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Spazio acrobazie: a Palermo, l’arte contemporanea entra nelle Case di Reclusione
Arte contemporanea
Il rapporto tra lo spazio e la sua dimensione estetica ed emotiva è al centro del progetto biennale Spazio Acrobazie, “laboratorio produttivo e di riqualificazione attraverso la mediazione artistica”, ideato da Laura Costa e curato da Elisa Fulco. Promosso dall’Associazione Acrobazie e sostenuto da Fondazione CON IL SUD e Fondazione Sicilia, mira a una riqualificazione degli spazi detentivi, grazie all’utilizzo di modelli di coinvolgimento creativo che vedono la collaborazione tra artisti contemporanei e le categorie dei detenuti con pena definitiva (Casa di Reclusione Calogero Bona-Ucciardone), di quelli in esecuzione penale esterna e dei minori (Istituto Penale per Minorenni Malaspina).
Il progetto si pone in continuità con il precedente L’Arte della Libertà, che aveva già sperimentato in maniera proficua la collaborazione tra gli istituti carcerari e il sistema dell’arte contemporanea, con lezioni di arte, laboratori settimanali con artisti, visite guidate. Tra le novità, oltre all’attivazione di un laboratorio all’interno del Museo d’Arte Contemporanea Palazzo Riso di Palermo, significativa è l’ideazione del marchio “Spazio Acrobazie”, tramite cui verrà prodotta una collezione di oggetti a tiratura limitata, realizzata dagli artisti in co-produzione con i detenuti, i quali potranno partecipare allo sviluppo ideativo e produttivo del materiale.
Impegnandosi nella risemantizzazione degli spazi ricreativi, delle aree verdi che circondano gli istituti e delle sale d’attesa, i soggetti coinvolti potranno acquisire nuove conoscenze, sperimentare con la creazione estetica, migliorare il proprio rapporto con lo spazio vissuto quotidianamente, imparandone l’importanza del rispetto e della valorizzazione, mentre la riqualificazione funzionerà come una forma di risarcimento per la comunità. Il miglioramento, dunque, non sarà solo quello legato ai luoghi, ma coinvolgerà anche le persone, che acquisteranno nuove competenze relazionali e comportamentali attraverso il modello formativo dell’arte.
Tra gli artisti invitati, Francesco Arena, Flavio Favelli, Stefania Galegati, il duo Genuardi/Ruta, Marzia Migliora, Andrea Sala e Francesco Simeti, mentre il progetto ha preso il via il 24 giugno con il workshop dell’artista Paolo Gonzato, il primo di una serie di cinque (fino al febbraio 2023) organizzati presso il polo didattico dell’ala V della Casa di Reclusione Calogero di Bona–Ucciardone. L’artista, noto per la sua attenzione al tema della marginalità, si interfaccia da tempo con il design, l’editoria e la moda, attraverso un linguaggio geometrico caratterizzato da forme astratte e colori, con cui un gruppo di detenuti, operatori sociosanitari, culturali e docenti potrà sperimentare. Dal lavoro collaborativo si otterrà un pattern utilizzato poi per la creazione di wallpainting e di arredi e oggetti di design, da produrre sotto il marchio “Spazio Acrobazie”. La conclusione dell’esperienza, inoltre, coinciderà con il recupero di un’area verde del carcere, da destinare agli incontri con le famiglie e con i figli dei detenuti.
Una ricerca estetica simile a quella di Gonzato, con forme geometriche poste in relazione alla luce e allo spazio, è quella del duo Genuardi/Ruta, protagonista di un’operazione site specific, “Lo spazio dentro”, condotta in collaborazione con i minori dell’Istituto Penale Malaspina: un wallpainting dai colori accesi (giallo, rosa, azzurro) volto a migliorare l’aspetto della sala ricreativa dei ragazzi.
Formatosi nel 2014, il duo artistico composto da Antonella Genuardi (1986) e Leonardo Ruta (1990) concentra la propria attenzione sulla relazione formale che unisce la luce e lo spazio architettonico, creando opere d’arte che intercettano, elaborano e ripropongono gli effetti della prima sul secondo.
Vincitori dell’ottava edizione dell’Italian Council (2020), i due giovani artisti hanno messo a disposizione della comunità la loro professionalità, nell’ottica non solo di un arricchimento estetico degli spazi del carcere, ma soprattutto di un accrescimento della collaborazione e del senso di responsabilità tra i giovani detenuti.
Spazio acrobazie a Palermo é un esempio che pone l’arte come disciplina catartica, liberante, dove i pensieri e le azioni nelle quali l’uomo che ha perduto se stesso ha la possibilità di recuperarsi. una domanda, però, nasce spontanea: l’Arte é così interessante considerata per se stessa, perché allora ultimamente, vale a dire nel momento storico in cui viviamo é necessario affidarle un compito? a mio avviso la Bellezza espressa dall’Arte é vera quando esprime purezza, assolutezza, nel mondo ma contemporaneamente slegata dal mondo medesimo. in altre parole “L’Art pour l’art” é quella che mi affascina di più, lontana dalle categorizzazioni di stampo psicologistico.