L’edizione speciale di Torino Art to Date di Untitled Association rappresenta uno strumento utile a chiunque abbia una passione per l’arte contemporanea o faccia parte della sua rete professionale. La mappa cartacea è reperibile all’interno dell’ultimo numero onpaper di exibart, il 106, e in svariati punti tra gallerie, fondazioni e musei della città e si pone l’obiettivo di raccogliere le proposte più interessanti che durante e dopo la settimana dell’arte torinese animano lo scenario cittadino. Questa volta, per salutarvi, vi proponiamo due appuntamenti: Rebecca Moccia da Mazzoleni e Agnieszka Polska da Associazione Barriera.
L’attenzione di oggi si concentra anzitutto sul progetto che Rebecca Moccia ha portato qualche giorno fa da Mazzoleni. “REBECCA MOCCIA: Rest Your Eyes”, a cura di Gaspare Luigi Marcone, rappresenta la terza edizione del progetto Windows, format che consiste nella realizzazione di una mostra-concept dedicata ad un unico artista e visitabile dall’esterno di una delle vetrine della galleria in via Cernaia 1.
Dalle 17 del pomeriggio, infatti, proprio a questo indirizzo sarà possibile visitare l’installazione, che Moccia ha incentrato su differenti percezioni dello spazio: si passa dalla forma di contenuto a quella di contenitore, dalla dimensione mentale a quella fisica e ancora al rapporto che lo spazio è in grado di creare tra privato e pubblico.
L’interno dello spazio acquisisce essenzialmente dei lineamenti domestici, che si riescono ad intravedere attraverso la pellicola semitrasparente stesa sui vetri, a simulare l’effetto del vapore che li appanna. È in quest’atmosfera che notiamo, infine, come il tutto sia immerso nelle tonalità della cronaca quotidiana proveniente da una fonte luminosa nascosta e sintonizzata su un canale di informazione.
Dall’esposizione in vetrina ci spostiamo al 25 di via Crescentino, dove proprio ieri Associazione Barriera ha inaugurato la mostra personale di Agnieszka Polska dal titolo “I Call your Name”, che interroga la responsabilità di cui ognuno di noi è investito nei confronti delle odierne questioni ambientali. Nelle sue opere l’artista utilizza fotografie animate e sequenze filmate, abbinando la sua prospettiva a una scelta acustica che diventa un tutt’uno con la dimensione visiva.
“I call your name” consiste, dunque, in una nuova installazione sonora, The Happiest Thought, presentata insieme alle diverse opere fotografiche, le quali creano un’ambientazione assimilabile a una sessione di ipnosi, durante la quale lo spettatore è invitato a sperimentare l’atmosfera della foresta mentre è circondato da suoni e input visivi.
L’intenzione di Polska è quindi quella di condurre il pubblico in un viaggio allucinatorio che sovrappone riferimenti storici al senso poetico di interpretazione, dando vita a un’aura catastrofica su scala cosmica.
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