Antropologia, simboli e archetipi distinguono la ricerca artistica di Sabrina Muzi, da sempre interessata alla relazione tra culture e società , alla trasformazione dei luoghi e alle modalità di interazione dell’individuo con l’ambiente circostante. La ricerca costante di un dialogo con la dimensione corporea rende possibile comprendere la performance come un rituale in cui spiritualità , natura e storia convergono in un unico elemento. Sono proprio astrologia, filosofia ed esoterismo che caratterizzano Attraverso, comandata inoltre da un forte senso dell’inaspettato. Nella mostra l’interesse per l’aspetto etnografico si traduce nell’analisi della storia di Villa Davia, architettura facente parte del Borgo di Colle Ameno. Il complesso urbano-architettonico ebbe il suo massimo splendore nel corso del Settecento grazie all’illuminista Filippo Carlo Ghisileri, utilizzato poi dall’esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale come centro di prigionia e ospedale militare.
L’artista, quindi, ha deciso di accompagnare il visitatore in un cammino bifronte, in grado di guardare contemporaneamente al passato e al futuro. I sotterranei si trasformano così in un viaggio nel tempo, scandito da tre fasi: lì dove un tempo governava la disperazione della guerra e dei suoi prigionieri, ora predomina la presenza di un percorso catartico verso la scoperta di noi stessi. Simbolicamente Sabrina Muzi ha suddiviso il percorso in tre tappe, scandite da soste e azioni: inevitabilmente la nascita è l’inizio, legata a un forte senso di casualità , a cui segue la prova, momento in cui si viene chiamati a superare prove e difficoltà , e infine il riscatto, meta finale per il raggiungimento della liberazione, l’estasi emotiva corrispondente alla fine della guerra.
Il viaggio si trasforma quindi in un’esperienza ambivalente, in cui ferita e guarigione si sovrappongono coinvolgendo lo spettatore in una narrazione che è contemporaneamente individuale e collettiva. Una nuova consapevolezza che è dettata non dalla necessità di chiarire, ma di evocare nuove visioni e realtà . La mostra, inoltre, rientra nel programma di Capital Project, collettivo formato da Marcello Tedesco, Silla Guerrini e Francesco Di Tillo in cui attraverso i linguaggi dell’arte si cerca di esplorare la relazione tra dimensione giuridica, economica e culturale. L’essere umano diviene il fulcro della ricerca artistica, dove la dimensione culturale non viene vista solo come puro strumento estetico ma come forza ed energia capace di sviluppare nuovi territori di pensiero e quindi di comportamento. Oltre alle residenze di alcuni giovani artisti, il progetto prevede di attivare iniziative di arte pubblica che possano coinvolgere la realtà circostante.
La mostra di Sabrina Muzi apre dunque il ciclo di progetti inediti in cui artisti e curatori sono chiamati a partecipare avendo come fulcro di pensiero e azione il contesto del Borgo di Colle Ameno. Il viaggio verso cui ci accompagna Attraverso è solo l’inizio di un lungo percorso introspettivo che rende l’arte sempre più centrale ed essenziale nel raggiungimento di nuove coscienze.
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