Sette artiste in dialogo sullo spazio domestico: la mostra al Museo del Barrio di New York

di - 27 Marzo 2023

Negli spazi del Museo del Barrio di New York, la più importante istituzione dedicata all’arte del centro e del sud America, si è tenuta “DOMESTICANX”, mostra curata da Susanna V. Temkin. Il museo è stato fondato nel 1969 da un gruppo di attivisti portoricani con lo scopo di mantenere sempre viva la loro cultura a New York. “DOMESTICANX” riunisce le opere di sette artiste intergenerazionali in una conversazione sulla casa, intesa come spazio di guarigione, spiritualità, autorealizzazione e resistenza.

L’ispirazione per il tema della mostra deriva dal concetto di “domesticana”, teorizzato per la prima volta dall’artista, studiosa e critica Amalia MesaBains. Questo termine è stato coniato in risposta al concetto di “rasquachismo”, proposto dallo studioso Tomas Ybarra-Frausto, per descrivere «Una prospettiva da sfavoriti, una visione da los de abajo» (dal basso) nelle comunità chicane della classe operaia, associato principalmente agli uomini e che viene comunemente usato per descrivere l’estetica presente nell’arte chicana della classe operaia e nei movimenti artistici messicani che cercano di “trarre il massimo dal minimo”.

Partendo dalla consapevolezza di Mesa-Bains che tutte le «Terminologie devono rimanere porose, le sensibilità mai completamente nominate e le categorie frantumate», “DOMESTICANX” espande l’originale teoria chicana e femminista dell’artista attraverso il senso dell’intersezionalità latina contemporanea e lo fa affrontando la sofferenza delle donne all’interno dei sistemi patriarcali e il modo in cui queste utilizzino la sfera domestica (arti decorative, tradizioni curative, creazioni di altari domestici e stile personale) per liberarsi proprio dagli spazi domestici a cui sono legate.

Presentando opere in una varietà di media che vanno dalla pittura, alla ceramica, ai tessuti, alla fotografia e all’installazione, le artiste che partecipano alla mostra provengono da contesti diversi, amplificando così l’originale approccio chicano di domesticana.

Quattro delle artiste presenti in mostra fanno il loro debutto al museo con Domesticanx: Joel Gaitan, Cielo Félix-Hernández, Misla e Amarise Carreras. Le loro opere sono affiancate da artiste veterane come Nitza Tufiño, Maria Brito e Mesa-Bains: un allestimento che riflette la natura di molte case latinoamericane, dove convivono più generazioni.

AMARISE CARRERAS Her winds and tides bring future homes, 2022. Digital photography. 40 x 30 in. Courtesy of the artist.

Il percorso espositivo comincia con le minuziose fotografie della giovane artista Amerise Carreras, la cui pratica fotografica incorpora performance e pratiche collaborative. Attingendo alle tradizioni e alle conoscenze ereditate dalla nonna, Carreras crea altari con oggetti di uso quotidiano, frutta e altri materiali naturali i cui toni ricchi e saturi evocano una qualità simile alla pittura. Il colore e la struttura sono enfatizzati in base alla posizione di ciascun elemento, che è carico di un profondo simbolismo personale, culturale e spirituale.

Nella sala successiva, l’estetica dell’altare prosegue con uno spettacolare confronto: il monumentale Museo de Fátima di Amaila Mesa-Bains. Il lavoro di Mesa-Bains si concentra sulla cultura, la storia e la memoria chicana, esplorando le omissioni sistemiche e istituzionali derivanti dal colonialismo, dal patriarcato e dall’egemonia razzista in corso, il tutto da una prospettiva femminista.

AMALIA MESA-BAINS Sleeping Nun, 1997. Giclee print from Venus Envy Ch III: Cihuatlampa, the Place of the Giant Women. 36 x 29 in. Courtesy of the artist

A fianco all’opera di Mesa-Bains, si ammira un ulteriore altare, quello dell’artista Joel Gaitan che contiene otto sculture in ceramica. Gaitan lavora con la terracotta per produrre vasi esuberanti che riflettono la sua eredità nicaraguense in uno stile decisamente personale. Ispirate alle pratiche artigianali dell’America centrale, le sue statuette presentano delicate trecce intrecciate a mano, piercing, griglie e altri ornamenti che brillano di giada e oro. Se alcuni di questi accessori rappresentano una fusione di forme tradizionali e mode attuali, altri sono innegabilmente contemporanei. I vasi altamente espressivi di Gaitan sono carichi di un orgoglio e di una sicurezza feroci, tanto da poter essere letti come alter ego dell’artista.

JOEL GAITAN Pobre Diabla, 2022. Terracotta, jade and gold. Courtesy the artist and KDR305 Gallery

Homenkae Tenderete di Nitza Tufiño, artista multidisciplinare e unica donna fondatrice del Boricua Graphic Workshop, un’organizzazione pionieristica fondata ad Harlem nel 1970, divide lo spazio espositivo con un bordo da cui pendono cinque bandiere multicolori, come fossero panni stesi ad asciugare. Ogni opera presenta su entrambi i lati fotografie di famiglia, tra cui immagini del padre dell’artista, l’acclamato artista portoricano Rafael Tufiño, e un’intrigante immagine della giovane artista con la nonna nel cortile della loro casa.

NITZA TUFIÑO Homenaje Tenderete #5, c. 1979-80 (detail). Collection of El Museo del Barrio, New York
MARIA BRITO Come Play With Us: Childhood Memories, 1985. Mixed media. 80 x 48 x 53 in. NSU Art Museum Fort Lauderdale; gift of Beatriz Karasik

Come Play With Us: Childhood Memories di Maria Brito, artista della stessa generazione di Tufiño, affronta la complessa e sfaccettata esperienza di essere donna, artista, madre e figlia attraverso una pratica di ricerca psicologica e di assemblaggio. Le sue installazioni scultoree a tecnica mista ricreano frammenti di architettura domestica tradizionalmente associati alle donne, come la cucina e la camera da letto. Il lavoro in mostra rappresenta una stanza per bambini, completa di lettino e set di blocchi. Nonostante la carta da parati innocua e lo specchio con cornice rosa, l’opera ha un’aria minacciosa. Infatti, le mani dei bambini appaiono staccate dietro la superficie riflettente, mentre la ripetizione di scale e occhi dipinti suggerisce il concetto di sorveglianza e fuga.

Cielo Félix-Hernandez, Pollito #2, 2022. Oil on canvas. Courtesy the Artist and Sargent’s Daughters

Sulla parete attigua troviamo una delle più giovani artiste in mostra: Cielo Félix-Hernández, la cui pratica affronta i concetti di cura e connessione con il mondo naturale. I suoi dipinti ritraggono spesso una figura femminile accompagnata da galline e immersa in attività quotidiane. Nei dipinti di Félix-Hernández, queste attività quotidiane assumono il carattere sacro di un rituale e si ispirano alle sue esperienze personali, alla sua immaginazione e ai suoi ricordi.

Chiudono il percorso della visita le tele di grande formato di Misla, il cui studio si concentra sugli interni domestici. I suoi lavori ritraggono la casa di famiglia nel Queens, dove tuttora vive, e attingono a vecchi ricordi e foto di famiglia per riflettere l’esperienza personale della sua casa d’infanzia a New York, nonché una rappresentazione della tipica casa latina alla fine degli anni Novanta, proveniente dall’immaginario collettivo.

MISLA El comedor, 2019. Mixed media. 70 x 96 in. Courtesy of the artist

Questi riferimenti multipli e talvolta frammentati si manifestano fisicamente nel suo caratteristico processo di collage, in cui Misla spesso incorpora oggetti e immagini reali per catturare la sensibilità decorativa dei suoi spazi domestici. Evocando un senso di nostalgia e affetto, gli intimi spazi familiari di Misla rappresentano un rifugio dall’intensa quotidianità di New York, con l’implicita pressione della gentrificazione che minaccia l’esistenza di tali spazi sicuri.

Molte delle opere esposte in mostra esplorano gli spazi liminari di transizione tra la casa e il mondo esterno dalla prospettiva del rifugio e della protezione, soprattutto per quanto riguarda la sensazione di sentirsi fuori dagli spazi esterni e di trovare rifugio all’interno delle mura domestiche (l’artista illustra l’idea di sicurezza utilizzando elementi architettonici della casa di sua nonna a Porto Rico).

In conclusione, le artiste in mostra hanno saputo fare dell’esperienza estetica un esercizio lucido di impegno e di rivolta contro i tradizionali ruoli di genere, dimostrandoci che anche le esperienze più intime possono incontrarsi con l’arte. A questo fine, come afferma Mesa-Bains: «Per sanare le ferite causate dal patriarcato e dalla colonizzazione, la ridefinizione del femminile deve provenire dal vocabolario della rappresentazione delle donne. È questa la sfida delle nuove visioni dello spazio, della nuova resistenza domestica».

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