Sergio Lombardo, tutte le variabili dell’arte in mostra a Bologna

di - 9 Marzo 2024

Sergio Lombardo, romano classe 1939, ha esordito da artista alla fine degli anni Cinquanta, noto dai primi Sessanta per grandi dipinti con cui gettava le basi della sua lunga ricerca artistica e scientifica, come anche psicologo e docente. Un’ampia mostra nella palazzina settecentesca di Villa delle Rose a Bologna ripercorre le tappe del suo fare artistico, concentrata sulle produzioni e attività pioneristiche fino al 1970 – anno della prima tra le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia – e lungo i decenni di sperimentazioni sulla psicologia dell’arte fino a oggi. Oltre 40 opere, tra i corridoi e le otto sale della Villa, ne raccontano la carriera e la statura intellettuale, in un percorso d’approfondimento, dall’allestimento impeccabile, curato dalla studiosa, docente alla University of New Orleans, Anna Mecugni.

Sergio Lombardo, Progetto per 30 aste, 1967. Courtesy Archivio Sergio Lombardo

Pregio del progetto espositivo è l’inquadramento del momento storico, fenomenologico, in cui queste opere furono ideate e inizialmente realizzate, attraverso una grande testimonianza di collages progettuali e con materiali d’archivio, mostrando insieme lavori in serie originali del tempo e recenti, e le riconfigurazioni attuali di alcuni, tra cui quattro installazioni ambientali specifiche per lo spazio. Il focus infatti è sull’evoluzione che dalla pittura su tela portò l’artista, alla convergenza di correnti e controcorrenti dell’arte, a concepire nel 1965 i Superquadri, installazioni tridimensionali modulari variamente componibili, che ne dimostrano una pratica del tutto singolare, informata dalla scienza.

Sergio Lombardo, Progetto per una distribuzione di 300 punti extra, 1967. Courtesy Archivio Sergio Lombardo

Lombardo artista e teorico, come prima cosa, contribuiva a una riflessione irradiata a livello internazionale sul ruolo attivo del pubblico nell’esperienza artistica, che smetteva di essere considerata solo passiva contemplativa, prevedendo invece «L’eventualità, la spontaneità e l’interattività». Sin dai Monocromi (1958-1961) e con Gesti Tipici (1961-63) e Uomini politici colorati (1963-64), prologo della mostra, avviava un’indagine non tradizionale poi ininterrotta sugli aspetti soggettivi, percettivi, psicologici, comportamentali in rapporto all’opera d’arte, proclamando da parte sua “un’astinenza espressiva” in favore di un’apertura estetica: non andavano cercati significati o messaggi personali dell’autore, «Quello che doveva cambiare era l’atteggiamento del pubblico al quale veniva richiesto di agire cognitivamente e fattualmente nella realtà». Dava origine così alla Teoria Eventualista, prevedendo sempre diverse possibilità di azione e tentativi di distribuzione degli elementi costitutivi delle opere stesse, a partire da un singolo modulo o una struttura e da un gioco di combinazioni anche coloristiche tra questi.

Sergio Lombardo, Scatola con 50 cubi, 1968. Courtesy Archivio Sergio Lombardo

Superquadri è il titolo dello studio, premiato alla VII edizione del programma di sostegno e promozione internazionale Italian Council del Ministero della Cultura, presentato da Untitled Association con MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina, University of New Orleans e Istituto italiano di Cultura di Toronto, che ha portato alla monografica in corso fino al 24 marzo, promossa dall’Archivio Sergio Lombardo costituito nel 2022 e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, e con cui si sono riuniti certi suoi contributi per la prima volta in un contesto museale.

Sfera con sirena (1968 -1969) al Centro Studi Jartrakor, Roma, nei primi anni Ottanta.

Come prodromi di quelli che ora chiamiamo ambienti immersivi, con i Supercomponibili (1965-68), distribuzioni di Aste, Scatole, Cubi, Punti extra Lombardo andava creando su scala ambientale delle “opere-problemi” entro cui muoversi, da risolvere con la logica e affidate al caso, asciugando le forme in componenti geometriche minimali da collocarsi spazialmente, negli angoli, sul pavimento oltre che a parete, ricorrendo a materiali prodotti dell’industria chimica, che andavano applicandosi in ogni campo della vita consumistica nel boom economico di quegli anni, passando dagli smalti e colla vinilica al laminato di fòrmica e alla resina di poliestere, tra gli altri. Il procedimento era chiarito fin dal linguaggio in uso per nominarle, attingendo dal lessico euclideo e architettonico con aggettivi rafforzativi, ottenendo stimoli artificiali, consegnando strategie estetiche per sempre nuove osservazioni sull’umano.

Sergio Lombardo, veduta della mostra, Villa Delle Rose, Bologna, 2024, Foto di Manuel Montesano

Nella visita, Superquadro con 32 moduli uguali (1965-2020), che può ricordare i 32 mq di mare circa (1967) di Pino Pascali protagonista con Lombardo nell’avventura della Scuola di Piazza del Popolo, è tra le installazioni qui ricomposte su misura dalla curatrice Mecugni. Come nella sala “a pois” con 50 Punti extra o in quella con un Supercomponibile ricostruito utilizzando 24 dei 30 moduli previsti, grazie a una simulazione in 3D.

Sergio Lombardo, veduta della mostra, Villa Delle Rose, Bologna, 2024, Foto di Manuel Montesano

Seguono voluminosi oggetti scultorei interattivi, anche da altre serie, in cui i numeri e le operazioni matematiche vengono ad essere importanti; per esempio in 127 cubi (1968), il numero primo 127 pone la questione dell’aleatorietà nella composizione di una data forma complessiva e sull’indeterminatezza delle soluzioni da mettere in campo, laddove non esiste un singolo modo di ordinare questi cubi, essendocene sempre almeno uno spurio che manca o avanza. Quest’opera, simbolica, fu esposta alla Biennale dei giovani di Parigi nel 1969, scelta insieme alla esemplare Sfera con sirena (sirena acustica, che si attiva col movimento), restaurata proprio per l’occasione bolognese. Importante perno di questa esposizione, è una tra le cosiddette “situazioni di emergenza” che Lombardo provocatoriamente propose negli anni di piombo, interpretando una condizione di massa, un sentimento del pericolo, spingendo i limiti dell’esperienza dei visitatori verso “comportamenti d’emergenza” in risposta all’ambiente circostante.

Sergio Lombardo, veduta della mostra, Villa Delle Rose, Bologna, 2024, Foto di Manuel Montesano

La mostra introduce al processo richiesto per diverse interazioni basate sulla probabilità, su una casistica variabile determinata dall’uso eventuale dei dadi e da esperimenti di psicocinesi, anticipando quello che sarebbe stato il dominio indiscusso dell’algoritmo nelle nostra attualità digitale. Dal 1980, Lombardo animerà il filone della pittura detta Stocastica, ottenuta appunto da algoritmi e programmi di randomizzazione, capofila di una scuola accademica determinante nel settore della Teoria della Percezione e Psicologia della Forma.

Sergio Lombardo, veduta della mostra, Villa Delle Rose, Bologna, 2024, Foto di Manuel Montesano

La mostra di Sergio Lombardo a Villa delle Rose sarà visitabile fino al 24 marzo 2024.

Storica dell’arte, e-writer e fotografa, collabora con il Dipartimento delle Arti Visive dell’Università di Bologna dove si è specializzata in Psicologia dell’arte con una ricerca in Neuroestetica. Dal 2011 lavora nell’editoria e nella Comunicazione & Marketing aziendale. È socia della IAAP - International Association for Art and Psychology, impegnata in azioni di promozione culturale.

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