Un titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere che ha una doppia origine. I primi ad utilizzarlo sono stati i componenti dell’omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva il razzismo e la xenofobia in Italia. Prima di Adriano Pedrosa anche i giovani artisti del collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo, avevano ripreso l’espressione in una serie di lavori realizzati a partire dal 2004, riportando in sculture al neon di vari colori ed in diverse lingue le parole Stranieri Ovunque.
Il tema dello straniero ha un’ampia gamma di declinazione possibili, «si parlerà di artisti che sono essi stessi stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, in particolare di coloro che si sono spostati tra il Sud e il Nord del mondo.» spiega il curatore.
Chi è lo straniero? «È una figura associata a quella dell’estraneo, dello stranger, dell’estranho, dell’étranger, e pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulle opere di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk; e l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. »
In questo panorama l’idea di Stranieri ovunque ha come minimo due significati. Per prima cosa vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, il non sentirsi parte del contesto in cui ci si trova e dunque stranieri, prescinde dalla propria ubicazione. Lo straniero non è solo colui che si è spostato dalla propria terra, lo si può essere in qualunque luogo.
Quale miglior esempio di una piattaforma per stranieri se non la Biennale stessa che accoglie artisti e visitatori da ogni parte del mondo? Ed è proprio ragionando su questo concetto che Adriano Pedrosa ha sviluppato tema della prossima Biennale, che si prospetta essere un porto franco ed un luogo di celebrazione dell’altro.
Una scelta, quella del curatore, che ben si inserisce nel programma che il Presidente Roberto Cicutto, come ha spiegato durante la conferenza stampa, porta avanti da diversi anni, ovvero quello di raccogliere le voci di artisti e curatori provenienti dal sud del mondo, per colmare (come ha detto la curatrice della 18esima edizione della Biennale Architettura Lesley Lokko) quelle falle nella storia dell’arte con molte presenze finora trascurate.
Un’esposizione che si articolerà in diversi nuclei, che verranno annunciati nel dettaglio nei prossimi mesi. Il Nucleo Contemporaneo vedrà esposti i lavori dei circa 100 artisti selezionati dal curatore, in linea con la tematica scelta e sarà il fulcro del percorso espositivo. A questo si affiancherà un Nucleo Storico composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo, «come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo.» Una sezione speciale del Nucleo Storico sarà anche dedicata alla diaspora degli artisti italiani nel mondo nel corso del XX secolo. «A quegli italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero costruendo le loro vite e carriere professionali in Africa, Asia, America Latina, così come nel resto d’Europa, integrandosi e radicandosi con le culture locali che spesso hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia.»
È stato pubblicato oggi il bando internazionale per la seconda edizione della Biennale College Arte apertosi nel 2022 con Cecilia Alemani e resterà aperto per cinque settimane, da giovedì 22 giugno fino a lunedì 24 luglio 2023.
Il bando è riservato a giovani artiste/i emergenti under 30 provenienti da tutto il mondo (che non abbiano compiuto 31 anni alla data di scadenza di presentazione delle domande), che abbiano già preso parte ad almeno una mostra collettiva e abbiano presentato almeno una mostra personale in spazi espositivi riconosciuti in ambito nazionale e/o internazionale. Saranno selezionati 12 progetti e le/gli artiste/i saranno invitate/i a partecipare a un workshop di 10 giorni dedicato allo sviluppo dei progetti proposti, che si svolgerà a Venezia nel mese di ottobre 2023.
Il workshop, che alternerà momenti individuali e di gruppo, sarà condotto da Adriano Pedrosa, Direttore del Settore Arti Visive della Biennale, assieme a curatori e artisti, tutor e mentori direttamente impegnati allo sviluppo dei progetti con i partecipanti.
Le opere saranno presentate, fuori concorso, nel contesto della 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Stranieri Ovunque / Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa.
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