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Scrittura, questione di intimità: Walter Siti tra le opere di Otto Zoo, a Milano
Arte contemporanea
di Petra Chiodi
Il progetto editoriale indipendente Self Pleasure Publishing, incentrato sulla sessualità e il linguaggio, in occasione della mostra “Savage” alla galleria Otto Zoo di Milano, ha invitato lo scrittore Walter Siti, vincitore del Premio Strega 2013 con Resistere non serve a niente, in dialogo tra l’idea della mostra e il tema del piacere della scrittura attraverso il corpo.
Self pleasure selvaggio. Con creatività
“Savage” (ne abbiamo parlato qui) coinvolge artiste e artisti, alcuni progetti editoriali autoprodotti, tra cui ADAMANT, Baffalo Folder di Tomboys don’t cry e Le Dictateur, e l’Archivio Luca Locati Luciani. L’ideatore della piattaforma Self Pleasure Publishing Jacopo Miliani spiega che si tratta di identità e realtà “selvagge”, cioè “altre” – l’atopos irripetibile di Roland Barthes – impegnate nella riflessione sull’auto-piacere sia fisico che mentale, locale e diffuso.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2019/10/walter-siti-otto-zoo-milano-savage-1024x682.jpg)
Smontando le categorie di genere, orientamento sessuale, “italianità” e appartenenza generazionale, i 19 artisti e artiste invitati danno sfogo al proprio piacere, unico, condiviso, spesso intraducibile e perciò sgombro da stereotipi, che si sprigiona dal fare arte e, insieme, si traduce in atto creativo. Un movimento anamorfico che “srotola” e dispiega, in una mostra “letta come un libro”, suoni, oggetti sospesi, stoffe, fotografie, sculture mixed media e parole a muro. Sospiri, visioni e racconti attorno a una chaise longue (elemento di culto nella produzione di associazioni libere intorno al proprio io) per la consultazione di saggi, riviste e libri.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2019/10/walter-siti-otto-zoo-milano-savage-3-1024x682.jpg)
Il godimento della scrittura, per Walter Siti
E richiamando proprio il detto dell’inventore del lettino Sigmund Freud, «il caso è il sorriso della madre», Walter Siti, nel brillante intervento da Otto Zoo, “Dai glutei al muro: il piacere del corpo nella scrittura”, racconta il godimento nobile dello scrivere. Il sorriso della madre è l’euforia che si prova nell’essere cercati casualmente dalle storie, l’“essere parlato” da qualcosa che non ha ancora forma né sostanza.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2019/10/walter-siti-otto-zoo-milano-savage-4-1024x682.jpg)
Ma Siti si addentra soprattutto nei piaceri meno nobili, quelli che come “Savage” giocano con il linguaggio. La vendetta ossia «imprigionare un soggetto nelle parole per esorcizzarlo». L’esibizionismo – l’immagine dell’impermeabile che si apre mostrando la “fiction del sé” calza veramente a pennello. Il furto. Catturare le parole di altri, confondere le fonti. Per Oliver Sacks, neurologo e appassionato scrittore, può essere un atto intenzionale o inconsapevole. Quest’ultimo, nella forma di “criptomnesia”, in realtà contribuisce a formare la memoria collettiva e restituisce il rapporto tra molte menti.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2019/10/walter-siti-otto-zoo-milano-savage-2-1024x682.jpg)
Per Walter Siti – che non crede nel rituale collettivo di scrittura – il lavoro artigianale con carta e penna è «un problema d’intimità» da sgarbugliare nella costruzione di una nicchia di auto-piacere. Per “Savage”, tra i piaceri nobili della prassi creativa, vi sono entrambi i livelli. Sia il livello libero e fluido di disporre su più strati tematiche e discipline e la connessione stretta tra identità, desiderio e mente/i, che la dimensione intima ed emozionale.
Riuscire a parlare di questioni insostenibili, scomode, imprigionate e far emergere il sottaciuto, il“daimon” personale è il fine più prezioso a cui la scrittura e l’arte possano tendere. “Savage” è, a tutti gli effetti, un respiro a pieni polmoni.