-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Pensare come una montagna: alla GAMeC di Bergamo il secondo appuntamento
Arte contemporanea
Ha inaugurato il 5 ottobre 2024 il secondo ciclo del programma biennale Pensare come una montagna, cominciato lo scorso maggio alla GAMeC di Bergamo, sotto la direzione di Lorenzo Giusti. Il titolo, ispirato all’omonimo pensiero dell’ecologo e ambientalista Aldo Leopold, chiede di vivere la natura in una dimensione di unione e armonia. Questa concezione si avvale anche di un monito: in quanto parte indispensabile e integrante dell’esistenza umana, essa deve essere trattata con rispetto. L’evento è, dunque, un inno alla vita ma anche un invito alla riflessione. Come nello scorso appuntamento, esso coinvolge non solo la città di Bergamo ma anche le zone limitrofe, dalle valli ai paesaggi fluviali fino alle Alpi Orobie.
A completare il quadro di Pensare come una montagna, si è consolidata anche una stretta collaborazione con le realtà imprenditoriali, che diventano testimoni ma soprattutto attori importanti della rete. Questo progetto diffuso ne è la prova. La linfa vitale risiede nel dialogo costante con la natura: «è un invito a mettere in connessione artisti anche internazionali con il nostro territorio e le comunità locali, esplorando insieme tematiche urgenti e universali», ha affermato Elena Carnevali, Sindaca del Comune di Bergamo.
Dalla Biennale Gherdëina alla GAMeC di Bergamo
Una delle sedi espositive è la GAMeC di Bergamo. Qui, lo Spazio Zero accoglie alcune delle opere della nona Biennale Gherdëina, curata da Giusti, dal titolo Il Parlamento delle Marmotte. I lavori degli artisti partono da punti differenti che spaziano dalle Alpi al profondo Mediterraneo. Il terreno comune tra queste aree apparentemente lontane è il rapporto contrastante tra uomo e natura selvaggia nell’era del capitalocene.
Tra questi, saltano all’occhio gli scatti di Andro Eradze, che immortala alcuni animali impagliati. La sua serie fotografica ricorda la strana ossessione dell’uomo di uccidere per cercare di restituire il respiro attraverso la tecnica. La performer Marta Cuscunà esplora la dimensione teatrale a Casnigo per soffermarsi sul concetto di interconnessione, che mette in relazione tutti gli esseri viventi. In occasione di questo secondo appuntamento, è stato presentato anche En Ausencia, di Caterina Erica Shanta, che rappresenta la GAMeC all’Artists’ Film International.
L’orto botanico: dall’ex polveriera al Giardino d’Inverno
All’interno del Giardino d’Inverno, situato nel suggestivo Orto Botanico “Lorenzo Rota”, le grandi tele di Yesmine Ben Khelil si affacciano sulla città. Rien ne pourra nous separer / Niente ci potrà separare nasce da una scoperta: il ritrovamento della pianta erbacea Acanthus, presente sia in Italia che nella terra natìa dell’artista tunisina. Le grandi foglie d’Acanthus mollis, dipinte da Ben Khalil, pendono dal soffitto e scendono morbide sul pavimento, celando, tra gli steli, una figura femminile. Si tratta della ninfa Acanto, che viene trasformata nell’omonima pianta nel tentativo di sfuggire ad Apollo. Da questa epifania scaturisce il parallelismo tra le diverse aree del Mediterraneo che, seppur vicine, sono caratterizzate da dinamiche spinose. Con la sua installazione, Ben Khelil mira a risanare questo rapporto contrastante, affidando alla natura il testimone per condurre una riflessione sulle ferite sociali e culturali.
Qualche gradino più in basso, una luce verde brillante e un suono quasi assordante escono dall’ex Polveriera Superiore. È Dry Days, Tropical Nights, di Agostino Iacurci, presentata lo scorso anno alla torre di Largo Treves a Milano. Esposta dopo un riadattamento, l’opera parla del cambiamento climatico ispirandosi al libro di Telmo Pievani e Mauro Varotti Viaggio nell’Italia dell’Antropocene (2021). Il racconto parla di un’Italia irriconoscibile per il cambiamento climatico, un Grand Tour del XXIII secolo che esaspera lo scenario attuale. Palme e cactus altissimi, realizzati con materiali statici come il ferro e il neon, concedono al pubblico un paesaggio sonoro e visivo quasi post-apocalittico, ma allo stesso tempo accogliente. A completare il quadro, una luce magenta posta sull’ingresso mima lo spettro luminoso del sole, contribuendo alla creazione di un’atmosfera elettrificata.
La Festa del Pane/Bread Baking Party di Vertova: il rito collettivo di Pensare come una montagna
Dalla GAMeC di Bergamo, Pensare come una montagna si estende anche nelle zone limitrofe. Una grande opera-forno, Brenda (2022), è pronta ad accogliere il pasto all’interno del cortile dell’ex Convento – oggi Circolo degli anziani – a Vertola. L’autore è l’artista argentino Gabriel Chail, che mescola le proprie origini con le usanze e tradizioni dei dintorni bergamaschi. Ispirandosi alle ollas populares argentine, in cui la condivisione è tra gli aspetti primari, Chail propone un Bread Baking Party, in cui vengono serviti Michini di San Patrizio, una tipologia di pane benedetto, e tagliatelle fatte a mano, il tutto realizzato e cotto sul momento usando in parte anche il forno in argilla. Una vero e proprio rito collettivo in cui artista, pubblico e cittadini si riuniscono insieme per consumare il pasto.