Bertille Bak, Bouchra Khalili, Tarik Kiswanson e Massinissa Selmani, sono i quattro artisti finalisti della 23ma edizione del Prix Marcel Duchamp, uno dei premi d’arte contemporanea più influenti e significativi al mondo. Ad annunciare la shortlist, Claude Bonnin, presidente di ADIAF, l’associazione che si occupa della diffusione dell’arte francese.
Il premio fu creato nel 2000 da Gilles Fuchs, allora presidente e fondatore di ADIAF, ed è attribuito ad artisti francesi o residenti in Francia, impegnati nella ricerca e nella sperimentazione. Più di 80 artisti sono stati nominati nel corso di questi anni, tra i vincitori ricordiamo Lili Reynaud Dewar, Prix Duchamp 2021, grazie a un lavoro su Pier Paolo Pasolini, ma anche Clément Cogitore premiato nel 2018 e poi alcuni degli autori oggi più apprezzati sulla scena internazionale, come Kader Attia, Tatiana Trouvé, Dominique Gonzalez-Foerster e Thomas Hirschhorn. L’edizione del 2022 è stata vinta da Mimosa Echard, che è stata poi protagonista di una mostra al Centre Pompidou.
«Dopo un lungo e rigoroso processo di selezione, iniziato dieci mesi fa, quattro artisti sono stati scelti dal nostro Comitato, composto da 11 collezionisti ADIAF. Questi finalisti saranno invitati dal Centre Pompidou, per una mostra collettiva di tre mesi, che aprirà il 2 ottobre», ha dichiarato Bonnin. La proclamazione del vincitore, cui verranno assegnati 35mila euro e la possibilità di una residenza negli Stati Uniti, avverrà il 16 ottobre, nominato da una giuria internazionale.
Bertille Bak
Nipote di minatori polacchi del nord della Francia, Bertille Bak è nata nel 1983 ad Arras e vive e lavora a Parigi. Rappresentata da Galerie Xippas di Parigi e The Gallery Apart di Roma, lavora con l’immagine in movimento e altri media, per esaminare i rituali delle comunità, tra pittoresco, documentario e finzione poetica. Ma che si tratti della sua stessa comunità o di gruppi che non le sono familiari, Bak non sceglie mai di prendere le distanze dalla sua “materia”. «Qualunque sia il progetto, l’artista sviluppa un lavoro incentrato sul collettivo con l’essere umano al centro», si legge nelle motivazioni. Tra le mostre, ricordiamo quella alla Fondazione Merz di Torino nel 2022.
Bouchra Khalili
Artista franco-marocchina nata nel 1975 a Casablanca, Bouchra Khalili vive e lavora a Berlino. Rappresentata dalla galleria Mor Charpentier di Parigi e dalla galleria ADN di Barcellona, la sua ricerca si esprime attraverso film e installazioni video, fotografia e serigrafia. Bouchra Khalili segue storie individuali e narrazioni condivise, mettendo in discussione le relazioni complesse tra soggettività e collettività. Il suo lavoro si concentra anche sul rapporto tra i gruppi di persone e le istituzioni, sviluppando approcci critici ed etici per mettere in discussione la cittadinanza, la comunità e l’agire politico. Spesso i soggetti delle sue opere sono incontrati durante viaggi, dal Medio Oriente all Nord Africa e in tutta Europa. Tra le numerose mostre, ha partecipato alla 55ma edizione della Biennale d’Arte di Venezia.
Tarik Kiswanson
Tarik Kiswanson è nato nel 1986 ad Halmstad, in Svezia, da genitori di origine palestinese, e attualmente vive e lavora tra Parigi e Amman, in Giordania. È rappresentato da carlier gallery | gebauer di Berlino e Sfer di Amburgo e Beirut. Il suo lavoro comprende scultura, scrittura, performance, disegno, opere audio e video, per affrontare i temi dello sradicamento, della rigenerazione e del rinnovamento. Tarik Kiswanson ha conseguito il suo MFA presso la National School of Fine Arts di Parigi nel 2014 e il suo BFA alla Central Saint Martins – University of the Arts di Londra.
Massinissa Selmani
Nato nel 1980 ad Algeri, Massinissa Selmani vive e lavora a Tours ed è rappresentato da Galerie Anne-Sarah Benichou di Parigi, Selma Feriani di Tunisi e Londra, e Jane Lombard di New York. Artista visivo e disegnatore, Massinissa Selmani ha studiato all’Ecole Supérieure di Belle Arti a Tours. Le sue opere trovano origine nella cronaca politica e sociale, spesso dai ritagli di stampa, creando rappresentazioni enigmatiche e ambigue, tragiche e ironiche. Il suo lavoro ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria della 56ma Biennale d’arte di Venezia, nel 2015.
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