Nella notte di Stoccolma sul tetto dell’Istituto Italiano di Cultura C.M. Lerici svetta da qualche giorno Power Joy Humor Resistance, imponente installazione luminosa a neon realizzata da Monica Bonvicini nell’ambito della 16esima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.
Collocazione speciale per quest’opera – con la curatela di Adriana Rispoli – non solo per la funzione di importante livello culturale del luogo (dove si potrà vedere fino al 28 febbraio 2021) ma anche per essere esso stesso opera d’arte totale in quanto realizzato da Gio Ponti ed inaugurato nel 1958; esempio fra i più riusciti della sua idea di architettura come stile dell’abitare e rappresentazione della collaborazione fra diverse culture.
Opera dedicata alla parola questa di Monica Bonvicini, artista italiana naturalizzata berlinese tra le più importanti della sua generazione. Installazione che alla parola regala luce attraverso l’uso del linguaggio come medium scultoreo, il ricorso a materiali industriali, l’interesse per l’architettura e per tematiche quali la parità di genere, sue caratteristiche distintive rappresentate anche in questo lavoro.
Ultima della trilogia con cui si chiude una serie si lavori site – specific di artisti contemporanei iniziata con l’obiettivo di valorizzare l’arte italiana in Svezia sottolineando il ruolo dell’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma, nato come luogo di dialogo e di incontro tra due culture.
Nel 2018, infatti, l’Istituto aveva ospitato Relatonal, installazione luminosa di Bianco-Valente, mentre nel 2019 Mariangela Levita aveva realizzato TUTTO.Leonardo dedicata ai 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci (entrambi i progetti a cura di Rispoli).
È questo certamente un momento particolare per la Cultura e l’Arte in genere per cui chiediamo a Maria Sica, direttrice dell’Istituto di Stoccolma, come si sia vissuto e si viva, oggi, questo periodo in un contesto, sia pur legato all’arte e alla cultura italiana ma decisamente internazionale .
“La cultura ai tempi del Covid – ci risponde Sica – ha mostrato ancora una volta quale ruolo centrale abbia nelle nostre vite. Sia perché non è stata risparmiata dalla pandemia, i luoghi della cultura sono stati chiusi a causa delle restrizioni o hanno visto enormemente limitata la loro accessibilità, sia perché, al di là delle nostre valutazioni,viene oggettivamente annoverata tra i determinanti sociali della salute con impatto sul benessere, così come definiti dall’OMS.
La proliferazione di iniziative culturali in digitale ne è la dimostrazione, perché la cultura è il filo rosso che attraversa le nostre vite e ci tiene uniti.
Per noi – continua la Direttrice dell’Istituto di Stoccolma – in questo frangente storico, la Cultura è necessità, impegno, sfida.
All’indomani dell’emergenza abbiamo tempestivamente rivisto la nostra programmazione e mutato non soltanto le modalità di organizzazione e comunicazione ma anche rivisto i contenuti da proporre. Abbiamo chiesto agli artisti di raccontarsi attraverso i nostro social, abbiamo chiesto loro di scegliere un valore di riferimento cui appellarsi come una bussola per non smarrire la direzione delle nostre vite”.
“Questa estate – prosegue Maria Sica – abbiamo invitato Monica Bonvicini per un lavoro da realizzare nella nostra sede, dove dedichiamo molte delle nostre energie al contemporaneo e lei ha scelto di realizzare una scultura luminosa che riporta una citazione evocativa e perfetta in questo nostro tempo, segnato da un metronomo vertiginoso. Un testo carico di significati che convergono tutti verso il senso di un impegno energico, imperativo, per la resistenza e il cambiamento.
È un’opera che costituisce una risposta alle domande urgenti che ci attraversano e nella quale ci identifichiamo completamente. Dopotutto la gioia e’ una forma di resistenza e lo humor una straordinaria capacità/potere di adattamento”.
Monica Bonvicini è artista, infatti, solita nell’affrontare temi quali il femminismo, la questione di genere e l’esercizio del potere. Tra il 2019 e il 2020, in particolare, ha concentrato la sua ricerca sulla lotta femminista, che si configura come una forza positiva e costruttiva, se accompagnata da un obiettivo. Tali tematiche ricorrono soprattutto nelle opere realizzate sotto gli stimoli delle recenti manifestazioni internazionali e dell’isolamento imposto dalla pandemia Covid19. Da tale contesto, è nata una serie di disegni realizzati con pittura spray, basati su citazioni tratte da saggi e poesie inerenti ai temi affrontati dall’artista, la quale rielabora tali frasi in modo creativo al fine di ottenere una nuova forma di poetica. A questa serie appartiene, ad esempio, l’opera Power Joy Humor and Resistance realizzata in pittura spray, che Bonvicini riprende concettualmente nella grande scritta a neon collocata ora sul tetto dell’Istituto di Stoccolma.
Un lavoro ispirato anche dal libro ormai diventato cult di Soraya Chemaly Rage Becomes Her. The Power of Women’s Anger nel quale la giornalista statunitense esorta le donne a trasformarsi attraverso la gestione della propria rabbia ed insoddisfazione, facendole diventare strumenti di cambiamento personale e sociale, utili per captare ingiustizie e ostacoli frapposti subdolamente alla propria crescita .
Ostacoli posti, soprattutto, anche dal linguaggio.
Monica Bonvicini sfrutta, così, il potere della semiotica commerciale per inviare a noi un messaggio positivo nell’oscurità del lungo inverno svedese.
Belle, allora, queste parole luminose che si stagliano nella notte.
Bella questa scelta e questa specie di mantra di cui appropriarci anche noi: Power- Joy- Humor – Resistance.
Da tenere a mente, nella lunga e difficile, ma speriamo feconda, notte della cultura e delle arti, oggi, nel mondo.
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