Sculture in campo: tre artisti in mostra a Bassano in Teverina

di - 3 Maggio 2023

Il 16 aprile 2023, il Parco di Sculture in Campo ha inaugurato, nel centro di Bassano in Teverina, la mostra Ines Fontenla, Paolo Grassino, Vittorio Messina e il Centro Studi per la Scultura contemporanea di SIC. All’interno di spazio.Ipogeo e spazio.Progetti sono state inserite rispettivamente tre opere installative e una serie di opere grafiche e progettuali degli artisti, dando così inizio alla stagione annuale di eventi organizzati dal Parco.

I protagonisti della mostra sono, infatti, tre degli artisti presenti all’interno del Parco di Scultura Contemporanea, che dal 2017 opera sul territorio di Bassano in Teverina per portare la scultura e l’arte contemporanea al di fuori dei più noti e grandi contesti culturali e metropolitani. La mostra, organizzata al centro del borgo antico, interessa due spazi espositivi che rappresentano le pertinenze cittadine del parco.

Ad accogliere il visitatore nello spazio.Ipogeo è Branco di Paolo Grassino. L’opera, del 2018, è parte di una monumentale installazione: assembramento di animali dalle sembianze di cani che si riappropriano e difendono un mucchio di sedie, ricordo di oggetti abbandonati dagli uomini. L’ispirazione per quest’opera nasce dai branchi di cani che invadono le città dell’India, bloccando il traffico e le attività umane. E proprio come un branco questi cani neri si calano a terra da sedie accatastate, mentre si avvinghiano su loro stessi e invadono lo spazio che liberamente occupano. L’artista non indugia nei dettagli anatomici, questi animali hanno perso gli organi di senso e ogni tipo di caratterizzazione fisica. È la postura a esprimere quell’atteggiamento di concitata difesa che è il fulcro centrale dell’opera, quell’istinto a riunirsi per difendere gli oggetti e i territori di cui si sono appropriati, in antitesi con l’uomo che disperde e abbandona.

Paolo Grassino, Branco
Paolo Grassino, Branco

Cella in una regione piovosa, del 2014, è l’opera di Vittorio Messina, che occupa per intero una delle piccole stanze in cui si struttura lo spazio.Ipogeo. L’inabitabilità di un luogo: una cella che non vuol rinchiudere l’uomo, quanto celargli uno spazio che egli può osservare con una qualche difficoltà, allungando il collo e lo sguardo oltre un muro di mattoni in cemento, inchinandosi verso un’apertura non transitabile che mostra un interno arredato da una sedia di fronte a una parete. È l’antitesi del senso comune della vivibilità degli spazi, la solidità e protezione di un tetto è qui affidata ad esili ombrelli aperti agganciati a spesse pareti, rinforzate da grate in ferro e sovrastate da luci al neon che sublimano la pesantezza del cemento. Tutto richiama una volontà di costruzione allo stesso tempo completa e in divenire, che non si mostra respingente allo sguardo ma provoca lo spettatore a capire cosa nasconde, precludendogli la vivibilità fisica per accogliere quella del pensiero e dell’esperienza.

Vittorio Messina, Cella in una regione piovosa
Vittorio Messina, Cella in una regione piovosa

Più in basso, in una sala attigua, è posizionata Il Giardino dei sentieri che si biforcano, l’opera del 2017 di Ines Fontenla. Ispirata nel titolo e nel senso al celebre racconto di Borges, l’installazione è una riflessione sulla relatività tempo e sulle percezioni di esso nei diversi aspetti dell’universo. Come in Borges il tempo prende la forma di un labirinto, ad avvalorare l’impossibilità di definirne un andamento univoco. Il tema che l’artista ha approfondito attraverso letture e studi, l’ha portata a riflettere su quanto la percezione umana del tempo sia una parte di un tutto complesso, che porta oggi l’uomo ad osservare aspetti dell’universo che in questo stesso momento non sono più. Natura, Spazio, Uomo e Scienza sono i luoghi fisici e mentali che l’artista individua con pendoli calati dall’alto e che pone ai limiti di un immaginario percorso lungo quel labirinto al cui centro campeggia il Tempo, principale coordinata di percezione.

Ines Fontenla, Il Giardino dei sentieri che si biforcano

In continuità con le installazioni presenti nell’Ipogeo, la mostra si completa con una serie di opere su carta dei tre artisti, ospitate nel rinnovato spazio.Progetti. Questo luogo, che già aveva visto esposizioni grafiche, presenta al pubblico il Centro Studi per la Scultura contemporanea di SIC. Allestito nel Mezzanino, dopo un lungo lavoro di recupero e restauro, Sculture in Campo mette a disposizione di studenti e studiosi d’arte una piccola ma nutrita biblioteca con una serie di cataloghi e testi in uno spazio di incontro, consultazione e studio.

La mostra temporanea e la permanenza del Centro Studi confermano le intenzioni del Parco di diffondere la conoscenza della scultura e dell’arte contemporanea in luoghi esterni ai già noti centri urbani, realizzando in più quella sinergia con il territorio e le realtà locali che consentono lo sviluppo di una genuina cultura dell’arte.

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