Shafei Xia, Assolo#1 – Galleria Francesca Antonini

di - 8 Settembre 2021

La Galleria Francesca Antonini Arte Contemporanea di Roma ha recentemente intrapreso una politica di apertura verso la promozione del lavoro degli artisti delle ultime generazioni con una serie di collaborazioni e scambi in continua evoluzione. È proprio questo lo spirito che che caratterizza la nuova iniziativa degli Assolo: appuntamenti cadenzati (circa due volte l’anno) durante i quali i visitatori della galleria concentreranno la loro attenzione sulla selezione di lavori inediti di un solo autore emergente. L’artista protagonista del “l’assolo” potrà decidere di lavorare, concentrare e realizzare anche solo un lavoro da allestire all’interno della sala centrale della galleria. Questo nasce dall’idea di inframmezzare la programmazione espositiva con delle mostre più dinamiche di artisti selezionati per delle collaborazioni. La necessità è quella di rendere più dinamica l’attività in galleria e cercare di creare un circuito nazionale e un interscambio di attenzione sull’operato degli artisti.
Il primo “Assolo (Assolo#1)” a cui la galleria ha dato voce è quello che vede la raccolta di sei lavori inediti della giovanissima artista cinese Shafei Xia, che dopo il conseguimento della laurea triennale in scenografia in Cina, nel 2018 si trasferisce a Bologna dove si laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti.
Ci troviamo di fronte a un artista dalle spiccate e promettenti capacità in esordio ma che ha lasciato traccia del suo timbro distintivo attraverso una tecnica che la rende già inconfondibile.
L’universo che letteralmente l’artista mette in scena, attraverso una singolare tecnica pittorica realizzata con acquerelli e china su fogli di carta di sandalo montati su telaio, è di puro edonismo per gli occhi.

Shafei Xia, Leopardi con donna lisca

Ci si trova di fronte a un universo pullulante di elementi tipici della tradizione orientale: a partire dalla tecnica pittorica giocata in trasparenza e dal medium utilizzato, il quale attraverso una sensualissima texture fibrosa conferisce matericità a forme altrettanto attraenti quanto eteree. La componente iconografica, più propriamente occidentale, si innesta su circuiti di natura variegata tra visioni oniriche e indecifrabili e una resa particolareggiata di minuziosi dettagli.
Irriverente, divertente, gioiosamente erotico ma sempre estremamente raffinato il suo linguaggio si costruisce tra eleganza e riferimenti ricercati agli Shunga giapponesi, ai dipinti erotici cinesi ottocenteschi, ma al tempo stesso ricorda anche il narcisismo colto di Ontani e non meno l’onirismo inquieto di Bosch, o gli acquerelli felliniani. Si rintracciano inoltre numerosi rimandi alla sfera circense come ci suggerisce il circo, una delle opere in mostra, in cui vi sono forti riferimenti figurativi, come il cerchio di fuoco, gli animali e gli acrobati, che rimandano inequivocabilmente al mondo del circo.
La rappresentazione onnipresente dell’eros è decifrabile quale simbolo di molteplici forze e stimoli, le iconografie sono esplicite, gli organi e gli atti sessuali sono volutamente esibiti e mai censurati tuttavia sono spogliati da ogni volgarità e rivestiti di raffinatezza ed eleganza. Shafei prima di essere artista è una donna a cui piace godere della vita e dei suoi piaceri più autentici, capacità che riesce a conferire ai suoi lavori attraverso un filtro ricercatamente leggero.

Shafei Xia, Doll House

Gli ingredienti più variegati e impensabili sono riequilibrati e ingentiliti insieme da una tecnica e una resa formale variopinta e addolcente, dovuta non solo alle tonalità brillanti e fantastiche ma anche all’utilizzo di glitter e porporina che conferiscono luce e vivacità ai lavori se ci si accosta più da vicino.

Shafei Xia, La guerra

Un universo fiabesco e quotidiano insieme, che si mescola, capovolge e ribalta a ogni sguardo; favole con eroi, antagonisti e simpatici aiutanti in veste animale che rievocano le fiabe classiche e le audaci metamorfosi uomo-animale. Elemento fondamentale per entrare nella dimensione dell’artista è quello onirico: come nei sogni accadono cose che non è possibile decifrare e interpretare totalmente, allo stesso modo è possibile che elementi e dettagli contenuti nei lavori dell’artista ci restino per sempre sconosciuti, perché ogni più piccolo elemento del quadro sembra essere portatore di abissi intricati di significato. I lavori e la pittura “zuccherosa” di Shafei Xia sono portatori di significativi stimoli anche per il nostro gusto e olfatto, come l’artista stessa ama sottolineare rappresentando elementi del corpo maschile e femminile associati o posti vicino a elementi culinari.
Può darsi che l’accostamento ci risulti azzardato, però dopo tutto l’appetito vero e proprio e l’appetito sessuale non sono, in fin dei conti, manifestazioni dell’appetito per la vita stessa?

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