La mostra personale “Quotes” dell’artista viennese Svenja Deininger (1974), visitabile fino al 30 settembre 2022 presso Schiavo Zoppelli Gallery di Milano, presenta una selezione di una decina di lavori di recente produzione, unica eccezione è l’opera Untitled (2020), esposta in occasione della mostra “Two Thoughts” alla Collezione Maramotti che funziona da trait d’union con la produzione precedente dell’artista.
La peculiarità dei lavori della Deininger risiede nell’utilizzo di ogni parte della tela, essa per l’artista diviene un mezzo per la costruzione dell’opera stessa. La superficie, il retro, il bordo, il telaio nulla viene sacrificato, ogni elemento è impiegato nel dipinto. La superficie molto spesso è il risultato di sovrapposizioni di più tele, il supporto è sagomato (l’opera esce dalla sua dimensione standard), i bordi sono dipinti.
I soggetti apparentemente sono delle forme astratte pure, asettiche, combinazioni di colori e forme geometriche, in realtà le opere di Svenja Deininger tendono alla figurazione. Se con gli occhi seguiamo le direzioni delle linee e delle sagome lentamente ci appaiono dei profili, dei paesaggi e delle architetture. Le immagini non sono mai fisse, variano ad ogni sguardo sulle opere. Le citazioni, da cui il titolo della mostra Quotes, sono riferimenti a un reale che si compone e scompone davanti ai nostri occhi. Questo effetto è molto forte nelle sei opere accostate lungo le pareti contigue della galleria: nell’insieme esse sembrano concepite come un puzzle da comporre, ogni opera si configura con l’altra in una continuità visiva. Il visitatore è spinto ad allontanarsi e avvicinarsi per costruire l’intera immagine, le sagome delle tele si incastrano tra loro, le linee e le forme sono in dialogo e la scelta dei colori crea dei richiami e degli accostamenti cromatici. Le campiture sono piatte, ma l’artista non nasconde la natura e la materialità della tela. Nemmeno la processualità dell’opera è celata, si scorgono, infatti, anche delle lievi sbavature e imperfezioni nella stesura del colore questo perché, come dicevamo, Svenja Deininger non intende l’opera come pura forma astratta, ma come carne e corpo vivo in divenire e continua trasformazione.
In questo modo l’artista crea un vero e proprio orizzonte visivo, un’atmosfera che esce dalla bidimensione per entrare nello spazio ed abitarlo.
Forse l’opera cardine dell’intera esposizione, che incarna tutta la poetica del lavoro della Deininger, è Untitled (2022) un trittico composto da tre tele di dimensioni monumentali, dipinte a bande verticali e appese senza telaio al soffitto che scendono fino a sfiorare il pavimento. L’installazione site specific, realizzata appositamente per la Schiavo Zoppelli Gallery, è sospesa nel vuoto, libera di oscillare e muoversi nello spazio, essa ha una vita propria e una propria corporalità . Il visitatore può girarle intorno, vederla a 360 gradi e scoprire che i due lati delle tele sono diversi. L’opera funziona da catalizzatore richiamando e incorporando tutte le forme e le cromie dell’intera costruzione espositiva essa assurge a simbolo dell’intera ricerca artistica di Svenja Deininger.
Attraverso la sua indagine che si colloca tra astratto e concreto, oggettività e soggettività , l’artista supera queste dicotomie in una soluzione di continuità espressiva.
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