Nelle pareti della Fucina del Futuro, nove dipinti della stessa dimensione, creati appositamente per lo spazio espositivo, vogliono narrare la visione artistica di Eddie Martinez che ruota attorno al suo essere, errante e girovago. Emblema di questo è il suo dipinto, BF 2420#15, 2023 raffigurante una farfalla, che diventa immagine dell’esposizione, a riprendere dunque il concetto di Stranieri Ovunque, tema della 60. Biennale d’arte, simbolo di autonomia e cambiamento. Altro motivo ricorrente all’interno della sua produzione è un volto, reso tramite una sequenza di cubi, che ritroviamo più volte nei suoi schizzi e all’interno dei suoi dipinti, fra questi Night Maze, 2024.
La farfalla, così come lo schematico volto, possono essere rintracciati più volte all’interno del grande tavolo collocato al centro della prima sala, che racchiude innumerevoli disegni dell’artista. Il grande tavolo che espone tutti questi suoi disegni dovrebbe rappresentare il pavimento dello studio di Eddie, «Solitamente quando vi ritorno dopo giorni di viaggio o giornate di lavoro, getto a terra tutti i miei disegni. A volte li raccolgo e li osservo, mentre agli altri rimangono lì, calpestati o macchiati di vernice».
I suoi dipinti non nascono però, come si potrebbe supporre, dai suoi schizzi, ma da questi che egli ne trae la sola ispirazione per la realizzazione delle sue opere finali. Esse sono infatti svincolate da qualsiasi ragionamento compositivo, in quanto frutto di un moto istintivo, un flusso di pensieri, espressione di un sentimento interiore a cui l’artista cerca di dare voce tramite colori e pennellate veloci.
I dipinti esprimono «il caos interno alla mia vita – ci racconta Eddie – sul quale influisce la città in cui vivo o viaggio». In Olive Garden, 2024 si trova infatti un pò di New York, città che lo accolse in età adulta a seguito di una vita dettata da continui viaggi e spostamenti che, trascinandolo da una regione all’altra degli Stati Uniti, non gli hanno conferito stabilità e serenità. Da questa sensazione di stranietà, egli non si separerà mai, diventando – se non protagonista – la causa di questa sua irrequietezza, o meglio caos, interiore.
Eddie Martinez, attraverso l’esposizione Nomader, ci offre una prospettiva unica sul significato di errare, conducendoci con lui in un viaggio di auto-scoperta, dove le sue tele diventano espressione di quel caos e bellezza che animano il suo mondo interiore. Le farfalle, simbolo di autonomia e cambiamento, assieme ai volti cubici e schematici, ci sussurrano storie di straniamento e ricerca di stabilità. Tramite questa sua esposizione, Eddie Martinez, ci invita ad esplorare il labirinto delle sue emozioni, lasciandoci immergere nel suo universo unico e affascinante.
Eddie Martinez è un pittore e scultore americano, attualmente vive e lavora a Brooklyn, NY. Egli è celebre per le sue opere murali di grandi dimensioni, che integrano la figurazione con l’astrazione, e che mettono in evidenza il suo distintivo segno grafico. Utilizzando tecniche come olio, smalto e vernice spray, Martinez realizza dipinti audaci e vibranti. Le sue opere riflettono un’interessante fusione di forme e figure su sfondi monocromatici; per la realizzazione delle sue opere egli integra infatti anche alcuni “oggetti trovati” per creare sculture che richiamano le forme esuberanti presenti nelle sue tele. Le sue opere sono presentate in prestigiose collezioni pubbliche internazionali tra cui il Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, PA; Museo de Arte de Puerto Rico, San Juan, Porto Rico; Museum of Contemporary Art, San Diego, CA; National Gallery of Art, Washington D.C.; Museo National Reina Sofia, Madrid, Spagna; Long Museum, Shanghai, Cina; e il Yuz Museum, Shanghai.
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