24 febbraio 2022

Restauri nella Metropolitana dell’Arte di Napoli: quattro opere tornano fruibili

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Le opere di Renato Barisani, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi e Ugo Marano restituite alla fruizione: conclusi i restauri alla stazione Salvator Rosa della Metropolitana dell'Arte di Napoli

Continua la campagna di restauro delle opere d’arte contemporanea conservate negli spazi delle stazioni della Metropolitana di Napoli. Ieri, alla fermata Salvator Rosa, progettata da Alessandro Mendini e inaugurata nel 2001, sono stati presentati gli interventi eseguiti su quattro opere di dimensioni ambientali. I lavori di restauro, iniziati a luglio 2021 e realizzati nell’ambito della convenzione tra ANM – Azienda Napoletana Mobilità e Accademia di Belle Arti di Napoli, hanno interessato le opere Ritmo nello spazio di Renato BarisaniSenza titolo di Mimmo PaladinoSenza titolo di Enzo CucchiNapoli città madre di Ugo Marano, collocate nel parco esterno e presso la seconda uscita della stazione. Alla cerimonia di restituzione delle opere alla collettività, hanno partecipato l’Assessore alla mobilità del Comune di Napoli Edoardo Cosenza, l’Amministratore Unico ANM Nicola Pascale, il Direttore dell’Accademia di Belle Arti Renato Lori.

Dopo i restauri eseguiti sulle opere di Sol LeWitt ed  Ettore Spalletti alla stazione Materdei, anche i nuovi interventi sono stati caratterizzati dall’esperienza dei cantieri-scuola: veri e propri laboratori multidisciplinari che  hanno visto all’opera un team composto da restauratori professionisti e tesiste e studentesse del IV e V anno del Quinquennio in Restauro abilitante alla professione, con il coordinamento scientifico della professoressa Giovanna Cassese, in stretta collaborazione con gli storici dell’arte del Patrimonio Artistico ANM.

Le operazioni di restauro

Già il restauro dell’arte contemporanea è un’operazione complessa, quando poi si tratta di opere inserite in un contesto così particolare, suggestivo per la sua esposizione “totale” al pubblico ma anche sottoposto a notevoli fattori di stress ambientale, allora è necessario intervenire con ancora maggiore consapevolezza.

Per la progettazione e realizzazione degli interventi straordinari di restauro di ciascuna opera, è stata svolta una specifica ricerca storicoartistica, documentaria e scientifica, completa di schedatura conoscitiva delle tecniche e dei materiali costitutivi, campagne fotografiche dedicate e indagini diagnostiche. A questo scopo sono stati anche coinvolti attraverso interviste i protagonisti della filiera del Contemporaneo: artisti, eredi, fondazioni, galleristi, artigiani, installatori.

Complesso e articolato è risultato l’intervento sull’opera in ceramica di Enzo Cucchi che si presentava in uno stato di grave degrado a causa dei ripetuti atti vandalici, con fratturazioni e distacchi dei rivestimenti ceramici, diverse mancanze di piccola o media entità ed estese e spesse stratificazioni di graffiti. Anche Napoli città madre, l’opera di Ugo Marano, era fortemente compromessa. Il cantiere-scuola di entrambe le opere presso la seconda uscita della stazione, è stato diretto dal professor Manlio Titomanlio, docente di Restauro per la decorazione.

La professoressa Merj Nesi, docente di restauro per la scultura, ha invece guidato il restauro delle opere metalliche Ritmo nello spazio di Renato Barisani e Senza titolo di Mimmo Paladino, collocate nel Parco esterno della stazione superiore, per le quali è stato necessario un approfondito studio sperimentale La campagna fotografica è stata condotta dal prof. Fabio Donato mentre le indagini diagnostiche dai prof. Claudio Falcucci e Donato Inverso.

I prossimi interventi

Ad aprile è in programma il restauro sull’opera in ceramica di Lucio Del Pezzo che riveste l’ascensore esterno della stazione Materdei mentre è in fase di definizione l’avvio dei nuovi cantieri per il restauro delle opere A subway è cchiù sicura di Perino & Vele a Salvator Rosa e sul dipinto murale di Michal Rovner alla stazione Municipio.

Da fine febbraio ANM riparte finalmente anche con le attività di conservazione programmata delle opere che prevedono, sempre sotto la supervisione scientifica dell’Accademia, il monitoraggio continuo dello stato di conservazione. Tipologia e tempistica delle azioni vengono stabilite caso per caso, sulla base di specifici piani di manutenzione. Alcune istallazioni richiedono operazioni di cura più frequenti, anche mensili, a causa della tipologia di materiali, della collocazione in spazi esterni o in aree interne esposte a consistenti flussi di viaggiatori, mentre altre opere, protette da teche o realizzate con materiali più durevoli, permettono di intervenire con intervalli più lunghi, con periodicità trimestrale o anche semestrale.

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