La ricerca artistica di Roberto Kusterle è incentrata sulla relazione tra l’uomo e la natura, ed in “Echo” questo rapporto diventa visivo.
La serie di immagini create dall’artista, in mostra presso la galleria d’arte torinese Weber & Weber, raffigurano catene montuose sapientemente create fotografando pietre carsiche ed in seguito unite tra loro. Le rocce così ritornano alle loro montagne, grazie all’intervento artistico di Kusterle, creando un rimando come fosse un eco; osservando le immagini, esse sono verosimiglianti a delle finestre che danno sul maestoso paesaggio montuoso e, attraverso le fotografie, l’artista vuole narrare di un viaggio inteso come celebrazione del processo creativo artistico non privo di fatiche, difficoltà, ostacoli, rendendo così la visione delle montagne una sorta di traguardo da raggiungere.
Un obiettivo che è contrassegnato sopra le tre cartine topografiche create da Kusterle e che viene considerato dall’artista stesso un paradosso, poiché le mappe ritraggono le montagne stesse senza alcuna indicazione sulla locazione dei sentieri, lasciando all’osservatore un senso di disorientamento e confusione. La fotografia dei piedi scalzi ed impolverati allude alla fatica dell’esplorazione ed alla necessità di dover abbandonare ogni comodità per poter affrontare il viaggio verso la maestosità della montagna e diventare parte integrante di essa. L’immagine del dorso si riferisce alla fusione ed al senso di appartenenza dell’uomo alla natura e dà, all’ipotetico viaggiatore, l’opportunità di creare una relazione di intimità con l’ambiente che lo circonda.
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