Il museo temporaneo navile – MTN presenta un nuovo format di mostre per continuare le sue attività nel rispetto del distanziamento sociale prescritto in questi giorni e arricchendo così l’offerta culturale di Bologna che, lentamente, riparte dopo questi mesi di stop forzato. Dal 5 giugno prende avvio di un ciclo di interventi “in esterna”, progetti site specific che hanno come oggetto di indagine le grandi vetrate che caratterizzano il museo, intese come elemento di confine e di soglia, luogo di congiunzione tra il dentro e il fuori, tra il tempo della vita che scorre e quello dell’attesa per una nuova ripartenza. Inaugura questa nuova stagione espositiva del museo temporaneo navile Sabrina Muzi che, per l’occasione, presenta Intramondo, una grande installazione che alterna pittura e disegno su carta, creando uno scenario suggestivo e unico che popola le vetrate cha si affacciano su via John Cage di oggetti d’uso comune e di forme archetipiche, assieme a inserti vegetali scelti come simboli di una rinata energia e spiritualità umana.
«In questi giorni di stasi forzata – racconta Muzi – ho pensato a quanto non siamo così diversi da un leone affamato in cerca della sua preda, da una pianticella che cerca di sopravvivere sbucando dal duro cemento che l’ha sepolta, da un uccello che si ripara nel suo nido e, infine, anche da organismi submicroscopici che mutando sfidano la morte a scapito di vite altrui. In periodi in cui la fine del nostro corpo fisico sembra essere il fantasma quotidiano, durante guerre, carestie, terremoti o epidemie, come in questo momento che sta coinvolgendo il mondo intero, la tentazione sempre più presente è quella di parlare di vita. Di pensarla come a un ciclo continuo e inarrestabile dove il ‘morire’, inteso nel significato più ampio della fine di un percorso, non è altro che un rinascere».
Le silhouette che Sabrina Muzi dipinge sul vetro del museo temporaneo navile abbondano nelle loro forme di sensualità e misticismo, sospese in «luogo fatto di segni/segnali, un racconto prelinguistico, che racchiude energie primigenie che fondono esseri umani, animali, vegetali, un mondo di relazioni e connessioni». Di contro, le grandi carte, leggere ed eteree ci restituiscono «l’idea di una natura sempreverde, vitale, onnipresente, che ciclicamente si rinnova», conclude l’artista.
Vero e proprio esempio di museo di quartiere, in poco più di un anno di attività, MTN ha assunto il ruolo di centro culturale e di aggregazione per il Navile, zona della città di Bologna subito a ridosso della nuova stazione dell’Alta Velocità. L’idea vincente dei curatori, Marcello Tedesco e Silla Guerrini, è stata quella di mettere al centro del loro interesse il rapporto con il visitatore cercando «di favorire nella collettività una propensione al pensiero creativo cioè la capacità di elaborare in modo positivo tutta questa serie di traumi che contraddistinguono il mondo contemporaneo», come chiarisce Tedesco.
Niente manufatti preziosi ma intrecci di relazioni rinsaldate anche durante il periodo chiusura del museo, con il progetto “L’essere umano come opera d’arte”, basato sull’invito a produrre un’opera e a certificare la propria energia creativa. Un progetto che è nato dalla consapevolezza di come sia «necessario, sia in ambito prettamente artistico che sociale, introdurre delle nuove narrazioni sull’essere umano. È un discorso che in Italia era già stato affrontato negli anni Settanta da una figura importantissima come Cesare Zavattini o anche dal meno conosciuto Giorgio Cesarano. Oggi le forze che si contendono la rappresentazione dell’essere umano sono nel migliore dei casi parziali e nel peggiore sfiorano la bestialità, la sub umanità. Senza il lavoro preliminare sull’essere umano ogni cosa rischia di essere inutile, dannosa, decorativa».
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