30a edizione del Salon du Dessin. Foto: Nicolas Robert, Barbagianni, collezione M & Mme Pierre Rosenberg. ©Suzanne Nagy.
Due giorni a Parigi nella settimana del disegno, inaugurata dal record stellare di un Michelangelo da € 23 milioni (qui). Un fine settimana all’insegna della carta, tra i corridoi ampi del Salon du Dessin (qui), della Drawing Now e della prima edizione della Paris Print Fair (qui). Ma anche l’occasione perfetta per un giro tra musei e gallerie, proprio ora che nomi come Galerie Lelong, Galleria Continua, Thaddaeus Ropac e Perrotin prendono parte al Paris Gallery Weekend. Tutti gli appuntamenti imperdibili tra le rue assolate della Ville Lumière, aperte in via eccezionale fino a domenica alle 18.
Prima tappa, la nuovissima Paris Print Fair, la fiera dedicata ai maestri dell’incisione in scena dal 18 al 22 maggio. I protagonisti: nomi di ogni epoca – dal contemporaneo Bernar Venet, all’antico Albrecht Dürer, fino ai moderni Alberto Giacometti ed Edgar Degas – che dialogano negli stand di 19 espositori europei tra eterne tecniche e sperimentazioni. Solo la location meriterebbe una visita a parte, in effetti, è il Réfectoire du Couvent des Cordeliers nel cuore del VI arrondissement. Ma quanto costa un old master in versione on paper? Lo abbiamo chiesto al co-fondatore Nicolas Romand (trovate la nostra intervista qui).
Trentesima edizione, 39 gallerie internazionali in scena e a confronto sotto il cielo di Palais Brongniart. Tanti anche i nomi italiani, inclusi Enrico Frascione, Romano Fine Art e la Apolloni Laocoon, alla loro prima partecipazione. Qualche stand su cui soffermarsi? Certamente la Maurizio Nobile Fine Art, che punta i riflettori, tra gli altri, sul raffinato pastello Portrait de jeunne femme di Gino Severini; c’è la Galerie de Bayser, la Femme s’èpongeant la nuque porta la firma di Edgar Degas; e poi ancora il booth di Ambroise Duchemin, con quelle teste di François Lemoyne che sembrano parlarsi, senza incontrarsi mai.
Parola d’ordine: contemporaneo. Più precisamente, il disegno degli ultimi 50 anni, in tutte le sue declinazioni. Siamo al Carreau du Temple, alla 15esima edizione della Drawing Now Art Fair – ve ne parlavamo qui, a poche ore dall’apertura. Quattro pit stop consigliati: Ms. Coral Browne di Ruth Marten, esposto dalla Van der Grinten Galerie, con un nudo imprigionato tra i coralli – e che non sembra intenzionato a uscire; il candelabro Sans Titre di Nuno Lorena alla Nosbaum Reding di Lussemburgo, quasi un fermo immagine di un film di Tarkovsky; per finire, le miniature di Kubra Khademi in bella vista alla Galerie Eric Mouche, seguite dagli acquerelli a tinte accese di Léo Dorfner da Claire Gastaud (It was definitely time to call it a night!).
Valerio Adami da Templon, Vincenzo Agnetti e Paolo Scheggi da Tornabuoni, Lucas Arruda da David Zwirner, una collettiva di Cristina BanBan, Nick Doyle e Mark Ryden tra le mura patinate di Perrotin. Ma anche la prima mostra di Carlotta Bailly-Borg alla Praz-Delavallade, con quei corpi selvaggi, nudi, grotteschi, a tratti sfuggenti, che – dice la galleria – «sembrano divertirsi nel loro vuoto». E poi Amoako Boafo, protagonista assoluto della Mariane Ibrahim con la sua ultimissima produzione, forte delle pazze performance d’asta che, solo nel 2021, hanno fruttato un turnover da $ 9,2 milioni. È il Paris Gallery Weekend, l’evento diffuso tra 127 gallerie di Parigi, giunto quest’anno alla sua 9° edizione. Sono 302 artisti di 36 diverse nazionalità, tutti visibili gratuitamente da un polo all’altro della Ville Lumiére. Per tutti i dettagli, potete dare un’occhiata qui.
Ultimo punto della nostra rassegna, le mostre temporanee sparse per la città. A partire dalle donne fluttuanti di Boldini, in scena al Petit Palais con Les plaisirs et les jours (fino al 24 luglio). Al Centre Pompidou, l’astrattista americana Shirley Jaffe – parigina d’adozione – trova spazio in una retrospettiva che include le opere donate alla sua morte (fino al 29 agosto). Un elefante, una rosa, un cappello: il Piccolo Principe è il protagonista della delicata esposizione al Musée des Arts Décoratifs, con una sfilata di foto, disegni e filmati che ripercorrono a tinte tenui il racconto più tradotto al mondo (fino al 26 giugno). Il Musée de l’Orangerie dà vita a un dialogo tra impressionisti e arti decorative, nella mostra Aux sources des Nymphéas (fino all’11 luglio). E chiudiamo l’elenco con Pionnières, dove artiste come Tamara de Lempicka, Sonia Delaunay e Tarsila do Amara ripercorrono il fermento creativo delle avanguardie del Novecento (fino al 10 luglio).
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