Pino Pascali, Fuori museo – Galleria La Nuvola

di - 26 Luglio 2022

Il nuovo capitolo della Galleria La Nuvola in via Margutta 41 si è aperto con la mostra di “Pino Pascali. Fuori museo”. In esposizione circa trenta opere realizzate tra il 1960 e il 1966, periodo in cui l’artista ampliò la sua ricerca nell’ambito della scenografia. Alla base di questi lavori, quel mondo immaginifico che sempre ha caratterizzato la produzione di Pascali. Da qui, le basi del progetto, patrocinato dal Comune di Roma Capitale, con cui il gallerista Fabio Falsaperla insieme alla figlia Alice Falsaperla hanno svelato un lato poco conosciuto dell’artista d’origini pugliesi. Sotto l’egida dell’Archivio Pino Pascali, il progetto ha visto appunto l’ideazione di Fabio Falsaperla accompagnata dalla curatela di Alberto Dambruoso e dalla collaborazione di Roberto Locci.

Galleria La Nuvola: una nuova mostra per la nuova sede

Con la mostra “Pino Pascali. Fuori Museo”, si è inaugurata l’attività della nuova sede della Galleria La Nuvola, che rimane nella storica via Margutta ma ampliando i suoi spazi con il locale al civico 41. Promotore, sin dagli inizi, del gruppo della Scuola di Piazza del Popolo, Fabio Falsaperla ha dedicato diverse personali agli artisti che ne hanno fatto parte. Così, dopo Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli – tra gli altri – non poteva mancare una personale dedicata a Pino Pascali, già presente in diverse collettive della Galleria La Nuvola. “Pino Pascali. Fuori Museo” ci ha riportati un po’ indietro nel tempo, in quegli anni Sessanta in cui l’arte si amalgamava così tanto con l’umanità e la sensibilità di artisti che trascorrevano le loro giornate in un costante amalgamare arte e vita. Una vita con lo sfondo di un humus culturale ricchissimo, una vita in costante e frenetico movimento, con il riferimento di una Roma felliniana.

Pino Pascali, Squalo, 1960.

Allestite su progetto dell’architetto Lorenzo Locci, le opere di “Pino Pascali. Fuori Museo” testimoniano una fase specifica dell’artista, quella tra il 1960 e il 1966. Frutto di una serie di ricerche, anche su materiale inedito, l’esposizione ha raccontato di un momento molto importante per la formazione di Pascali. Erano gli anni in cui iniziava a lavorare come aiuto scenografo alla Rai e a collaborare anche come scenografo pubblicitario per diverse réclames, innestando l’arte nelle immagini di tutti i giorni. Così, nascevano le figure tratte dal mondo marino, tanto presente nell’esperienza personale di Pino Pascali suggestionato dalla sua Polignano, e non solo. Alice Falsaperla ne restituisce un racconto tanto sognante quanto realistico, nel testo del catalogo di mostra Pino Pascali. L’immersione.

Pino Pascali, Scudo (Africa), 1964.

Pino Pascali: cinque temi per “Fuori Museo”

Mare, ma anche Africa, Robots, Animali e Armi: i cinque temi attorno cui ruotano le opere esposte sulle pareti della Galleria La Nuvola. In questo modo, si sono susseguite in “Pino Pascali. Fuori Museo” le immagini di archetipi, visioni e ideali. Come l’iconica Coda di balena (Moby Dick), o il Vascello, i Pesci-cani. Figurazioni di un mondo acquatico a volte più definito, a volte più astratto e intuibile come in Informale (Panorama a Polignano a mare). Così la fantasia di Pino Pascali viaggiava, con lo stesso andamento sinuoso ma leggero di un’onda, tra pugnali, missili, totem e stregoni. Insieme a questi, i killers, l’Arlecchino, il Policeman motociclista nei lavori che fanno parte della ricerca e dell’attività nell’ambito della pubblicità di Pascali.

Una serie di immagini che avrebbero costituito il punto di partenza, nella produzione dell’artista, per il passaggio dalle due alle tre dimensioni, per poi sconfinare nei suoi ultimi anni nelle più grandi operazioni di tipo ambientale. La poesia del gesto, un tratto autentico, a volte appena accennato ma così intenso si intuivano nella mostra “Pino Pascali. Fuori Museo”. L’hanno raccontato bene coloro che hanno contribuito al prezioso catalogo di mostra, edito da Magonza: Alberto Dambruoso, Giusy Emiliano, Alice Falsaperla e Roberto Locci. Una serie di testi che descrivono l’attitudine sempre giocosa di Pascali, il suo osare, il suo stringere il tempo tra le mani. «Anche se si tratta di una sorta di finazione, a partire di là, io riesco a provare a me stesso che esisto, proprio perché ci credo»

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