Un dialogo inedito tra due giganti dell’arte contemporanea, figure tanto iconiche quanto divisive, che hanno contribuito a delineare l’immaginario collettivo del Novecento in Occidente: Pablo Picasso, maestro indiscusso delle Avanguardie europee, e Jeff Koons, simbolo del kitsch e interprete raffinato delle esagerazioni American way of life. Le loro opere si incontrano negli spazi storici del Palazzo di Carlo V, all’interno dell’Alhambra di Granada, in una mostra organizzata dal Museo Picasso Málaga in collaborazione con la FABA – Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso e il Museo de Bellas Artes de Granada, per esplorare la continuità e la metamorfosi dei simboli classici.
Fulcro del progetto espositivo è il soggetto mitologico delle Tre grazie: Aglaia, Eufrosine, e Talia, le tre figlie di Zeus, che diffondevano splendore, gioia e prosperità nel mondo. Canone e archetipo di bellezza e armonia, hanno occupato uno spazio ambiguo e affascinante nelle arti visive. Questo gruppo di figure femminili, celebrate nell’antichità per simboleggiare la generosità della natura, ha ispirato artisti di epoche e stili diversi per secoli. Anche Picasso e Koons hanno affrontato questa allegoria, ognuno offrendo una propria visione che si discosta dalle fonti classiche ma che, allo stesso tempo, vi rende omaggio.
Questo progetto segna l’inizio di Reflections. Picasso, un’iniziativa che porta le opere del maestro malagueño in luoghi emblematici dell’Andalusia, stabilendo nuovi dialoghi tra arte e territorio. Le due opere di Picasso e le tre di Koons scelte per questo progetto, pur così diverse per stile e linguaggio, stabiliscono un dialogo ricco di suggestioni con il contesto storico e artistico del complesso monumentale dell’Alhambra, risalente alla prima metà del Duecento, voluto dai sultani della dinastia nasride e dichiarato Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco.
Picasso, con The Three Graces (1923), recupera l’aura grave e monocromatica delle statue classiche, trasformando però l’ideale classico in una visione personale e introspettiva, quasi inquietante. Koons, al contrario, con la sua moderna reinterpretazione del mito, The Three Graces (2016–2022), utilizza l’acciaio inossidabile lucidato, un materiale tecnologico e indistruttibile, per creare una superficie brillante e festosa che riflette lo spettatore e lo spazio circostante.
La mostra include altre opere iconiche che esplorano la rilevanza dei miti classici nell’arte moderna e contemporanea. Head with Helmet (1933) di Picasso, della collezione del Museo de Bellas Artes de Granada, rivela il profondo legame dell’artista con l’eredità greca, reinterpretata con la sua caratteristica vena sperimentale. La scultura in bronzo, ispirata alla musa Marie-Thérèse Walter, è un esempio del modo in cui Picasso combinava elementi quotidiani, come una pallina da tennis usata per modellare gli occhi, con una potente carica espressiva.
Accanto a questo lavoro, due pezzi della serie Gazing Ball (2015–16) di Koons invitano gli spettatori a immergersi nella storia dell’arte attraverso l’uso di sfere riflettenti in vetro blu. In particolare, Gazing Ball (The Intervention of the Sabine Women by David) ripropone in chiave contemporanea il dipinto di Jacques-Louis David che rappresenta il momento in cui le Sabine, ormai stabilite a Roma, assistono allo scontro tra i loro carcerieri romani e le loro famiglie di origine. La mostra sarà visitabile fino al 16 marzo 2025.
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