Ultime settimane dell’anno, tempo non solo di bilanci ma anche di programmi: dopo l’HangarBicocca di Milano, Palazzo Strozzi di Firenze e il MADRE di Napoli, questa volta è la GAMeC di Bergamo a presentare i progetti espositivi dei prossimi mesi, tra artisti delle generazioni più giovani e maestri del contemporaneo. La smaterializzazione dei processi, la conservazione delle memorie e la svolta ecologica saranno i tre temi principali indagati dal museo nei prossimi due anni di programma, sotto la direzione di Lorenzo Giusti.
Si va, quindi, dal 2022, con una retrospettiva di Christian Frosi, una personale di Dora Budor e un’installazione di Anri Sala a Palazzo della Ragione, fino al 2023, anno in cui Bergamo e Brescia saranno capitali italiane della cultura, con i solo show di Vivian Suter e Rachel Whiteread. In mezzo, un probabile spostamento: la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, che attualmente si trova nell’ex monastero di Santa Maria del Paradiso, un edificio storico, risalente al ‘400, da tempo era alla ricerca di un’altra struttura in cui spostare la propria sede: l’ha trovata poco distante, nel Palazzetto dello Sport di via Pitentino. I lavori, per circa 13 milioni di euro, inizieranno dopo settembre 2022.
«La fase trans-pandemica che stiamo attraversando e l’appuntamento di Bergamo e Brescia capitali italiane della cultura nel 2023, ci hanno spinto a inquadrare all’interno di un’unica prospettiva di senso i progetti e le attività del prossimo biennio», ha dichiarato Giusti. «Un lungo periodo in cui, attraverso l’arte e la parola, porteremo l’attenzione su alcuni grandi questioni del nostro tempo – la conservazione delle memorie e dei dati, la smaterializzazione dei processi, la svolta ecologica – sempre tenendo fede alla proiezione storica, orizzontale, che la GAMeC ha adottato nei propri progetti a cavallo tra XX e XXI secolo e senza dimenticare l’attenzione per le possibilità di conforto e di cura che l’arte e la cultura condivise possono fornire».
Per ricordare il trentesimo anniversario della fondazione della GAMeC, aperta per la prima volta al pubblico nel novembre del 1991, Radio GAMEC traccerà la storia dell’arte di quanto accaduto, identificando un elemento rappresentativo per ogni anno, insieme a ospiti internazionali. Un occhio anche alla collezione permanente, anzi, “impermanente”, che a partire dal 10 marzo 2022 presenta il suo terzo atto, continuando a mettere in evidenza la sua natura ibrida. Dopo i primi due capitoli della rassegna, la terza mostra, a cura di Sara Fumagalli, Valentina Gervasoni e Angela Fabrizia Previtali si concentrerà sugli anni Duemila. Focus quindi su una selezione di opere realizzate negli ultimi 20 anni ed entrate in tempi diversi a fare parte della Collezione, come quelle di Latifa Echakhch, Rochelle Goldberg, Isabelle Cornaro e Anna Franceschini, che analizzano alcune tendenze della produzione artistica contemporanea. A questo nucleo di opere saranno affiancati lavori di artisti italiani della generazione Y chiamati a dialogare con le tematiche individuate.
I primi progetti personali saranno presentati il 9 giugno 2022, incentrati su due artisti nati a metà degli anni ‘70. Uscito dalla scena “parlante” dell’arte contemporanea da dieci anni, avendo preferito il silenzio alle definizioni, a Christian Frosi (1973) è dedicata la retrospettiva curata da Nicola Ricciardi. Le sue opere assumono la forma di evanescenti nuvole di schiuma o stendini da bucato sospesi a mezz’aria, di hula-hoop in bilico su piramidi di sabbia o ricostruzioni approssimative di esperimenti di levitazione. Dal 2012, lo stesso artista ha scelto l’evanescenza e l’invisibilità, decidendo di sottrarsi alla scena dell’arte. La GAMeC gli dedica una mostra retrospettiva per osservare la sua produzione e contestualizzarla.
Per il Palazzo della Ragione di Bergamo, Anri Sala (1974) ha immaginato un riadattamento contestualizzato della sua ultima produzione: Time No Longer, in presentazione sempre il 9 giugno 2022. L’installazione, a cura di Lorenzo Giusti e Sara Fumagalli, composta da immagini generate al computer, porterà i visitatori a contatto con la riproduzione ingigantita di un giradischi galleggiante in una stazione spaziale, che suonerà le note di un nuovo arrangiamento per clarinetto e sassofono dell’opera “Quartet for the End of Time” di Olivier Messiaen.
Per la sua prima mostra personale in un museo italiano, in apertura il 3 ottobre 2022, l’artista di origini croate Dora Budor (1984) realizzerà un progetto concepito in stretta relazione con le qualità strutturali dello Spazio Zero, in cui le caratteristiche del contesto saranno amplificate, rimosse o inserite in altri circuiti. Alcune delle opere della mostra, concepita come una continuazione della personale dell’artista al Kunsthaus Bregenz (2022), indagheranno un’idea di architettura come sistema tettonico, infrastrutturale e di genere.
Nel giugno 2023 saranno quindi presentate le due personali di Vivian Suter e Rachel Whiteread. Della prima, nata a Buenos Aires nel 1949 e di origini svizzere, sarà esposta una significativa serie di tele realizzate in fasi diverse della sua produzione. Artista inglese tra le più celebrate della sua generazione, Whiteread presenterà un gruppo di nuovi lavori ispirati dal contesto di Palazzo della Ragione.
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