“L’arte salverà il mondo”. Con questo messaggio di speranza si apre la mostra “Obey Fidelity. L’arte di Shepard Fairey”, al Palazzo Ducale di Genova. Il messaggio di Shepard oggi, in un momento storico così critico, appare ancora più forte e incisivo, richiama alla resilienza e in qualche modo, ci invita non abbassare la guardia, a riconoscere i valori che ci appartengono e a rivendicare i nostri diritti, qualunque sia il nostro credo.
L’ambizione di Shepard di voler risvegliare il suo pubblico e di “farsi domande su tutto” si manifesta, in primis, agli inizi della sua carriera, nel 1989, quando l’artista sceglie il suo nome in codice OBEY. L’immagine-logo diventa ben presto iconica, anche grazie alla linea di abbigliamento che impiegherà questa immagine, ma ciò a cui mirava Shepard era capire come il pubblico avrebbe reagito alla sua provocazione, se si sarebbe fatto delle domande, se avrebbe indagato sul perché di quel nome. Ciò che Shepard chiedeva non era ricevere una risposta esatta, ma far arrivare il suo pubblico ad un esercizio intellettuale.
OBEY si esprime con il linguaggio della street art, intervenendo sul quotidiano, sui muri che ci affiancano durante la nostra camminata giornaliera, sugli edifici che si frappongono nel nostro percorso casa – lavoro, frastornandoci con immagini simbolo che non possono che farci riflettere su una varietà di temi e di urgenze che caratterizzano la nostra contemporaneità. Dal cambiamento climatico, alla politica, dal terrorismo, fino alle più recenti questioni riguardanti il sistema sanitario, oggi vessato dalla pandemia globale.
La sua opera più recente Valor & Grace Nurse (2020), vuole rendere omaggio agli operatori sanitari che stanno fronteggiando l’emergenza sanitaria in prima linea, celebrandoli quali eroi del contemporaneo, e sottolineando il valore umano e l’empatia che queste persone sanno offrire in situazioni di criticità.
A sostengo della comunità francese, duramente colpita dagli attacchi terroristici del novembre 2015, Shepard realizza l’opera Liberté, Egalité, Fraternité (2018), all’interno del più ampio progetto omaggio che consisteva nella decorazione murale di un edificio nel tredicesimo arrondissement. Attraverso questa immagine incisiva, propagatrice dei valori repubblicani di libertà, fratellanza e fratellanza, OBEY arriva a comunicare non solo con il pubblico della strada ma anche con i più alti esponenti politici e si pone a sostengo della campagna elettorale presidenziale di Emmanuel Macron.
Con la stessa incisività, OBEY ha sostenuto un altro esponente politico, con un’opera che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Obama Hope (2008) è il poster ideato dall’artista per la campagna presidenziale del 2008 di Barack Obama, divenuto poi il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti. I messaggi di speranza, cambiamento e progresso a cui l’immagine si accompagnava nelle sue svariate versioni, hanno portato lo stesso Barack Obama a ringraziare Shepard del sostegno ricevuto e per aver risvegliato il sentimento del popolo americano.
La mostra include altre opere iconiche dell’artista come Angela Davis (2009) e Panther Power (2007), a ricordo del movimento afroamericano degli anni Settanta, guidato da Angela Davis, divenuta un’icona della lotta femminista e dell’uguaglianza razziale; le serie We the People, Defend Dignity (2017) e We the Future, Rise to Rewrite the Law (2018) mettono in luce i volti di giovani leaders internazionali che si fanno portavoce di diversi temi tra cui il diritto di voto, i diritti degli immigrati, la partita dei sessi.
La mostra lascia un forte messaggio pacifista ed apre all’orizzonte etico del confronto, dell’esercizio alla consapevolezza di ciò che siamo e di ciò che potremmo essere, migliorandoci e adottano nuovi e più sani modelli di vita.
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