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Pietro, il nuovo spazio d’arte contemporanea in centro a Bologna
Arte contemporanea
“Expedients exhibition” è la personale di Marcello Tedesco (Bologna, 1979) che inaugura un nuovo progetto che vede lo stesso Tedesco co-ideatore con Simone Gheduzzi (Bologna, 1975) architetto e artista. PIETRO è uno spazio liminale tra pubblico e privato, o meglio privatissimo, che nasce al pian terreno adiacente la corte di Palazzo Tanari in via Galliera 20, all’interno del quale è conservata una magnifica cappella votiva.
Immerso nel cuore del centro storico bolognese, PIETRO prende vita dalla necessità di Simone Gheduzzi di trovare il suo personale spazio in cui ritirarsi e meditare, creare o oziare senza scartare l’ipotesi, anzi aprendosi in maniera in un certo senso errante, verso l’esterno, alla ricerca di anime affini con le quali interagire sul piano artistico (e non) ospitando individui capaci di entrare in punta di piedi o abbastanza coraggiosi da proporre nuove modalità di fruizione dello spazio che prenderà man mano le sembianze del padrone di casa, in una continua metamorfosi che andrà a impattare regolarmente con i suoi “ospiti” siano essi opere o persone nel modo più naturale possibile: vivendole e interagendo con esse nel quotidiano attraverso gli effetti personali di Gheduzzi ma anche i suoi studi o progetti.
Il luogo è già di per sé una piccola chicca in quanto costituito da tre volumi eterogenei e molto affascinanti ai quali si accede attraverso un ingresso sapientemente ottimizzato così da ricavarne finanche una cucina e un magazzino dopo il quale si apre il pezzo forte: un salone a pianta quadrata il cui soffitto è completamente affrescato con motivi richiamanti un giardino all’italiana. Oltre alla piccola cappella di famiglia perfettamente conservata c’è infine il vano forse più inusuale: un cono tronco con volta a botte.
Ciò che subito mi viene fatto notare è l’acustica variabile tra un ambiente e l’altro, mentre mi viene illustrata la mostra che inaugurerà giovedì 11 maggio e che vede un corpus di due grandi gruppi scultorei e alcuni disegni di Marcello Tedesco di non recente produzione. Le opere e il modo in cui esse sono state allestite si rifanno completamente al concetto del “liberare i piedi” ovvero l’etimologia del termine espediente che troviamo in tutti i lavori, non a caso interamente installati a livello del pavimento seppur leggermente rialzati.
Il linguaggio scultoreo e grafico di Tedesco, già ideatore di mtn|museo temporaneo del navile, è legato alla costruzione di architetture (im)possibili che si fanno metafora dell’essere umano sia sul piano fisico che inconscio. L’utilizzo della terra e dei materiali da costruzione vanno a sottolineare ancora di più il legame tra arte e architettura ma si percepisce chiaramente la vita che ancora scorre nella materia, in particolar modo il gesso che, come spiega l’artista, è forse il materiale più affine all’apparato scheletrico dell’essere umano e alla sua evoluzione/degradazione.
Spiegare PIETRO è senz’altro cosa non semplice attraverso uno scritto ma da questo giovedì in poi ci sarà tempo per visitare lo spazio e, ovviamente, la mostra inaugurale del progetto, fino a fine giugno prossimo.