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Other identity #44. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Natasa Korosec
Arte contemporanea
Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistato è Natasa Korosec.
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Other Identity: Natasa Korosec
Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?
«Ho impostato la mia ricerca artistica toccando principalmente due tematiche- identità e libertà. Dopo 30 anni d’artista posso dire che ho una identità artistica liquida – come dice il caro Bauman, che cambia secondo il mood, la tematica e la tecnica che sto affrontando. Ciò richiede un continuo aggiornamento, studio e dedizione quasi maniacale».
Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?
«In alcuni miei lavori, come nello scarafaggio e nelle performance, ho trovato la mia parte “dark” e forse quella più vera. Mi sento l’outsider e un po’ lo sono per davvero, non solo nel mondo dell’arte, ma anche nella vita, vita privata».
Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?
«Oggi è molto importante come si appare e non come si è per davvero o dal vero, vedi il caso dei social. Non mi piace la parola apparire, cerco di essere, essere me stessa, e a volte sono tante cose. Sono professionale, amante dell’arte e della cultura, ma sono anche affezionata ai gatti e alle banane».
Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?
«Cerco sempre di più di semplificare fino “all’osso” il linguaggio, il gesto, la linea, il colore, spesso creando un mix di linguaggi come binomio tra installazione-scultura o mix tra happening-installazione-performance-poesia. Mi piace mostrare la bellezza del vuoto, la leggerezza della ombra, il peso di un gesto, il suono di un ricordo, cerco l’essenziale».
ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?
«Mi definirei più l’artista che ha mondo negli occhi».
Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?
«Nessuna, sono già somma di diverse identità. Padre austriaco-sloveno, di una famiglia capitalista e anarchico, madre ungherese-croata, di una famiglia partigiana e comunista. Sono nata in ex-Jugoslavia. Vivo in Italia. Parlo diverse lingue. Ho studiato in tre università. Due mariti. Sono in continua metamorfosi e la metamorfosi kafkiana è il tema ricorrente nei miei lavori».
Biografia
Nata in Croazia nel 1974, Natasa Korosec vive e lavora a Brescia, dove dopo il Diploma in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia consegue il Master in Marketing per le imprese di arte e spettacolo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia.
Lavora da sempre in un contesto multidisciplinare muovendosi negli ambiti scientifici e artistici elaborando i concetti della libertà e dell’identità, esprimendosi attraverso forme e linguaggi differenti. Ispirandosi ed elaborando i pensieri del sociologo Zigmunt Bauman ha realizzato una serie di lavori performativi che sono una riflessione, sulla società e sull’uomo contemporaneo.
Negli ultimi anni lavora sui progetti installativi legati ai concetti della metamorfosi, al mondo degli insetti e delle piante. Promuove la creatività in vari ambiti, conduce i laboratori creativi per i bambini e adulti, collabora con le associazioni e le biblioteche dove promuove lettura e scrittura delle poesie. Ha partecipato a numerose mostre nazionali ed internazionali.