Instagrammer di tutto il mondo innamorati dei selfie con i dots di Yayoi Kusama, lucidate i megapixel dei vostri smartphone, perché il 2020-2021 potrebbe essere il biennio del vostro giubileo. Tre importantissimi musei in tre diverse città mitteleuropee ospiteranno una grande monografica diffusa, totalmente dedicata alle opere dell’artista giapponese più famosa al mondo. Siete pronti per questo tour al centro dell’Europa e nel cuore di Kusama?
La mostra itinerante verrà inaugurata a settembre 2020 al Gropius Bau di Berlino, quindi, ad aprile 2021, si sposterà al Museo Ludwig di Colonia, per concludere, a ottobre dello stesso anno, alla Fondazione Beyeler a Basilea. Ancora senza titolo e organizzata in stretta collaborazione con lo studio di Yayoi Kusama, la mostra sarà curata da Stephanie Rosenthal, direttrice del Gropius Bau, Yilmaz Dziewior, direttore del Museo Ludwig, e Beatrix Ruf, guest curator della Fondazione Beyeler.
Oltre alle opere più iconiche, saranno presentate anche nuove commissioni, appositamente ideate per ciascuno dei tre spazi. Negli anni scorsi, Kusama è stata protagonista di altre monografiche, per esempio alla Kunstverein di Braunschweig, nel 2003, e alla Haus der Kunst di Monaco, nel 2007. Ma questa occasione sembra rappresentare la consacrazione definitiva per Kusama che, con un fatturato di 552,9 milioni di dollari, come riportato da uno studio di Artnet, è l’artista donna più ricca al mondo, superando addirittura un colosso come Damien Hirst, il cui patrimonio, nel 2018, si attestava a 446 milioni di dollari.
E l’occasione sarà buona anche per approfondire i delicati argomenti affrontati dalla ricerca di Kusama, temi come quelli del femminismo e della salute mentale, tra ossessioni e autoriflessioni, andando al di là della superficie brillante e fotogenica dei suoi lavori.
«Lo scopo delle tre mostre è illustrare il carattere rivoluzionario della prolifica pratica di Kusama, aprendo nuove prospettive sulla sua attività», ha dichiarato Rosenthal ad Artnet. In esposizione, le opere degli esordi, quando, nella metà degli anni ’60, il suo lavoro fu accolto più calorosamente dal pubblico europeo, rispetto a quello degli Stati Uniti, dove l’artista viveva, o del Giappone.
Le opere di Kusama saranno contestualizzate nell’atmosfera sociale e politica attuale, ha specificato Dziewior che, con il Ludwig Museum, ha avviato un programma di ampliamento dei progetti espositivi, coinvolgendo artisti provenienti dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia. Sarà approfondito tutto il lungo percorso artistico di Kusama – stiamo parlando di circa 70 anni di carriera – tra, dipinti, sculture, collage, acquerelli, ceramiche e abiti. E state tranquilli, perché non mancheranno le Infinity Room.
Proprio in questi giorni, Kusama è al centro di una miriade di progetti espositivi a New York, come la grande personale da David Zwirner a New York, per la quale la galleria dovrà sostenere un afflusso previsto di circa 100mila visitatori. L’artista è anche protagonista della mostra di apertura della nuova sede newyorchese di Mucciaccia Gallery (qui la nostra intervista) e nel 2020, ancora a New York, farà fiorire i suoi colori al Botanical Garden del Bronx. Inoltre, recentemente, una sua grande “zucca” è stata apprezzatissima a FIAC 2019 a Parigi.
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Che meravigliose iniziative...