02 marzo 2023

Tecnologie e rivoluzioni: tutte le mostre del 2023 alle OGR di Torino

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Presentato il programma espositivo del 2023 alle OGR di Torino, tra mostre personali e collettive incentrate sulle trasformazioni della tecnologie e sui limiti della materia: ecco cosa vedremo

Brent Watanabe_San Andreas Streaming Deer Cam¬_2015-2016_© the Artist

Le rivoluzioni della tecnologia, le trasformazioni delle società e degli individui, gli spostamenti di senso. Tutto cambia e anche gli spazi delle OGR di Torino – dove ha da poco chiuso la mostra di Arthur Jafa – si adattano per ospitare le nuove mostre del 2023, che sarà scandito da un programma espositivo ampio, con il coinvolgimento di tanti artisti e autori, dal respiro internazionale – come ormai ci hanno abituato alle ex Officine – e incentrato sul presente.

«Nel 2023 le OGR Torino proseguono con forza e ambizione il lavoro avviato negli anni precedenti: esplorare le nuove frontiere dell’espressione artistica e amplificare la capacità collettiva di analisi e lettura del presente per acquisire una prospettiva più profonda sul futuro», ha dichiarato Massimo Lapucci, CEO delle OGR Torino, presentando il nuovo calendario di mostre e progetti. «Questo processo si consolida con l’esplorazione di nuovi megatrend quali l’ArTechnology – coniato proprio alle OGR – per esprimere il punto di vista strategico tra cultura, arte e tecnologia».

Paolo Cirio, Sociality, 2018. Courtesy by the artist Digital Print

Primo appuntamento, il 29 marzo, conPerfect Behaviors. La vita ridisegnata dell’algoritmo”, mostra collettiva a cura di Giorgio Olivero, incentrata sul cambiamento dei comportamenti individuali e collettivi in una società strutturata da sistemi tecnologici che sembrano sfuggire al controllo umano. Fino al 25 giugno 2023, nei Binari 1 e 2 delle ex officine, “Perfect Behaviors” presenta opere di artisti che hanno dedicato la propria ricerca proprio al dialogo critico tra esseri umani e macchine: Universal Everything (Regno Unito), Paolo Cirio (Italia), Eva e Franco Mattes (Italia), Brent Watanabe (Stati Uniti), Geumhyung Jeong (Corea del Sud) e James Bridle (Regno Unito).

Geumhyung Jeong, Toy Prototype, 2021, Sculptures and video installation. Various materials including aluminium profiles, medical simulators, DC motors, Arduino boards, joysticks Dimensions variable 59th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia, The Milk of Dreams, 2022 Photo by AVZ – Andrea Avezzù, Courtesy La Biennale di Venezia

«In un contesto in cui la quantificazione della vita quotidiana è ad opera di sistemi sempre più sofisticati di raccolta dati, la mostra mette in discussione l’idea di intelligenza artificiale come potente creatura autonoma all’interno di opache scatole nere, sottolineando invece come, dietro agli strumenti di misurazione delle interazioni, ci sia sempre l’intervento di qualcuno», spiegano dalle OGR. «Accettare questa vulnerabilità è un fattore centrale nel nostro essere umani, e mostre come “Perfect Behaviors” – che ci mettono di fronte a domande, non a soluzioni o interpretazioni – svolgono un ruolo sociale importante nell’attivare un pensiero in linea con principi non solo artistici e culturali, ma umani», ha affermato Fulvio Gianaria, Presidente delle OGR Torino.

Eglė Budvytytė in collaboration with Marija Olšauskaitė and Julija Lukas Steponaitytė Still from ‘Songs from the compost: mutating bodies, imploding stars’, 2020, 4K video, 28 min Image courtesy of the artist

A settembre 2023 la programmazione prosegue con la mostra collettiva “Mutating Bodies, Imploding Stars”, a cura di Samuele Piazza. A partire dall’ecologia femminista e dalla teoria degli affetti queer, la mostra espande le possibili nozioni del concetto di corpo, accettando la vulnerabilità e il desiderio come fattori centrali della relazione con l’altro. Le opere di Eglė Budvytytė (Lituania), Guglielmo Castelli (Italia) e Raúl de Nieves (Messico), attraverso media e linguaggi che spaziano dalla pittura alla videoinstallazione, indagano nuove forme di soggettività in costante evoluzione.

A novembre 2023, in concomitanza con Artissima e la Torino Art Week, le OGR presentano due mostre personali dedicate a Sarah Sze e Sara Enrico, artiste impegnate in una riflessione sui limiti della scultura, come metodo attraverso il quale praticare nuove possibilità di percezione della realtà. A cura di Samuele Piazza., la mostra di Sarah Sze, la prima in una istituzione italiana, sarà allestita al Binario 1  e il suo focus sarà una nuova opera co-commissionata e co-prodotta da OGR Torino, Artangel, Londra e ARoS, Aarhus Art Museum, con il supporto della Victoria Miro Gallery.

Sarah Sze, Twice Twilight, exhibition Night into Day, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris, 2020. Photo © Luc Boegly

Dalla fine degli anni Novanta, l’artista americana ha sviluppato un linguaggio visivo caratteristico che sfida la staticità della scultura. In concomitanza con l’esplosione di informazioni che caratterizza il nostro presente, il lavoro di Sze sembra navigare e simultaneamente rimodellare l’incessante flusso di informazioni della vita contemporanea. Attraverso complesse costellazioni di oggetti e una proliferazione di immagini, l’artista rielabora la mole di narrazioni visive che immagazziniamo quotidianamente, dalle riviste, dalla televisione, dagli smartphone, dal cyberspazio e dalla realtà materiale. La sua pratica evoca il processo generativo della creazione di immagini in un mondo in cui il consumo e la produzione sono sempre più interdipendenti e in cui, in un continuum, la scultura dà origine alle immagini e le immagini alla scultura.

Sara Enrico, RGB (skin), 2021. Sublimation printing on polyester, foam rubber, iron, 100 x 140 x 170 cm. Photo Giorgio Benni. Courtesy of American Academy in Rome

La mostra personale di Sara Enrico, a cura di Samuele Piazza, è prodotta con il supporto di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT. Le opere dell’artista, realizzate tramite una sofisticata manipolazione di materiali, dal tessuto al cemento fino alla gommapiuma, saranno allestite nel Binario 2 delle OGR, in un’ideale processione. «Il rapporto con la superficie degli oggetti, le tensioni delle strutture e le interconnessioni tra elementi eterogenei inviteranno a riconsiderare le canoniche categorie percettive, immergendo i visitatori in un’esperienza sensoriale, visiva ma quasi tattile».

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