Dopo l’appuntamento con Benito Jacovitti, che ha portato visitatori e appassionati a riscoprire il grande fumettista, il MACTE di Termoli ospita la collettiva Ersilia. Praticare l’altrove. La mostra, a cura di Alice Labor e Ginevra Ludovici, vede come protagonisti Aterraterra, Pietro Ballero, Beatrice Celli, Anouk Chambaz, Allison Grimaldi Donahue, Eleonora Luccarini, Alice Pontiggia, Perla Sardella, Teresa Satta e VacuaMoenia. Il punto di partenza è l’omonimo podcast, nato per il MACTE Digital, che si ispira a Le Città Invisibili di Italo Calvino, nello specifico al racconto su Ersilia. Gli abitanti di questa città, per tener traccia dei legami interpersonali, intrecciano lunghi fili intorno alle case. Quando la ragnatela diventa insorpassabile, le abitazioni vengono smontate per essere trasportate in un nuovo territorio e ricominciare ex novo.
A partire dal racconto di Calvino nasce la grande varietà di interpretazioni che accoglie il pubblico nelle sale del MACTE di Termoli in occasione della mostra collettiva Ersilia. Praticare l’altrove. Tra le prime opere in cui ci si imbatte c’è 79 days of Penalty (2024), di Pietro Ballaro, che condensa alcuni secondi del celebre video del calcio di rigore di Roberto Baggio durante la finale dei Mondiali del 1994. I frame di questo momento importantissimo sono dilatati in un piccolo calendario a strappo che riporta i giorni della durata della mostra.
Perla Sardella e Anouk Chambaz ragionano sulla condizione della donna. Da Dafne che sceglie di trasformarsi in un albero per sfuggire ad Apollo in Le fuggitive (2024), fino a Mon rire est cascade (2023) in cui alcune donne, personificazioni di figure cardine del femminismo, dimostrano come una semplice risata contagiosa può diventare il punto di partenza per l’emancipazione. Sempre con il video si esprime Eleonora Luccarini, che trasporta gli spettatori in un universo altro nel suo film Older Milkdromeda (2023), in cui il proprio alter ego mostra la propria personalità forte e decisa nell’atto del recitare delle poesie.
In una dimensione più folkloristica e antropologica si spinge la ricerca di Allison Grimaldi Donahue. L’artista reinterpreta alcune frasi tratte dal romanzo di Calvino trasfigurandole in sei poesie tradotte nelle lingue più parlate a Termoli: l’italiano, l’inglese, l’albanese e l’arabo. In un’ottica di scoperta delle tradizioni si inscrive Verde brillante (2024) di Teresa Satta, che invita a varcare la soglia di una tenda con perline per scoprire le usanze mediche e rituali della popolazione Kuna all’interno delle foreste vicino Panama.
Molto articolata è la sezione dedicata a Beatrice Celli, adornata a festa dal gruppo Festa Macabradabra (2024) di cui fa parte Sorella carovana (2019), una roulotte-carriola colorata su cui sono stati cuciti simboli e amuleti che rimandano alla tradizione abruzzese. Ad accompagnarla, tra i diversi oggetti, anche le bambole zoomorfe intitolate Pupées (2018-2024), che assumono le sembianze di ex voto. Il maiale e S. Antonio, un incensiere disposto su una catasta di legno, è pronto a dare il via al rituale propiziatorio insieme al possibile annuncio delle campane Cloches (2019-2024).
Ad accompagnare le opere durante i mesi dell’esposizione sono previsti anche i laboratori con Alice Pontiggia, Aterraterra e VacuaMoenia, che invitano a riscoprire il legame con la natura e con il territorio. La mostra è visitabile fino al 1° giugno 2024.
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