21 settembre 2022

Oscar Murillo, o l’arte della partecipazione

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"A Storm Is Blowing From Paradise" di Oscar Murillo è una mostra che va vissuta, sentita ed indossata ma sopratutto va guardata con occhi grandi come quelli dei bambini, ed ascoltata con le orecchie degli adulti per non perdere troppo la visuale di ciò che siamo

Oscar Murillo, Disrupted Frequencies (detail)

Riflettere su cosa pensano gli altri, a come sia necessario che si esprimano, sopratutto in tenera età è qualcosa che non appartiene a tutti noi. Frequencies è un progetto nato nel 2013 ed a volerlo fortemente è stato l’artista colombiano Oscar Murillo, che tra le altre cose è l’attuale vincitore del pregiato Turner Prize.
Ovunque andasse Murillo con il suo staff, chiedeva agli alunni delle varie scuole che incontrava in più parti del mondo, di esprimersi con massima libertà su tele grandi e piccole montate appositamente in quegli istituti per un breve periodo. Il risultato di questo progetto a multi mani è parte della mostra: “A storm is blowing from paradise”, che potete visitare a Venezia dal 17 settembre al 27 novembre negli spazi della Scuola Grande della Misericordia in sestriere Cannarggio. Chi sono questi ragazzi? Si parla di studenti tra i 10 e i 16 anni che provengono da più di 400 scuole in oltre 30 nazioni, tra cui Brasile, Cina, India, Italia, Giappone, Kenya, Libano, Nepal, Sudafrica, Svezia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e molti altri. Il dato stupefacente di questo progetto è che ad oggi sono più di 100 mila studenti ad aver partecipato.

Oscar Murillo potrait by Michele Amaglio courtesy the artist

La mostra di Murillo si presenta a gli occhi dei visitatori su due piani, il primo con alcune strutture adibite per contenere le varie tele prodotte dai vari studenti, con l’ausilio del personale in mostra potete farvi accompagnare a scoprire anche i pezzi più nascosti. Il viaggio all’interno della mostra prosegue con un lavoro sonoro in sottofondo che fa parte anche questo del progetto Frequencies udibile per l’intero spazio espositivo. In mostra troverete anche un enorme cubo dove al su interno, i visitatori potranno scoprire la nuova collezione di sculture indossabili Arepas y Tamales realizzate dall’artista stesso. Motivi e disegni provenienti dalle tele dei bambini, sono stati trasformati digitalmente in abiti virtuali che i visitatori possono “indossare”, attraverso video proiettori che illuminano le pareti e rispondono al movimento nello spazio.

Frequencies by Oscar Murillo at Cardinal Pole Catholic School, London

Al secondo piano invece potremo trovare: The Istitute of Reconciliation (2014 – presente) installazione di tele nere dell’artista colombiano, posizionate sul soffitto del XVI° secolo della Scuola Grande della Misericordia immerso tra gli affreschi, queste grandi tele nere che lo hanno reso famoso nell’ambiente dell’arte e che magari avrete visto all’ingresso di una biennale di Venezia di qualche edizione fa, sono di grande impatto ed allo stesso tempo anche se il colore non induce a questo, per l’artista simboleggiano speranza. Sempre in questo piano potremo trovare opere della serie Frequencies realizzate dall’artista stesso nelle ore di volo tra un paese e l’altro e sono opere realizzate con una grande gestualità e per la maggior parte da movimenti istintivi. Queste opere sono la riflessione di Murillo sulle connessioni ed i segni creati dagli studenti sulle proprie tele, un analisi nell’analisi. Per terra sculture di granoturco e argilla che fanno riflettere su come questo elemento sia un ingrediente comune, una connessione comune, in quanto la preparazione del granoturco è parte della quotidianità di diversi Paesi del mondo.

Oscar Murillo, Disrupted Frequencies (detail)

Questo evento perchè di questo si tratta, non è il classico evento espositivo a cui Venezia è abituata, ma è qualcosa di magico e raro per forza, bellezza e tematica. “A Storm Is Blowing From Paradise” è una mostra che va vissuta, sentita ed indossata ma sopratutto va guardata con occhi grandi come quelli dei bambini, ed ascoltata con le orecchie degli adulti per non perdere troppo la visuale di ciò che siamo.

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