Spazi emergenti a Bologna e dove trovarli: Progetto Alluminio e Hidden Garage

di - 16 Giugno 2022

Questa intervista nasce da un intento specifico: conoscere e instaurare un dialogo con spazi culturali indipendenti sorti recentemente dalla collaborazione tra studenti dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di Musica nella città di Bologna. Ha così avuto inizio un processo di mappatura che ha condotto all’incontro con due realtà emergenti inaugurate questa primavera: Progetto Alluminio e Hidden Garage. Essi sono spazi di incontro, di sperimentazione e di maturazione artistica fondati su forme di collaborazione tra giovani artisti per favorire la partecipazione e lo scambio.

Riccardo Tesorini, Abbaglia e svanisci, installazione A/V. Progetto Alluminio, 2022

Progetto Alluminio è nato da un’idea di Riccardo Tesorini e Gaia Nieri, con il contributo di Federica Amaddii Barbagli, Camilla Medori, Chiara Ferri, Giulio Grillo ed altri. Tesorini e Nieri hanno ricoperto con fogli di alluminio la sala di una casa nel centro storico di Bologna, per dare vita a uno spazio espositivo dalle pareti increspate e riflettenti. La dimensione privata viene quindi alterata affinché, scevra da costrizioni, sia attraversabile da tutti e possa accogliere nuovi stimoli. Nei mesi di marzo e aprile, Progetto Alluminio ha ospitato quattro eventi esplorando l’installazione, la pittura e la performance musicale.

A maggio ha aperto le porte al pubblico Hidden Garage, un garage di circa venti metri quadri situato in un complesso condominiale vicino a Porta San Donato. Prima studio condiviso dei giovani artisti Elisa Capucci ed Edoardo Sessa, Hidden Garage è stato trasformato in uno spazio espositivo aperto ai colleghi dell’Accademia. Il progetto ha inaugurato con “Ragged Surfaces”, una mostra nata dalla collaborazione tra Samuele Bartolini e Zaira Fiallo, che insieme hanno progettato un micro-ambiente dedicato alla fragilità e alla perdita.

Nel leggere quanto scritto nelle vostre presentazioni, ho notato una vicinanza nel sentire la necessità di reagire alla difficile situazione attuale attraverso la creazione di spazi culturali aperti in cui costruire nuove forme di collaborazione. Qual è stato l’elemento che maggiormente ha influenzato la decisione di avviare un vostro progetto? E in che modo esso vuole rispondere all’esigenza percepita?

Hidden Garage: «L’elemento che ci ha maggiormente influenzati è stato il progressivo palesarsi di necessità comuni che sentivamo di condividere non soltanto nelle nostre vite personali ma anche nello spazio di lavoro. Hidden Garage, infatti, prima di divenire uno spazio espositivo era un disordinato studio d’artisti che ospitava tutto il nostro fare. Ciò che più percepivamo mancasse al panorama artistico bolognese era la consapevolezza che la cultura e le arti di una città spesso partono da giovani artisti che troppo spesso non hanno le indispensabili occasioni per esporsi».

Progetto Alluminio: «La nostra è stata una reazione alla paura e alla diffidenza in un momento di piena pandemia, in un’epoca storica costellata di crepe e vuoti. Progetto Alluminio è una sorta di anticorpo in cui abbiamo sviluppato un discorso con al centro una proposta artistica sfaccettata e senza confini di alcun genere».

Lorenzo Fasi, Tutto è al suo posto, installazione site specific. Progetto Alluminio, 2022

Cosa sono per voi Hidden Garage e Progetto Alluminio?

Hidden Garage: «Hidden vuole essere un micro-ambiente fatto di possibilità, un nucleo da cui generare una rete di scambi e di relazioni. In altre parole, uno spazio autogestito che si discosta dai canonici e difficili medium espositivi per dare vita a un ambiente fresco. Per i motivi spiegati precedentemente, Hidden Garage è un progetto da noi molto sentito e speriamo che le energie che stiamo investendo siano percepibili dall’esterno».

Progetto Alluminio: «Progetto Alluminio è un momento di sperimentazione e condivisione artistica; una zona resa franca dalla retorica dell’inclusività: fruizione e partecipazione collettiva e creazione di una rete per il piacere di un gioco creativo. In altre parole, uno spazio di condivisione dove un gruppo di persone hanno fuso i propri sforzi per concretizzare desideri comuni».

Samuele Bartolini, Splitted Axes, 2022, polistirolo, gesso, silicone, ferro, pigmenti

Mi raccontate di una mostra o di un evento per fornire un esempio concreto delle dinamiche sulle quali avete costruito i vostri spazi?

Hidden Garage: «Fino ad ora abbiamo sempre lavorato con artisti a noi vicini: ci siamo personalmente interessati al lavoro di studenti o ex studenti dell’Accademia e li abbiamo contattati per proporgli una collaborazione. Tutti si sono mostrati propositivi ed entusiasti. Prima dell’inaugurazione di una mostra trascorriamo sempre alcuni giorni insieme agli artisti instaurando con essi uno stretto dialogo. Per quanto riguarda la curatela, preferiamo rimanga autonoma o basata sul rapporto e sul confronto tra noi e gli artisti».

Progetto Alluminio: «Sebbene ogni evento abbia avuto delle dinamiche proprie dovute alla differente natura delle proposte, il denominatore comune è stato l’alluminio con cui abbiamo rivestito la stanza e quindi delineato l’interazione tra l’artista e lo spazio espositivo. È stato interessante vedere come gli artisti che si sono succeduti abbiano interpretato lo spazio. Creare uno spazio di condivisione pubblica in un luogo intimo come una casa privata ha significato ripensare e alterare la funzione della stanza. Questo ha reso la fruizione delle opere più intensa e sentita: le interazioni sono state amplificate e le persone si sono sentite a loro agio. Inoltre, ha permesso di creare una rete sociale di spettatori più partecipativa e attiva rispetto a un comune luogo pubblico».

Daniele Carcassi, Habitat / Biagio Cavallo, test #0, performance musica elettronica. Progetto Alluminio, 2022

Qual è la vostra prossima iniziativa? E pensando al futuro, come vi figurate i vostri spazi?

Hidden Garage: «Proprio in questi giorni stiamo lavorando alla seconda mostra, Emulating Humans, che vedrà coinvolti gli artisti Jacopo Naccarato e Bernardo Tirabosco (l’intervista è stata realizzata prima dell’apertura della mostra, inaugurata l’11 giugno, ndr). Ieri siamo stati allo spazio per rinnovare la pavimentazione e parlavamo del futuro. Il nostro progetto è aperto e non respingiamo alcun tipo di collaborazione; anzi crediamo sia fondamentale mantenere il nostro terreno ricco e fertile. Per il futuro speriamo che Hidden Garage cresca, perché no, si sposti e con esso aumentino le relazioni, le collaborazioni e tutto ciò che ne deriva. Auspichiamo inoltre di diventare un punto sicuro e amico per chi, come noi, comincia a muovere i primi passi nel complicato mondo dell’arte».

Progetto Alluminio: «La nostra intenzione è rendere Progetto Alluminio fluido e nomade: non vogliamo ancorarci al luogo in cui è nato ma espanderci e accogliere nuove proposte artistiche. Comunque abbiamo diverse iniziative a cui stiamo lavorando, per il momento non vogliamo anticipare nulla, ma possiamo accennare che molto probabilmente alcune di esse non si svolgeranno a Bologna».

Zaira Fiallo, Senza Titolo (dettaglio), 2021, calzamaglia, cotone, spago

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