La quarta edizione di ART STOP Monti, a cura di Nufactory, è stata avviata lo scorso 23 ottobre e si concluderà il 31 dicembre 2021. Il progetto, in collaborazione con ATAC, è finalizzato alla riqualificazione della stazione Cavour della Metro B di Roma, con il coinvolgimento di professionisti nel campo delle arti, della grafica, del design e della comunicazione. Per questa edizione sono stati selezionati Leonardo Crudi, Er Pinto, Lucrezia Di Canio, Michela Picchi, Guerrilla Spam, Fontanesi. Fino all’8 novembre, sarà possibile ammirare l’opera site specific dell’artista e poeta romano Er Pinto.
Il titolo di questa edizione è TOGETHER. L’intento è quello di riflettere in maniera corale sulla costruzione di un nuovo mondo, proiettato nel futuro ma che parta dalle suggestioni del presente, «Una rivoluzione che (ri)parta dal valore della solidarietà e dalla fratellanza: per riscoprire la forza e la gioia del condividere realmente il mondo e (ri)trovarsi insieme, senza nessuna forma di esclusione», come leggiamo dal comunicato stampa dell’evento.
Il variegato programma di ART STOP non si limita alle sole opere d’arte ma comprende anche talk di approfondimento e concerti che animeranno la stazione metro che affaccia su Piazza della Suburra, luogo di passaggio e di espressione artistica ma anche di aggregazione e riflessione, situato proprio nel cuore della città. Ogni dieci giorni si succederanno i lavori dei sei artisti selezionati. Ogni artista realizzerà un progetto per entrambi i cartelloni presenti nelle stazioni
Tra le opere più suggestive, di questa edizione, vi è quella monumentale dell’artista romano Leonardo Crudi (che abbiamo recentemente intervistato). L’opera è pensata e realizzata sulla terrazza con affaccio su Piazza della Suburra. Si tratta di una versione contemporanea dell’Uomo vitruviano che intende la figura umana come centro del mondo e misura di tutte le cose. Crudi partecipa inoltre alle due opere temporanee esposte nei billboards e nella parte verticale della terrazza e alla suggestiva campagna fondata da Laleh Osmany, attivista per i diritti delle donne. La campagna intitolata #whereismyname è nata per cambiare l’antica usanza di identificare ufficialmente le donne afghane con i nomi dei loro padri o mariti, ma chiedendo invece di usare i propri nomi. Volti di donne ingranati nei tratti geometrici tipici dell’artista ci guardano chiedendo a gran voce dove sia il loro nome.
I cinque talk pensati da ART STOP saranno invece fruibili sui canali social e verranno moderati da Matteo Corradini, sceneggiatore, attore e fondatore del progetto The Pills. Un dialogo generazionale sul valore della creatività nella crescita culturale e civica della città di Roma.
Per il primo anno inoltre ART STOP accoglierà nel quartiere Monti una giornata tutta dedicata alla musica, suddivisa in due performance e in partnership con Visioni Parallele, già produttori delle esperienze Manifesto ed Errore Digitale.
Le opere d’arte della Collezione Maramotti si aprono al movimento del corpo, con i danzatori del Centro Coreografico Nazionale Aterballetto:…
Il Centro Pecci di Prato ospita la prima mostra personale in Italia dell’artista statunitense che mette in evidenza l'incontro tra…
Dopo la presentazione alla Biennale d’Arte di Venezia del 2024, il film di animazione in nove parti di William Kentridge…
Incentrata sui temi dello spostamento e del viaggio ma anche della permanenza precaria, la Biennale di Sharjah 2025 ha svelato…
Osservatorio Futura presenta un progetto performativo incentrato sui temi del corpo e dell’alterità: le opere di Greta Di Poce, Gabriele…
Ora è la fragilità del mondo e degli esseri umani che mi attraggono e mi esprimo sia con la scultura…