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Storie di ferro e vetro, alla Venice Glass Week: Lorenzo Passi da Marignana Arte
Arte contemporanea
Marignana Arte dà prova di seguire da vicino l’evolversi del mondo del vetro veneziano: se con Alessandro Diaz De Santillana, la galleria aveva puntato su un nome noto e affermato, la nuova acquisizione del giovane Lorenzo Passi, qui alla sua prima personale, segna il desiderio di giocare un ruolo di scouting, iniziando un percorso con un artista ai suoi esordi.
La formazione
Classe 1985, milanese di nascita e veneziano d’adozione, Lorenzo Passi rimane folgorato dal vetro durante una gita scolastica dei tempi del liceo artistico, durante la quale incontra il catalano Joan Crous. Sempre Jean Blanchaert, autore del testo critico che accompagna la mostra “Forgiato nel ferro, soffiato nel vetro”, lega la cifra dell’artista alle note biografiche, raccontandoci che nel 2009 l’artista vince una borsa di studio per una residenza di due anni a Nuutajärvi, in Finlandia, dove frequenta la locale Scuola del Vetro. Qui inizierà un duro apprendistato che lo farà familiarizzare non solo con il vetro ma anche con il ferro, materiale centrale nella sua attuale produzione.
Finito il periodo nordeuropeo torna a Murano, dove era già stato dopo le superiori per imparare il mestiere in fornace, e collabora coi maestri Oscar e Andrea Zanetti, Giovanni Nicola e Roberto Beltrami.
Una complessa semplicità: la ricerca di Lorenzo Passi da Marignana Arte
Perché Blancheart ha deciso di scrivere un testo critico che è in qualche modo una biografia poetica così ammiccante? Perché in effetti proprio qui risiede il segreto di Passi, nella dura gavetta e nello studio che lo hanno reso artista che lavora direttamente il vetro. Laura De Santillana, per esempio, non lo faceva, così come moltissimi artisti riconosciuti diventati abili in quest’arte, che si sono sempre dovuti affiancare all’identità del maestro a cui si accompagnavano. Lorenzo Passi no, ha scalato la montagna e si è reso indipendente, partendo dal desiderio di creare come artista che lavora in fornace.
Non è il primo a soffiare vetro nel ferro, ricordiamo la serie Soffi del 2014 di Silvia Vendramel che ha ampiamente esplorato la soffiatura all’interno di objet trouvé, ma Passi lo ha fatto direttamente, ha avuto l’idea a l’ha realizzata senza mediazioni, aprendo un suo stile. Da qui, le opere in mostra nella Project Room di Marignana Arte: elementi maschili, in cui il vetro perde la sua leggerezza per acquisire il peso specifico del ferro che lo comprime. Due pezzi, Black e White, colpiscono particolarmente perché complessi nella loro semplicità: due blocchi di vetro stritolati da un sottile tubo di ferro, nati dalla suggestione per la morte dell’afroamericano George Floyd, il 25 maggio scorso.