21 novembre 2021

Statements – Palazzo della Ragione

di

Ventisei dichiarazioni in forma visiva: ecco i manifesti di "Statements", a cura di Stefano Raimondi, in occasione dell'annuale ARTDATE promosso da The Blank

Emily Jacir, noi, 2021, Courtesy Emily Jacir, Copyright: Emily Jacir 2021

Nell’incantevole cornice di Piazza Vecchia a Bergamo, città alta, dal balcone del Palazzo della Ragione pende un manifesto rosso con la scritta “Non voglio tornare indietro-Vado avanti con te” di Pipilotti Rist. Questa è una delle 26 dichiarazioni in forma visiva, alias manifesti raccolti nella mostra “Statements” a cura di Stefano Raimondi in occasione dell’annuale Festival di Arte Contemporanea ARTDATE, The Blank.
Cory Arcangel, John Armleder, Ed Atkins, Elmgreen & Dragset, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Cao Fei, Regina José Galindo, Ryan Gander, Kendell Geers, Shilpa Gupta, Alfredo Jaar, Emily Jacir, Luigi Ontani, Yan Pei Ming, Diego Perrone, Jack Pierson, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Pamela Rosenkranz, Marinella Senatore, Cally Spooner, Pascale Marthine Tayou, Goran Trbuljak, Nora Turato, Francesco Vezzoli, Lawrence Weiner, hanno aderito all’appello di The Blank – associazione culturale e artistica no profit fondata nel 2010, tra i principali network dedicati all’arte contemporanea volta a connettere pubblico e privato attraverso diversi progetti – di rilasciare una dichiarazione (statements) per Bergamo, città fortemente segnata dai lutti causati dalla pandemia e il mondo.
Stefano Raimondi, curatore artistico di The Black ha commentato: “Credo che questo progetto possa essere di grande importanza per la cultura perché testimonia l’unità e la solidarietà del mondo artistico contemporaneo e il bisogno degli artisti e più in generale di tutto il settore di essere ascoltati nelle loro dichiarazioni. Questa mostra racchiude molti messaggi che mi auguro possano essere accolti e condivisi”.

Regina José Galindo, La nostra più grande vendetta è essere vive, 2021, Courtesy of the artist

Ed è all’insegna dell’inclusione sociale e condivisione di uno stato d’animo globale, di straniamento e sospensione vissuto tra il trauma della pandemia e la volontà di superamento che nasce questa mostra collettiva. Così, fatti e misfatti, cause e conseguenze di un lockdowon generale, queste dichiarazioni amplificate da un coro di voci di artisti diventano messaggi di speranza, fiducia nel futuro, anche con un pizzico di ironia. Ciascuno Statement verrà appeso a turno al balcone di Palazzo della Ragione, gli altri sono esposti come panni al sole, dentro l’architettura, opera d’arte di per sé.
L’allestimento della mostra a cura di Maria Marzia Minelli, nella giusta scelta della sospensione dei manifesti dall’alto e nella collocazione raccolta, quasi circolare seppure aperta, in cui lo spettatore può muoversi liberamente tra i manifesti che configurano testi e segni grafici diversi, coglie nel segno il nostro generale senso di indefinibile straniamento, di passaggio tra qualcosa che non è ancora passato ma vorremmo che lo fosse senza dimenticare il trauma collettivo.
Quasi tutti gli artisti che hanno aderito alla mostra conoscono Bergamo e città Alta, tutti il dramma cha ha vissuto. Aggirandovi nella sala del Palazzo della Ragione, situato nel cure della città divenuta simbolo della pandemia, vi accoglie una foresta di tessuti colorati, simili a stendardi o tappeti, con frasi ad effetto, affermazioni, asserzioni, testi e immagini volti a configurare dichiarazioni che pongono domande o esclamazioni, qualcuna dichiarazione ci fa anche sorridere.

Lawrence Weiner, Basta, 2021, cm. 300 x 300, Courtesy of the artist and Lisson Gallery

Alcune sono più ermetiche, altre più ironiche, ma voi scegliete quella che vi piace di più. Per esempio inneggia al NOI – parola scritta nella lingua araba e in nero su sfondo rosso -l’opera di Emily Jacir, ma tutte sono accomunate da una ricerca di una eterogenea comunità globale attraverso l’arte dell’affiches, con l’obiettivo di trovare casa e modi di vivere comune oggi e domani in maniera solidale.
Così tra una provocazione, antiaccademica di Francesco Vezzoli che fa piangere con lacrimoni neri il volto del Il Sarto di Giovan Battista Moroni, pittore bergamasco, noto ritrattista del Cinquecento, la polverizzazione del Leone di San Marco posto sui frontoni delle porte di accesso della città, scalfitto dalle pennellate grige, grandi e vigorose di Yan Pei, il Re della foresta non perde la sua maestosa grandezza nella fiera e composta postura; proprio come Bergamo è ferito ma pronto a resistere con dignità.
È un mantra la dichiarazione “La nostra più grande vendetta è essere vive” di Regina Galindo, un urlo universale assordante, soprattutto per le donne a Kabul; e di tutte le altre che devono continuare a difendere il diritto di libertà. Tra la scritta “Basta” di Lawrence Weiner con una squillante palette di azzurro, giallo, rosso ispirato alla grafica pubblicitaria e l’apparizione poetica di una misteriosa nota musicale chiamata Mezzo Sospiro, bianca su sfondo azzurro di John Armleder, si trova il segno grafico della nostra condizione di pausa, quell’intervallo vissuto tra frenetica mobilità di prima del Covid e il distanziamento, immersi nel silenzio irreale delle città vissuto durante il confinamento imposto dall’emergenza sanitaria. Pascale Marthine Tayou con la dichiarazione “Bellissima Energica Racchiusa Gloriosa Abbagliane Magnetica Omaggio!” dedica alla città di Bergamo, con le scritte in gessetto colorato sulla lavagna come si fa a scuola, e invita i bambini di tutte le età a ritrovare insieme la forza di vivere nell’empatia dell’arte. Tutti gli Statements saranno pubblicati in un catalogo speciale a tiratura limitata di 250 opere edito da The Blank.
Dopo la chiusura della mostra, auguriamoci di vedere presto questi manifesti diffusi nei luoghi pubblici più rappresentativi della città: gli affiches, lo insegna Daniel Buren, come la Street Art, devono stare fuori e non dentro bellissimi palazzi.

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