Profeta in patria, Dario Ghibaudo è tornato a Cuneo, città dove è nato nel 1951, per una mostra che sta facendo il pienone in città.
Perché in effetti non capita tutti i giorni di poter entrare in un “Museo di Storia Innaturale” in versione real-life: tutt’al più le creature fantastiche che Ghibaudo in questi anni ci ha mostrato, uscite da bestiari immaginari e ricavate dall’unione di fantasia, cultura, anatomie umane e zoomorfe.
A cura di Luigi De Ambrogi e Carlo Cinque, il “Museo di Storia Innaturale” nel Complesso Monumentale dell’Ex Chiesa di San Francesco riunisce, per questa occasione e per un’altra settimana, 90 opere dell’artista, tutte di recente produzione e molte delle quali di grande formato, tra cui diverse perfettamente inserite nell’architettura dello spazio, sebbene non create site specific.
Sperimentatore di materiali e tecniche, Ghibaudo ha inaugurato il suo “Museo di Storia Innaturale” nel 1990 e da allora le “sale” presenti in questo progetto sono andate via via aumentando, creando un unicum nel panorama italiano e non solo, in grado di analizzare la società e le sue contraddizioni, il mondo onirico e quello scientifico, così come la condizione umana e il suo “pensiero” e il suo mistero in maniera acuta e velatamente ironica.
Non è un caso, infatti, che Ghibaudo sia stato tra i fondatori del movimento del Concettualismo Ironico Italiano, nato in realtà in Germania, a Mannheim, nel 1993, sotto la spinta del giovane gallerista Angelo Falzone che aveva radunato sei altrettanti giovani artisti italiani (Riccardo Biondi, Alberto Casari, Alessandra Galbiati, Dario Ghibaudo, Alessandro Traina e Alba D’Urbano) che lavoravano costruendo opere dall’oggettualità inquietante nella sua straordinaria eleganza.
Oggi queste opere, nel caso di Ghibaudo, sono radunate virtualmente tutte in un sito (decisamente curioso), che riunisce “Trofei” e “Esemplari Rari”, così come sono esemplari incredibili i packaging (per non parlare del contenuto) che contengono una serie di “Uomini pronti”, oltre a “Pelli”, “Botanica”, “Pesci e anfibi” o “Diorami”. E oggi, se per caso voleste entrare al Museo, quale migliore occasione per scoprire il catalogo che riunisce questa nuova tappa del percorso che, come scrive Chiara Padovano, “Piega la materia alle impellenze dell’arte, con l’eleganza di un’apparente semplicità di esecuzione che caratterizza ogni opera”. Alle 18.30, al Complesso Monumentale.
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