Maurizio Cattelan ne ha vinta un’altra: il Tribunale di Miami si è pronunciato a favore dell’artista italiano, accusato di plagio per la sua chiacchieratissima banana, esposta nello stand di Perrotin ad Art Basel Miami Beach nel 2019 e venduta in una serie di tre, complessivamente per 390mila dollari. A intentare la causa, nell’estate 2022, fu Joe Morford, autore di un’altra banana attaccata al muro con del nastro adesivo, risalente però a diversi anni prima di quella ben più illustre. Ma, come si legge nella sentenza del giudice distrettuale degli Stati Uniti Robert Scola, non ci sono prove sufficienti per dimostrare che Cattelan avesse visto effettivamente la composizione di frutta di Morford.
Indipendentemente da questa eventualità, il concetto di fissare una banana su un piano verticale usando del nastro adesivo non è protetto dalla legge sul copyright, sempre secondo il giudice che, nella sua dichiarazione, ha anche citato la celebre frase di Oscar Wilde, «Life imitates art far more than art imitates life». In effetti, Morford aveva registrato la proprietà intellettuale della sua opera nel 2020 ma, evidentemente, non è la stessa cosa. La protezione del diritto d’autore si estende infatti solo agli elementi espressivi di un’opera, non a qualsiasi «Idea, procedura, processo, sistema, metodo di funzionamento, concetto, principio o scoperta ivi espresso». Dunque, si può proteggere la proprietà della banana ma non l’azione di attaccarla a qualcosa.
Morford realizzò la sua Banana & Orange nel 2000. Il pezzo, facente parte dalla serie Sculptures: Still Life, è composto da due pannelli rettangolari verdi sovrapposti: in quello superiore compare un’arancia, in quello inferiore c’è una banana. Ma è davvero la stessa banana di Comedian che, secondo le scrupolose indicazioni di Cattelan, deve essere rigorosamente di coltivazione biologica? Secondo il giudice Scola, che comunque già aveva ritenuto sufficienti gli elementi presentati da Morford per andare a processo, si tratta evidentemente di due banane differenti, cioè di due opere diverse.
Il lavoro della giurisprudenza è stato precisissimo. Nella sentenza vengono descritte tutte le peculiarità delle due opere in questione, evidenziandone in particolare le differenze. Nello specifico, Comedian ha tutt’altra impostazione, la banana è attaccata direttamente al muro, senza altri supporti o cornici, con una inclinazione precisa. Per avvalorare l’indipendenza della sua ispirazione, l’artista italiano ha poi descritto alla corte il processo creativo, sottoponendo la sua dichiarazione e quella di un suo assistente. Cattelan racconta di aver concepito l’idea per Comedian in risposta a una richiesta, nel settembre 2019, di presentare un’opera alla fiera di Art Basel a Miami. L’ispirazione risale a un suo precedente lavoro realizzato per il New York Magazine nel 2018, in cui era raffigurata una banana appesa a un cartellone pubblicitario con del nastro adesivo rosso. L’artista ha quindi spiegato di aver chiesto ai suoi assistenti di testare varie banane attaccate al muro del suo studio in Italia. Infine, ha dichiarato espressamente di non aver mai sentito parlare di Joe Morford prima di questa causa e che, allo stesso modo, non era a conoscenza di Banana & Orange.
La sentenza di Scola è arrivata poche settimane dopo una decisione della Corte Suprema definita epocale. In quel caso, i giudici hanno stabilito che la serie Prince di Andy Warhol violava il copyright sulla fotografia originale detenuto dalla fotografa Lynn Goldsmith, che ha scattato l’immagine su cui si basava la serigrafia di Warhol. La decisione ha dato adito a numerosi discussioni negli Stati Uniti, dove spesso, per favorire la libertà di utilizzo delle immagini, si applica la dottrina del “Fair use”, la disposizione legislativa che regolamenta la facoltà di utilizzare materiale protetto da copyright per scopi d’informazione, critica o insegnamento, senza chiedere l’autorizzazione scritta a chi detiene i diritti.
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