Tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2002, un violento terremoto scosse il Molise. L’epicentro era situato nella provincia di Campobasso tra i comuni di San Giuliano di Puglia, Colletorto, Santa Croce di Magliano, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti. La scossa più violenta, alle 11:32 del 31 ottobre, ebbe una magnitudo di 6,0 gradi della magnitudo momento, con effetti corrispondenti all’VIII-IX grado della scala Mercalli. Come molti ricorderanno, durante il terremoto crollò una scuola a San Giuliano di Puglia, 27 bambini e una maestra rimasero uccisi. Abbiamo fatto una chiacchierata con l’artista Francesco Di Tillo (Campobasso, 1984) il quale, ricordando chiaramente quegli istanti come un’esperienza a cavallo tra paura ed eccitazione, ha finito per fare del “terremoto” una delle sue cifre stilistiche.
Da quel giorno Di Tillo ha lasciato sedimentare il trauma che ha toccato la sua terra e la sua gente, cominciando ad abbozzare lavori e idee rispetto a quel momento epifanico. Gran parte di quel processo che era, a detta dello stesso artista, solo in fase embrionale, avrebbe iniziato a prendere forma in seguito a un viaggio in Cile nel 2015. Per chi non lo sapesse, il Cile è la terra dei terremoti, il paese in cui il concetto di sisma è uno stile di vita: distruzione e (ri)costruzione come stato mentale. Basti fare un paio di esempi: il terremoto di Valdivia del 1960 è stato il più forte evento mai registrato dagli strumenti sismici. Il terremoto che si è verificato il 27 febbraio 2010 al largo delle coste cilene, oltre ad aver provocato immensi danni a persone e cose, sembra aver modificato anche l’inclinazione dell’asse terrestre.
Così, armato solo di una camera e tanta curiosità, Di Tillo ha viaggiato nel Paese latinoamericano come un “cacciatore” di terremoti e, dopo circa un mese e mezzo e ore ed ore di footage, si troverà nuovamente a mettere in stand by il progetto. Tra i pochi aspetti positivi del 2020 e della pandemia, però, c’è stato quello di potersi ricavare del tempo per se stessi e per riprendere progetti abbandonati. Ed è così che Di Tillo ha avuto modo di rimettere le mani su quell’enorme mole di immagini, a partire dall’invito per una residenza di Galeria Metropolitana, storico spazio indipendente a Santiago.
È così che nasce “REMOTO – beyond all reasonable doubt”, progetto audiovisivo realizzato grazie al sostegno di Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ai partner culturali Centex- Centro de Extensión del Ministerio de las Culturas, las Artes y el Patrimonio di Valparaiso e Escola de Arte, Faculdad de Artes, Pontificia Universidad Católica de Chile di Santiago e alla collaborazione di NOS Visual Arts Production, realtà bolognese guidata dalle curatrici Elisa Del Prete e Silvia Litardi.
Il progetto prende la piega giusta e Di Tillo tornerà ancora una volta all’inizio di quest’anno in Cile a girare le ultime scene che porteranno a chiudere il cerchio, aperto ormai 20 anni fa con una mostra alla Galeria Metropolitana durante il mese di ottobre, a chiusura della quale è stata presentata una piccola quanto preziosa pubblicazione, un quaderno di 100 pagine in spagnolo e italiano, a corredo dell’intera operazione che ha visto in mostra, oltre al video, un’installazione ambientale e una performance.
Di Tillo si è soffermato, durante il nostro incontro, in particolare sul concetto di condivisione, a partire dagli allestimenti della mostra a Santiago con le varie realtà – artistiche e non – coinvolte, per arrivare alle altre due artiste che hanno coadiuvato il progetto filmico: Antonietta Dicorato, film-maker e artista visiva che mescola linguaggi digitali e analogici in un lavoro di ricerca e sperimentazione visiva e sonora. Dicorato, che editerà e co-firmerà la regia del film, anche nota con lo pseudonimo Lady_oN, all’interno di una poetica visuale trasversale ai linguaggi porta avanti da qualche tempo il progetto Mediamorphose. Un corto dal taglio fortemente emotivo che si pone nei confronti dello spettatore con tutta l’imprevedibilità e l’incontrollabilità di un evento sismico, suscitando, in poco meno di 25 minuti, emozioni contrastanti. Un lavoro curato nei minimi dettagli anche grazie alla soundtrack originale di Sara Cucchiarini, musicista e sound artist ideatrice del progetto circuito-c4m.org, sito nato nel 2012 come contenitore di tracce pensate per progetti artistici, in licenze Creative Commons.
Il ritratto che Di Tillo fa del terremoto, come accezione in più ampia e senza riferimenti specifici ad eventi sismici in particolare ha l’obiettivo di spostare l’attenzione dalla condizione più drammatica di instabilità, distruzione, morte e ricostruzione che un terremoto porta con sé e orientare lo sguardo verso la potenziale apertura semantica a cui giungono questi sconvolgimenti.
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…
10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…
Tra progetti ad alta quota e una mostra diffusa di Maurizio Cattelan, il programma del 2025 della Gamec si estenderà…
Lo spazio extra del museo MAXXI di Roma ospita un progetto espositivo che celebra la storia della Nutella, icona del…