In una serata di un mercoledì totalmente atipico, mi ritrovo in una parte di Mestre vicina alla stazione che scopro con piacere, grazie alla mostra personale dell’artista cinese Runo B, di stanza a Venezia. Qualche settimana prima, me ne aveva parlato Luca Massimo Barbero che con Runo B ha collaborato per questo progetto espositivo che si intitola “Fly me home”, suscitando in me molto interesse e curiosità .
Il ristorante in cui nasce il progetto si chiama Qian Sheng e non è il tipico ristorante cinese in Italia, nel senso che nel suo menù non troverete piatti occidentalizzati per piacerci ma pietanze della cucina cinese senza rettifiche, un ristorante tradizionale cinese per cinesi. La domanda che mi pongo, una volta entrato, è quella che potrebbe sorgere in ognuno di noi: quanto ci manca tornare a casa?
All’interno del ristorante prende forma il progetto, una mostra di pittura per un totale di 19 opere inedite, che raccontano diverse storie e diverse di queste sono in parallelismo con la cultura orientale e occidentale. Abbiamo delle opere realizzate con sacchi di riso, cereale che l’artista ha mangiato durante la pandemia e che ha personalmente cucito per poter raccontare con la sua pittura qualcosa di specifico: l’isolamento. Le tele e i disegni parlano di mitologia cinese, oggettistica e cibo occidentale, come prosciutti, pretzel o affettatrici, senza dimenticarsi dell’ingrediente che ci riporta al titolo della mostra, ovvero l’anice stellato. L’anice stellato è un elemento importante della tradizione culinaria cinese, ha un forte valore affettivo e, come mi spiegava l’artista stesso, la pronuncia della parola “anice stellato” è la medesima di “tornare a casa” in lingua cinese. In breve, tutto torna.
Oltre alle tele e ai disegni di grandi e piccole dimensioni, ci sono anche delle opere realizzate con zerbini, che Runo B ha utilizzato come supporto per dipingervi. E poi la serie “The Fool”, che riassume la ricerca degli ultimi anni e che parla dei reietti, degli ultimi della società ma anche di tutti quei suoi compatrioti che non possono ritornare in patria e che, negli spazi di questo ristorante, possono sentirsi di nuovo a casa, almeno negli odori e nel gusto della cucina.
Il progetto è un immenso riverbero di suoni, gusti, sapori, immaginari e memorie che hanno a che fare con l’essere umano lontano dal proprio Paese, dai luoghi, dai sapori e dai colori che conosce, un suono tormentato e, allo stesso tempo, frenetico ma anche dolce. Il luogo non tradizionale per esporre questo progetto, uno zenit perché, insieme alle opere stesse, è il ristorante a diventare racconto di ciò che è essere lontani da casa. Una sensazione che molti di noi conoscono e che spesso dimentichiamo di ricordare. Un bel progetto, riflessivo, con belle opere e con una maestria pittorica unica nel suo genere.
La mostra di Runo B sarĂ visitabile fino al 26 dicembre 2022.
Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…
Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…
Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimitĂ e crescita personale.…
Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…
Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…
Dopo otto anni di lavori, quel percorso lungo un chilometro che collega gli Uffizi a Palazzo Pitti torna ad essere…