vis-a-vis o a piccoli gruppi e cercando di rimanere un luogo abituale di passaggio ove scoprire, approfondire, bere un caffĂš parlando dâarte».
«Tre mostre erano previste tra aprile e dicembre 2020, cui teniamo particolarmente, e che speriamo di poter rimettere in carreggiata quanto prima, tra cui la personale di Pietro Ruffo âLa politica delle stelleâ, un progetto di arte sonora e una collettiva dedicata allâinconscio e al sonno».
«Il percorso inizia con un faccia a faccia tra Davide DâElia e Leonardo Petrucci. I due artisti italiani hanno vissuto in simbiosi durante la residenza e dialogano oggi nella prima sala con due grandi site- specific», si legge nel comunicato stampa.
«Davide DâElia presenta Sunserif e la serie di lavori Fluo-tanti. A Port Tonic installato come un sipario/orizzonte tra lo spettatore e il mare, ricavato dalle strisce trasparenti divisorie dei cantieri Allufer-Tempesta e trattate ed assemblate, Sunserif scandisce lo spazio in galleria ârigeneratoâ e âraffreddatoâ: DâElia riadatta lâinstallazione mediante lâantivegetativa a lui cara. Tuttâintorno seguendo una scala cromatica dal freddo al caldo, si muovono su piuÌ piani le opere realizzate con acrilici su tartan o damascato dâepoca: le boe fluorescenti denominate Fluo-tanti».
«Petrucci realizza un disegno a muro di due metri per due dal titolo Hyper- Ammonite, un ipercubo i cui vertici sono definiti da 16 sculture inchiodate a muro e realizzate a quattro mani con la natura del luogo. Le sculture sono in cemento, acqua salata e conchiglie tritate e hanno la forma di ammoniti, dipinte con inchiostro di cefalopodi. Ciascuna di esse ricorda per la sua conformazione la spirale, immagine cara al Petrucci per la sua valenza alchemica e mistica e sta a delimitare una figura geometrica che lâocchio umano non puoÌ vedere per definizione poicheÌ dotata di quattro dimensioni.
Affiancano lâipercubo la serie di 16 Lazy eclipses realizzate con un lentissimo âpigroâ procedimento con carta nera su tela durante lâeclissi di luna verificatasi durante la residenza; le sculture âatmosfericheâ e il âGolden Nuggetâ un roccia basaltica trovata nei dintorni, dalla forma naturale giaÌ in seÌ scolpita e in cui lâartista ha inserito un ammonite dorata», ha spiegato la galleria.
«Nella seconda sala dialogano le opere di Valerio Nicolai e Ramiro Quesada Pons. Nicolai presenta Tempesta al prosciutto cotto, un grande dipinto raffigurante un taglio di prosciutto le cui venature sono veri e propri lampi di una tempesta. Lâartista realizza a Port Tonic alcuni lavori tra i quali questo soggetto, eseguito con la perizia pittorica che lo contraddistingue e una visionarietaÌ tale da rendere il soggetto poetico e sorprendente», ha proseguito la galleria.
«Ramiro Quesada Pons, artista argentino, avvolge lo spazio nel blu, le opere pittoriche a muro raffigurano un quotidiano surreale, ironico e profondo dove gli oggetti hanno un ruolo attivo, portando la narrazione al di fuori della tela e materializzandosi in sculture in taglia reale collocate sul tappeto come Pensieri paralleli e nelle immagini del video Delirio dâonnipotenza proiettato in un televisore anchâesso collocato a terra», si legge nel comunicato stampa.
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