PERFORMATIVE, giunta ormai alla quarta edizione (dal 12 al 14 settembre), è il frutto della collaborazione tra il MAXXI Museo de L’Aquila e l’Accademia di Belle Arti di Roma. L’evento continua ad esplorare nuovi concetti dell’arte partecipativa offrendo una serie di relazioni collettive. Sin dal suo esordio, il festival si è caratterizzato per la scelta di una parola chiave a caratterizzare ogni edizione. La spina dorsale che ha dato origine ad oltre 20 appuntamenti porta il concetto di Partecipazione, in cui artisti, performer e musicisti internazionali e locali hanno coinvolto attivamente il pubblico. Tra performance collettive e laboratori, il fruitore è diventato parte integrante del processo, come in Terre Sonanti – Il Mammut, simbolo identitario della città.
Alza la testa Melting Pot di Marco Torrice che ha portato con sé la creazione di un laboratorio partecipativo culminante in una processione e festa pubblica in piazza. Qui, l’opera si fa esperienza collettiva, in un continuo scambio tra artisti e partecipanti, creando un perfetto spazio relazionale dove l’opera d’arte prende forma attraverso il contributo e il coinvolgimento attivo del pubblico. La partecipazione, intesa come comunicazione tra i corpi e come dimensione politica, si riflette anche nei talk, con interventi di personalità di spicco come Giuseppe Armogida, Cecilia Guida, Giacinto di Pietrantonio e Ilenia Caleo e con il suo spettacolo in co-formance Tiziano Scarpa che esplora con umorismo e profondità le virtù e i vizi della nostra contemporaneità.
Il rapporto con la città dell’Aquila è un altro tema centrale: PERFORMATIVE si propone come un ponte tra l’Accademia, il Museo e il territorio, con l’obiettivo di costruire una relazione partecipativa e duratura. Questo festival è riuscito a tenere allenata l’occasione di crescita e di apertura, non solo per gli artisti coinvolti ma anche per la comunità, dando l’opportunità agli studenti dell’ABAQ di lavorare a stretto contatto con personalità di fama nazionale ed internazionale, come Alix Boillot, Myriam Laplante e Lucia Bricco con i loro colleghi dell’Ecole Supérieure d’Art Annecy- Alpes. Inoltre, la collaborazione tra gli studenti dell’Accademia e gli artisti rappresenta l’esempio di come l’arte diventi terreno di scambio e formazione continua, dove le idee e le esperienze si intrecciano e si arricchiscono reciprocamente. PERFORMATIVE 04 si configura come un’opportunità di crescita e ricerca per tutte le parti coinvolte, creando un dialogo duraturo con il tessuto cittadino, ponendosi come catalizzatore relazionale, capace di far entrare in dialogo i corpi e superando l’immaginario contemplativo dell’elaborato artistico che si fa esperienza condivisa, in cui il valore dell’individuo si fonde con il territorio, mettendo in luce quanto sia complesso collaborare alle sfide dell’arte partecipativa e su come le responsabilità siano distribuite su tutte le parti attive al progetto e su come i corpi che agiscono insieme siano potenti strumenti politici e sociali.
PERFORMATIVE ha proposto la ricchezza della sua eterogeneità, risultando in definitiva una vera e propria risorsa per stimolare riflessioni multiple sul concetto politico di partecipazione attraverso vere forme radicali di sperimentazione; è l’esempio di come la performance contemporanea possa non solo interagire con lo spazio museale, ma anche con il territorio circostante e la comunità locale. La volontà è quella di radicarsi nella città, promuovendo il dialogo tra il pubblico e gli spazi urbani attraverso la partecipazione, ponendo l’accento su come possa accadere che gli spazi pubblici siano progressivamente diventati luoghi svuotati di comunicazione umana diretta. Tutto questo è andato oltre la semplicistica visione estetica, ma destinando al pubblico una fruizione attiva collocandolo in una sfera di micro-comunità, portando i coinvolti a riflettere sull’ impatto delle proprie dinamiche sociali e culturali. Hanno collaborato alla curatela Chiara Bertini, Fanny Borel, Anne Palopoli e Donatella Saroli del MAXXI ed Elena Bellantoni e Silvano Manganaro, docenti dell’Accademia di Belle Arti.
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